Ich durchquerte die ganze Stadt,
stieg dann einen Steilhang hinauf,
der unten bewohnt ist, oben verödet,
unschlossen von einer niedriger Mauer:
ein Winkel, wo ich alleine
sitze; und mir scheint, mit der Mauer
endet die Stadt.
Triest hat einen spröden
charme. Nach Laune
gleichts einem ungeschliffenen, hungrigen Laubsbuben,
der blaue Augen hat und viel zu plumpe Hände,
um eine Blume zu verschenken;
wie eine Liebe
mit Eifersucht.
Von dieser Höhe erspähe ich jede Kirche, alle Wege,
die zur dichtbesiedelten Küste führen
oder zum Hügel, wo sich auf steiniger
Kuppe ein letztes Haus festkrallt.
Alle
Dinge umflimmert
seltsame Luft, eine quälende Luft,
die Heimatluft.
Meine Stadt, an allen Enden voll Leben,
hat auch den passenden Winkel für mich, für mein scheues,
beschauliches Dasein.
Traduzione di Paul-Wolfgang Wuhrl
Vita di un neurone solo
Ho un neurone solo. Ma anche un solo neurone. E non funziona neanche bene.
venerdì 7 ottobre 2016
sabato 30 luglio 2016
Ein Jahr später
Un anno fa nasceva "Sono, dunque viaggio", il mio diario di bordo per il mese trascorso in terra austriaca. Si è poi evoluto (o involuto?) in "Vita di un neurone solo" diventando uno spazio per scrivere, qualche volta, ciò che mi passa per la testa. Non passo molto spesso di qua per problemi di tempo o per mancanza di materiale interessante.
Oggi però ho una grande novità.
I 31 Tage in Wien, che già si erano prolungati lo scorso ottobre con "We are musical", a marzo con il primo viaggio da felicemente fidanzata e a giugno con "Ich war noch niemals in New York" ... proseguono! Infatti in questo momento dovrei preparare la valigia perché domani si parte!
Il miglior moroso del mondo (che è il mio) mi ha regalato una vacanzina a Vienna. Il motivo? Semplice: lunedì qualcuno compie gli anni!!!!
L'anno scorso, come ricorderete, ho festeggiato il mio compleanno numero ventuno a Vienna. E proprio là festeggerò anche il numero ventidue.
Tornare a Vienna un anno dopo, felicemente fidanzata e di un anno più vecchia sarà strano ma anche molto emozionante.
Wenn du es träumen kannst, kannst du es auch tun.
Oggi però ho una grande novità.
I 31 Tage in Wien, che già si erano prolungati lo scorso ottobre con "We are musical", a marzo con il primo viaggio da felicemente fidanzata e a giugno con "Ich war noch niemals in New York" ... proseguono! Infatti in questo momento dovrei preparare la valigia perché domani si parte!
Il miglior moroso del mondo (che è il mio) mi ha regalato una vacanzina a Vienna. Il motivo? Semplice: lunedì qualcuno compie gli anni!!!!
L'anno scorso, come ricorderete, ho festeggiato il mio compleanno numero ventuno a Vienna. E proprio là festeggerò anche il numero ventidue.
Tornare a Vienna un anno dopo, felicemente fidanzata e di un anno più vecchia sarà strano ma anche molto emozionante.
Wenn du es träumen kannst, kannst du es auch tun.
martedì 21 giugno 2016
Notte prima degli esami
Durante tutta la quinta liceo non ho mai ascoltato quel brano di Venditti perché pensavo che portasse nera. L'ho riascoltato la prima volta appena tornata da Parigi a inizio agosto.
La mia notte prima degli esami è stata il 18 giugno, la prima prova sarebbe stata il giorno seguente.
Sono stata tantissimo tempo sul poggiolo, seduta, a guardare il cielo alla ricerca di una calma interiore che non avevo.
Spunta mia madre.
"Allora, secondo te domani chi esce?"
"Ma', non ne ho la più pallida idea di chi potrebbe uscire..."
"Ma', non ne ho la più pallida idea di chi potrebbe uscire..."
"Sai che ti dico? Secondo me domani esce D'Annunzio"
"No dai, io di D'Annunzio non so niente!"
"O D'Annunzio o Pirandello"
"No dai, io di D'Annunzio non so niente!"
"O D'Annunzio o Pirandello"
"Ecco, l'altro...."
"E se quest'anno uscisse Pascoli??"
"Seeee, e gli asini volano!"
"E se quest'anno uscisse Pascoli??"
"Seeee, e gli asini volano!"
e via avanti con tutti gli autori del programma.
Il giorno seguente, ecco il verdetto.
CLAUDIO MAGRIS.
La maturità non si scorda mai.
Se poi ti sei diplomato nel 2013, ancora di più.
mercoledì 15 giugno 2016
Maturità - tre anni dopo
Apro un attimo Twitter e trovo tantissimi maturandi che dicono di non sapere niente, di non essere pronti, di aver paura, di qua, di là.
Io tre anni fa ero esattamente così.
Il 19 giugno prima prova. Il 20 seconda. Il 24 terza. E il 3 luglio la definitiva liberazione da quel carcere dove sono stata cinque anni: altrimenti detto, l'orale.
Sono stati giorni di grande ansia, di grande paura e di grande smaltimento di chili (ben 10 in un mese!) in cui veramente ho messo in gioco tutta me stessa e tutto quello che ho imparato in 13 anni di scuola. Ero io contro i commissari, per il resto non me ne fregava niente di niente. Dovevo percorrere la mia strada senza preoccuparmi di quello che mi stava intorno. Si stava per chiudere un capitolo non esattamente tra i più felici della mia vita, e non avete idea di quanto io ne fossi felice.
Tornassi indietro però la rifarei subito.
Perché ogni esame universitario è come la maturità.
E quindi i maturandi che si disperano su Twitter mi fanno tanta tanta tenerezza e non vedo l'ora che sia l'anno prossimo per vederli twittare #sessioneestiva ancora più disperati di adesso.
Io tre anni fa ero esattamente così.
Il 19 giugno prima prova. Il 20 seconda. Il 24 terza. E il 3 luglio la definitiva liberazione da quel carcere dove sono stata cinque anni: altrimenti detto, l'orale.
Sono stati giorni di grande ansia, di grande paura e di grande smaltimento di chili (ben 10 in un mese!) in cui veramente ho messo in gioco tutta me stessa e tutto quello che ho imparato in 13 anni di scuola. Ero io contro i commissari, per il resto non me ne fregava niente di niente. Dovevo percorrere la mia strada senza preoccuparmi di quello che mi stava intorno. Si stava per chiudere un capitolo non esattamente tra i più felici della mia vita, e non avete idea di quanto io ne fossi felice.
Tornassi indietro però la rifarei subito.
Perché ogni esame universitario è come la maturità.
E quindi i maturandi che si disperano su Twitter mi fanno tanta tanta tenerezza e non vedo l'ora che sia l'anno prossimo per vederli twittare #sessioneestiva ancora più disperati di adesso.
martedì 24 maggio 2016
Du bleibst bei mir!
Glaub an den Tag bei Nacht,
Wenn es dich glücklich macht,
Glaub an Ideen, die du dir spinnst.
Der Lauf der Welt steht fest,
Träum dir naiv den Rest,
Du weißt, dass du niemals gewinnst.
Dein Weg ist vorbestimmt.
Es gibt für dich kein zurück,
Wehrst du dich auch noch so sehr.
Ich bin dir angetraut,
Ich bleibe deine Braut,
Du entrinnst deinem Schicksal nicht mehr.
Ich bleib die Frau hier am Thron
Und an Würden dir gleich.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib die Frau mit dem Anspruch
auf Krone und Reich.
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Lad dir nur Dirnen ein,
Das mag so Usus sein.
Doch höre, weiter gehst du nicht!
Spar dir den Selbstbetrug,
Du weißt es gut genug,
Du bist ein Prinz, gehorch der Pflicht!
Bis dass der Tod uns trennt,
Bleibst du mein Gatte,
Weil Gott es für uns so ausersah.
Mag es auch bitter sein,
Rudolf gesteh’s dir ein,
Wo du gehst, wo du stehst, ich bin nah!
Ich bleib die Frau hier bei dir,
Teil ich auch nicht dein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib das Graun deiner Flittchen
Ob blond ob brünett –
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Spür’ wie der Zweifel in dir dich ergreift
und jagt, ewig plagt und sagt…
Ich werd die Frau an der Macht,
Teil’n wir auch nicht ein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Sie werden mich in dein Grab legen
auf dein Skelett.
Denn bei allem was heilig ist, schwör ich dir,
Du bleibst bei mir!
Vor dem Allmächtigen schwöre ich,
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Wenn es dich glücklich macht,
Glaub an Ideen, die du dir spinnst.
Der Lauf der Welt steht fest,
Träum dir naiv den Rest,
Du weißt, dass du niemals gewinnst.
Dein Weg ist vorbestimmt.
Es gibt für dich kein zurück,
Wehrst du dich auch noch so sehr.
Ich bin dir angetraut,
Ich bleibe deine Braut,
Du entrinnst deinem Schicksal nicht mehr.
Ich bleib die Frau hier am Thron
Und an Würden dir gleich.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib die Frau mit dem Anspruch
auf Krone und Reich.
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Lad dir nur Dirnen ein,
Das mag so Usus sein.
Doch höre, weiter gehst du nicht!
Spar dir den Selbstbetrug,
Du weißt es gut genug,
Du bist ein Prinz, gehorch der Pflicht!
Bis dass der Tod uns trennt,
Bleibst du mein Gatte,
Weil Gott es für uns so ausersah.
Mag es auch bitter sein,
Rudolf gesteh’s dir ein,
Wo du gehst, wo du stehst, ich bin nah!
Ich bleib die Frau hier bei dir,
Teil ich auch nicht dein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib das Graun deiner Flittchen
Ob blond ob brünett –
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Spür’ wie der Zweifel in dir dich ergreift
und jagt, ewig plagt und sagt…
Ich werd die Frau an der Macht,
Teil’n wir auch nicht ein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Sie werden mich in dein Grab legen
auf dein Skelett.
Denn bei allem was heilig ist, schwör ich dir,
Du bleibst bei mir!
Vor dem Allmächtigen schwöre ich,
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
domenica 22 maggio 2016
Guardando un po' più in là
In seguito a una discussione diciamo "colorita" con Moroso torno un pochino qui a utilizzare questo buchino come non dico sfogo ma almeno per vedere le cose nero su bianco.
Ieri sera, dopo una giornata meravigliosa trascorsa insieme, ho avuto la bella pensata di dirgli: "Per quel che riguarda la laurea magistrale, penso di provare a entrare sia qui che a Forlì". BUM. Non l'avessi mai detto!
Da lì è nata una discussione che ha fatto crollare a terra entrambi e che già da adesso ci sta mettendo a dura prova.
Sì, è un po' prematuro parlare già di laurea magistrale dal momento che sono al secondo anno di triennale (questo vuol dire che davanti a me ho la sessione di esami, tutto il terzo anno, la sessione di esami del terzo anno, la stesura della tesi e la discussione) (chiamalo poco!) quindi è una discussione che riguarda qualcosa che avverrà nella migliore delle ipotesi fra un anno e mezzo, due anni circa. Ma io ho voluto essere chiara nel dirgli questa cosa, dal momento che riguarda sia me come persona che noi come coppia. La cosa peggiore è che avevamo appena finito di dire che, quando avrò la laurea triennale in mano, si potrebbe anche pensare di andare a convivere. (Per mamma: se mi stai leggendo, stai tranquilla! per ora sono solo idee!!) E invece BUM, ho fatto un bel casino.
Logicamente non è detto che succederà. Hai visto mai che nell'arco di un anno e mezzo decido di provare a entrare alla magistrale solo a Trieste magari riuscendoci pure? Hai visto mai che provo da entrambe le parti ma per una questione di culo riesco a passare solo a Trieste? Hai visto mai che riesco a entrare a Forlì ma all'idea di cambiare città e cambiare completamente vita mi cago in mano e decido di cercare lavoro a Trieste in attesa di eventualmente ritentare l'anno dopo? Al momento tutte queste non sono che ipotesi, idee, fantasie. Per ora non succede niente di tutto questo. Per ora ho davanti a me "solo" una sessione di esami molto intensa e un'estate che non si prospetta come uno zuccherino perché dopo c'è anche la sessione autunnale, che è un grandissimo "mai una gioia".
L'unica cosa che mi dispiace è che con una semplicissima frase sono riuscita a mandare in vacca la bellezza di quasi cinque mesi di morosaggine. Però mi consolo pensando che almeno ho affrontato subito la cosa, e non è un discorso che verrà fuori come un fulmine a ciel sereno magari il giorno della mia laurea. Sinceramente non mi pento di quello che ho detto ieri. Solo magari avrei potuto farlo in un altro modo, in un altro momento o che ne so io. Sta di fatto che in questo momento le cose stanno così. Io mi sento appesa a un filo che ho paura che si possa spezzare da un momento all'altro.
Quando sono venuta a vivere a Trieste mi sono detta: "Bene. Adesso ha inizio la mia vita triestina. Spero di riuscire a arrivare alla laurea ancora single così almeno non ho niente e nessuno che mi tiene legata a Trieste e sono libera di muovermi e decidere quello che mi va per il mio futuro". Per mia fortuna le cose non sono andate così e infatti sono felicemente fidanzata da quasi cinque mesi.... E' un bene? E' un male? Chiedetelo a Moroso.
Per adesso è tutto.
Detto questo, vado a studiare. Che la sessione è lì che si avvicina e io non ce la posso fare.
Ieri sera, dopo una giornata meravigliosa trascorsa insieme, ho avuto la bella pensata di dirgli: "Per quel che riguarda la laurea magistrale, penso di provare a entrare sia qui che a Forlì". BUM. Non l'avessi mai detto!
Da lì è nata una discussione che ha fatto crollare a terra entrambi e che già da adesso ci sta mettendo a dura prova.
Sì, è un po' prematuro parlare già di laurea magistrale dal momento che sono al secondo anno di triennale (questo vuol dire che davanti a me ho la sessione di esami, tutto il terzo anno, la sessione di esami del terzo anno, la stesura della tesi e la discussione) (chiamalo poco!) quindi è una discussione che riguarda qualcosa che avverrà nella migliore delle ipotesi fra un anno e mezzo, due anni circa. Ma io ho voluto essere chiara nel dirgli questa cosa, dal momento che riguarda sia me come persona che noi come coppia. La cosa peggiore è che avevamo appena finito di dire che, quando avrò la laurea triennale in mano, si potrebbe anche pensare di andare a convivere. (Per mamma: se mi stai leggendo, stai tranquilla! per ora sono solo idee!!) E invece BUM, ho fatto un bel casino.
Logicamente non è detto che succederà. Hai visto mai che nell'arco di un anno e mezzo decido di provare a entrare alla magistrale solo a Trieste magari riuscendoci pure? Hai visto mai che provo da entrambe le parti ma per una questione di culo riesco a passare solo a Trieste? Hai visto mai che riesco a entrare a Forlì ma all'idea di cambiare città e cambiare completamente vita mi cago in mano e decido di cercare lavoro a Trieste in attesa di eventualmente ritentare l'anno dopo? Al momento tutte queste non sono che ipotesi, idee, fantasie. Per ora non succede niente di tutto questo. Per ora ho davanti a me "solo" una sessione di esami molto intensa e un'estate che non si prospetta come uno zuccherino perché dopo c'è anche la sessione autunnale, che è un grandissimo "mai una gioia".
L'unica cosa che mi dispiace è che con una semplicissima frase sono riuscita a mandare in vacca la bellezza di quasi cinque mesi di morosaggine. Però mi consolo pensando che almeno ho affrontato subito la cosa, e non è un discorso che verrà fuori come un fulmine a ciel sereno magari il giorno della mia laurea. Sinceramente non mi pento di quello che ho detto ieri. Solo magari avrei potuto farlo in un altro modo, in un altro momento o che ne so io. Sta di fatto che in questo momento le cose stanno così. Io mi sento appesa a un filo che ho paura che si possa spezzare da un momento all'altro.
Quando sono venuta a vivere a Trieste mi sono detta: "Bene. Adesso ha inizio la mia vita triestina. Spero di riuscire a arrivare alla laurea ancora single così almeno non ho niente e nessuno che mi tiene legata a Trieste e sono libera di muovermi e decidere quello che mi va per il mio futuro". Per mia fortuna le cose non sono andate così e infatti sono felicemente fidanzata da quasi cinque mesi.... E' un bene? E' un male? Chiedetelo a Moroso.
Per adesso è tutto.
Detto questo, vado a studiare. Che la sessione è lì che si avvicina e io non ce la posso fare.
sabato 14 maggio 2016
Cosa si combina?
No, non sono morta. Sono ancora qui.
Solo: ho troppe cose da fare, troppi esami che si avvicinano, troppi testi da scrivere e da tradurre.
Cosa sto combinando in questo periodo, insomma?
Tutto e niente.
Mercoledì ho dato una parte dell'esame di Lingua e traduzione tedesca II e non dico che sia andato da 30 e lode ma credo che sia andato bene. La parte di grammatica dovrei averla fatta abbastanza bene. La traduzione l'ho fatta tutto sommato a orecchio. Mi ha aiutato tantissimo pensare a tutto quello che ho imparato stando un mese in Austria.
La cosa figa: vedo una parola e immediatamente ne so la traduzione, solo che non ho la minima idea di come io faccia a saperla o dove l'abbia imparata. Da quale libro, da quale edizione del telegiornale (daserste.de dio ti salvi ora e sempre amen), da quale musical, da quale esercizio di grammatica...non si sa, sta di fatto però che la so e non ci poniamo il problema.
Martedì e mercoledì ho due parti di esame di francese: martedì un orale e mercoledì uno scritto su traduzione turistica. Quindi devo andare a rileggere appunti a manetta perché la prof che ci corregge lo scritto è una delle persone più intransigenti che io abbia mai incontrato. E dal momento che ci tengo molto a francese ... al lavoro!
Poi che altro? Insieme a Moroso ho cominciato a progettare viaggi viennesi per placare la nostra fame di musical. Non ce la facciamo senza musical, è come toglierci l'ossigeno (o anche il cioccolato!) Martedì abbiamo assistito alla conferenza di presentazione di un musical al Raimund Theater a Vienna e, grazie ai miei strampalati appunti, stiamo piano piano buttandone giù una sorta di articolo/recensione/commento/whatever che finirà su una simpatica webzine dal titolo "Amici del Musical" su cui Moroso scrive da ... uhm ... un po' di anni, direi. E proprio per questa webzine Moroso ha in mente tante collaborazioni, tra cui una... con me, sulla quale stiamo già lavorando. Perché in ogni caso siamo una coppia di pazzi disagiati ma siamo una squadra perfetta. Dove non arriva uno arriva l'altro, su qualsiasi cosa e in qualsiasi momento.
Che altro faccio? Preparo gli esami. E anzi, teoricamente dovrei star scrivendo un testo in olandese su qualcosa di tipico dell'Olanda mentre praticamente sono qui a muovere le dita sulla tastiera e a allenarmi a scrivere senza guardare la tastiera ma guardando solamente il monitor. Ogni tanto le mie dita bisticciano tra loro per l'ordine di successione (prima l'indice o prima il medio?) e ho notato che, ovviamente, la mano destra ha una grandissima prevalenza sulla sinistra, che comunque occupa una buona fetta di tastiera. E soprattutto ho notato che uso tantissimo anche l'anulare sinistro, cosa che facevo veramente di rado prima. In compenso sto notando che non uso affatto i mignoli, e la cosa comporta che in realtà uso solamente indici, medi e anulari. Perché sì, sono l'unica persona nel mondo che non schiaccia la barra spaziatrice con il pollice ma lo fa con l'indice destro. Mai con il sinistro. Solo con il destro. Che roba strana!!
Per concludere questo post pregno di disagio propongo l'evento di ieri: mi sono scottata con la pentola in cui stava cuocendo il mio pranzo. Ho preso la pentola con le presine e non si sa bene come mi è scivolata dalle mani. Ovviamente l'acqua bollente schizza dappertutto: anche sulla mia pancia, su cui ha lasciato un segno molto simile al logo della Nike, e sul polso sinistro, su cui mi ha lasciato un segno simile alle stigmate di Padre Pio.
Perché comunque il disagio regna sovrano.
E a proposito di pranzo: il mio stomaco brontola, urla e chiede cibo.
A sto giro mi sa che mi tocca alzarmi e mettermi ai fornelli.
Solo: ho troppe cose da fare, troppi esami che si avvicinano, troppi testi da scrivere e da tradurre.
Cosa sto combinando in questo periodo, insomma?
Tutto e niente.
Mercoledì ho dato una parte dell'esame di Lingua e traduzione tedesca II e non dico che sia andato da 30 e lode ma credo che sia andato bene. La parte di grammatica dovrei averla fatta abbastanza bene. La traduzione l'ho fatta tutto sommato a orecchio. Mi ha aiutato tantissimo pensare a tutto quello che ho imparato stando un mese in Austria.
La cosa figa: vedo una parola e immediatamente ne so la traduzione, solo che non ho la minima idea di come io faccia a saperla o dove l'abbia imparata. Da quale libro, da quale edizione del telegiornale (daserste.de dio ti salvi ora e sempre amen), da quale musical, da quale esercizio di grammatica...non si sa, sta di fatto però che la so e non ci poniamo il problema.
Martedì e mercoledì ho due parti di esame di francese: martedì un orale e mercoledì uno scritto su traduzione turistica. Quindi devo andare a rileggere appunti a manetta perché la prof che ci corregge lo scritto è una delle persone più intransigenti che io abbia mai incontrato. E dal momento che ci tengo molto a francese ... al lavoro!
Poi che altro? Insieme a Moroso ho cominciato a progettare viaggi viennesi per placare la nostra fame di musical. Non ce la facciamo senza musical, è come toglierci l'ossigeno (o anche il cioccolato!) Martedì abbiamo assistito alla conferenza di presentazione di un musical al Raimund Theater a Vienna e, grazie ai miei strampalati appunti, stiamo piano piano buttandone giù una sorta di articolo/recensione/commento/whatever che finirà su una simpatica webzine dal titolo "Amici del Musical" su cui Moroso scrive da ... uhm ... un po' di anni, direi. E proprio per questa webzine Moroso ha in mente tante collaborazioni, tra cui una... con me, sulla quale stiamo già lavorando. Perché in ogni caso siamo una coppia di pazzi disagiati ma siamo una squadra perfetta. Dove non arriva uno arriva l'altro, su qualsiasi cosa e in qualsiasi momento.
Che altro faccio? Preparo gli esami. E anzi, teoricamente dovrei star scrivendo un testo in olandese su qualcosa di tipico dell'Olanda mentre praticamente sono qui a muovere le dita sulla tastiera e a allenarmi a scrivere senza guardare la tastiera ma guardando solamente il monitor. Ogni tanto le mie dita bisticciano tra loro per l'ordine di successione (prima l'indice o prima il medio?) e ho notato che, ovviamente, la mano destra ha una grandissima prevalenza sulla sinistra, che comunque occupa una buona fetta di tastiera. E soprattutto ho notato che uso tantissimo anche l'anulare sinistro, cosa che facevo veramente di rado prima. In compenso sto notando che non uso affatto i mignoli, e la cosa comporta che in realtà uso solamente indici, medi e anulari. Perché sì, sono l'unica persona nel mondo che non schiaccia la barra spaziatrice con il pollice ma lo fa con l'indice destro. Mai con il sinistro. Solo con il destro. Che roba strana!!
Per concludere questo post pregno di disagio propongo l'evento di ieri: mi sono scottata con la pentola in cui stava cuocendo il mio pranzo. Ho preso la pentola con le presine e non si sa bene come mi è scivolata dalle mani. Ovviamente l'acqua bollente schizza dappertutto: anche sulla mia pancia, su cui ha lasciato un segno molto simile al logo della Nike, e sul polso sinistro, su cui mi ha lasciato un segno simile alle stigmate di Padre Pio.
Perché comunque il disagio regna sovrano.
E a proposito di pranzo: il mio stomaco brontola, urla e chiede cibo.
A sto giro mi sa che mi tocca alzarmi e mettermi ai fornelli.
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