venerdì 29 gennaio 2016

Il pacco è arrivato!

Dopo un mese e mezzo è finalmente giunto il pacco che aspettavo direttamente dagli Stati Uniti.
Il pacco contiene il figherrimo regalo per mia sorella.

La questione è: a Pasqua devo tornare in Liguria, quindi.
E vabbé, si sopporta e si fa.
Consegno il pacco e scappo.

Ma almeno il pacco è arrivato. Non ci speravo nemmeno più!

domenica 24 gennaio 2016

La Spiona is back

Dopo tantissimo tempo, ritorno al mio piccolo blog con un gran bell'aggiornamento.
La Spiona è tornata.
Anche qui a Trieste infatti origlio involontariamente i discorsi altrui, oppure mi limito a osservare le persone che hanno la sfortuna di capitare nel mio campo visivo.

L'altra sera ho deciso di fare un giro in centro dopo cena.
Completamente sola. Così, per schiarirmi un po' le idee e per riflettere in pace. Ma soprattutto per togliermi un po' di malefica ansia da esame.
E insomma, esco e in pochissimo arrivo al Molo Audace. E' là che di solito vado a meditare o anche solo a osservare le onde del mare e le luci della città.

Arrivo in fondo al Molo, dove c'è la rosa dei venti.
Mi siedo e respiro quell'aria freddaaaaaaaaa ma piacevolissima.
Mi guardo intorno. Non c'è nessuno. Beh, sono le nove di sera di un martedì di gennaio. E' pressoché logico che non ci sia nessuno sul Molo, fatta eccezione per la sottoscritta.
Però improvvisamente...vedo qualcuno.
Poco distante da me infatti si materializza....una coppia.

Oh no!, penso. No, le coppiette mielose no, per favore! Tutto ma non le coppiette mielose!
Non sono sufficientemente vicina a loro da sentire che cosa si dicono, ma li osservo da lontano.
E' cosa nota che io non sia in grado di stimare l'età delle persone, ma sarei pronta a dire che la ragazza avesse circa la mia età, o forse uno o due anni più di me. Il suo compagno ... non lo so. Più grande di lei sicuramente. Si tengono per mano e guardano il mare. Sono quanto di più tenero io abbia visto qui a Trieste fino a questo momento.
Torno alle mie meditazioni esistenziali finché a risvegliarmi dal mio stato di trance non è una fragorosa risata. Mi giro: era lei. Quella ragazza lì rideva come una matta. Ma rideva proprio tanto! E la sua risata ha contagiato il suo compagno...e anche me, che non avevo idea del perché di tutto quel ridere. Però li vedevo felici insieme, e sono riusciti a trasmettermi un po' di calma.
Sempre ridendo, lei lo abbraccia. Lui per tutta risposta la prende in braccio e la bacia.
E a quel punto sul Molo c'è un silenzio quasi assordante.
Io mi sono alzata e mi sono avviata verso il mio castello di ghiaccio (detto comunemente "casa mia"). Loro erano abbracciati, e sembrava che non avessero percezione del tempo che passava né del freddo che faceva.

Sono sincera: preferisco spiare così piuttosto che inquietarmi a sentire discorsi di assassini che vengono estradati.

mercoledì 13 gennaio 2016

Vitaccia

L'ultimo post che ho scritto risale a dodici giorni fa.
Nel frattempo sono tornata nella mia ghiacciaia del quinto piano, ho ripreso le lezioni, mi sono fatta prendere dal panico una decina di volte, ho cantato la mia prima frase da solista a un concerto (un'esperienza mistica, devo dire), ho scoperto di essere indietrissimo con tutto quanto, ho capito che l'esame di febbraio di italiano è una merda, se lo passo è culo, ho capito che non passerò nemmeno il parziale di olandese che ho il 18 ma che razza di lingua è ma chi me l'ha fatto fare. In più quel simpaticone del prof di italiano mi ha anche dato da fare un mega lavoro per mercoledì prossimo. Come se io non avessi un cavolo di niente da fare nella mia vita. E invece devo anche finire un lavoro di tedesco entro mercoledì prossimo perché così almeno mi prendo un punto bonus all'esame finale e trattandosi di tedesco mi fa decisamente comodo perché non è esattamente uno zuccherino.
Detto questo, è meglio se la pianto di scrivere idiozie e mi rimetto al lavoro.
Che i compiti non si fanno da soli.
E l'olandese non si studia da solo.

venerdì 1 gennaio 2016

Buon nano!

Ed eccoci nel 2016.
In questa città c'è tanto disagio. Ma tanto.
Mamma e io ieri sera abbiamo ben pensato di andare in centro a sentire 101 violoncellisti davanti a Palazzo Ducale. Loro erano bravi... ma c'era un freddo porco, i microfoni funzionavano un po' tanto a caso, la presentatrice aveva una voce che mi urtava i timpani e c'era troppa gente. Quindi giretto in centro storico e si torna a casina al caldo.
A mezzanotte abbiamo brindato: io con la Coca Cola (bella la vita da astemia) e mamma con una tisana per dormire. L'allegria, proprio.
Il primo messaggio che ho inviato: su Uozzap a mezzanotte e tre minuti, un messaggio vocale alla mia compagna di delirio corale in cui ho urlato "MOOOOOOOSECA!" a pieni polmoni. Lei mi ha risposto qualche minuto dopo. Bene, delirio assicurato anche quest'anno.
Poi sto sveglia quasi fino alle tre a rispondere a messaggi e a chiacchierare con persone, dopodiché mi addormento per svegliarmi con tutta calma alle 10.
E salto giù dal letto perché c'è l'appuntamento con il concerto di Venezia.
Sì lo so, l'unico vero concerto è quello di Vienna. Non c'è bisogno che lo si venga a dire a me, viennese inside. Solo che da noi il concerto di Venezia è una vera e propria tradizione. E insomma, "La donna è mobile", "O mio babbino caro", "Va' pensiero" e il brindisi della Traviata ci fanno compagnia in questo primo concerto.
Poi riesco a vedere un pezzo del concerto di Vienna. Ho parlato a lungo di questo concerto durante il mio mese in terra austriaca, quando ho avuto occasione di visitare il Musikverein (Tag 28). Non sono riuscita a seguirlo bene come volevo perché dovevo prepararmi per il concerto qui al Teatro Carlo Felice e perché nessuno in casa mia stava zitto. E vabbé, pace. Tanto lo replicano tra poco in televisione, e io me lo sento.
Prendiamo la macchina e andiamo in teatro. Mamma, Culìa e la sottoscritta hanno i posti in fila 16. Ottimi posti. Il concerto era a base di brani di Rota che hanno fatto da colonna sonora a vari film di Federico Fellini. Concerto molto interessante, sicuramente non convenzionale. Da segnalare qualche momento di disagio applicato: il direttore che a un certo punto prende "la prima violina" e balla il valzer con lei, sempre il direttore che ogni tanto fa una piroetta sul podio, un violoncellista che tira fuori un cerchietto con delle lucine colorate, un contralto del coro al quale cadono tutti gli spartiti addosso a un percussionista e i fiati che a una certa scattano in piedi e iniziano a ondeggiare così a caso.
Orchestra, coro e direttore piroettante ci propongono la bellezza di CINQUE bis. "E adesso eseguiremo La Passerella di Otto e mezzo. E' la nostra risposta alla Marcia di Radetzky". E vabbé.

E quindi, con questi tre concerti, abbiamo ufficialmente inaugurato il 2016. Delirante, teatrante e musicante.
E buon nano a tutti!