Domenica pomeriggio.
Io sono comodamente svaccata sul letto a smanettare con l'ennesimo testo da tradurre - una gioia, proprio - quando Conqui fa capolino in camera mia. "Cecy, la caldaia non funziona", mi dice.
Il primo istinto sarebbe quello di dirle di leggere il pratico manuale d'istruzioni. Invece mi alzo e vado alla ricerca del problema. Pressione zero. Molto bene: cosa devo fare? Apro il manuale, leggo, carico la caldaia, chiudo la valvola e torno alla mia traduzione.
Neanche dieci minuti dopo riecco Conqui: "Cecy, la caldaia non funziona ancora". E ma porca miseria, l'ho messa a posto dieci minuti fa. E vediamo dove sta il problema. Pressione troppo alta, questa volta. E vabbè, depressionizziamo. Dov'è il problema? Il problema è che non trovo la valvola! Dopo una buona mezz'ora di ricerche riesco a far diminuire la pressione.
Ma la gioia dura poco: la caldaia adesso perde. A quel punto inizio a non vederci più: è cosa nota infatti che io mi scaldi molto facilmente e che perda rapidamente sia la pazienza che l'autocontrollo. Le valvole sono chiuse ma la pressione sale da sola. Ma perché?
Non c'è tempo per porci domande stupide: togliamo acqua dalla caldaia. Armata di bottiglia da un litro e mezzo e una bacinella, inizio a togliere acqua. Quest'azione dura tutta la domenica pomeriggio, e addio traduzione.
La sera siamo ancora nei casini, e decidiamo di scrivere al Boss che abbiamo problemi con la malefica caldaia e di venire a dare un'occhiata. Lui - come sempre - non risponde, ma noi sappiamo che il giorno dopo si sarebbe materializzato. Posizioniamo una bacinella sotto la caldaia, per precauzione.
Detto questo, andiamo a dormire leggermente distrutte.
Lunedì mattina. Ore 6.
A svegliarci è ... il campanello di casa. Non so per quale strano miracolo io l'abbia sentito: di solito non mi svegliano nemmeno le cannonate. Apriamo e ci troviamo davanti una vecchietta urlante. E' la sciura del piano di sotto - che da questo momento chiameremo La Sciura - che ci urla in triestino che le entra acqua in casa. O meglio, che "l'acqua le spande in casa".
Noi, rincretinite, non capiamo niente finché non entriamo in cucina. La bacinella che stava sotto la caldaia era piena fino al bordo e il pavimento della cucina non vi dico in che stato era. La Sciura allora inizia praticamente a insultarci dicendo che lo abbiamo fatto apposta. Mi verrebbe solo da urlarle di tutto, ma mi limito a cercare di arginare la maledetta perdita. A quel punto entra in scena anche la nipote della Sciura, che per telefono praticamente mi dà della cretina. No ma grazie mille, eh. Sono le sei di mattina anche per me.
A quel punto avevo una gran voglia di prendere a sprangate la Sciura che ci dice di telefonare al Boss. Conqui e io ci godiamo la scena. Alle sei di mattina il Boss non si sarebbe mai-mai-maissimo-mai-nella-vita presentato a casa nostra! Nel frattempo ci raggiunge la Nipote, ed è lei a telefonare al Boss. Il quale, con una calma disarmante, dice di sfiatare i caloriferi, aggiungendo che sarebbe arrivato per le otto. La Sciura a questo punto s'incazza come una belva, rifà il numero e ... ottiene la stessa risposta. Il Boss sarebbe arrivato alle otto, caso chiuso.
Quando, finalmente, il Boss si degna di onorarci della sua presenza, controlla la caldaia e mi dice a) che non ho chiuso bene la valvola di carico e b) che sono una cretina. Beh ma allora se volete andare tutti a quel paese fate pure, eh. Continuate, dài. Quando avevo chiuso la valvola, l'avevo sforzata al punto che ancora un po' mi rimaneva in mano! Se non era chiusa così vuol dire che c'era qualche problema. E invece no: secondo il Boss e secondo la Sciura il problema è che io sono una cretina. La Nipote almeno mi difende, e fa notare al Boss che sarebbe il caso di dare una controllatina all'impianto dal momento che era la TERZA VOLTA che si verificava una stramaledetta perdita. Le inquiline cambiano, l'appartamento e la caldaia sono sempre gli stessi. E allora non fare l'istriano e dai una controllata! No, perché la cretina sono io. Perfetto, vai così.
Ma ora bene che abbiamo appurato che sono una cretina, il tecnico lo chiamiamo sì o no? Vogliamo rimanere con questa perdita o vogliamo anche sapere dove sta il problema?
Intanto il Boss, Conqui e io continuiamo a tirare su acqua dai caloriferi e vediamo che più acqua tiriamo su e più la pressione si alza. E ma così non è mica tanto normale, eh.
Io insisto nel dire che il problema è la valvola che non regge, ma il Boss sembra non ascoltarmi.
A quel punto io devo andare in Uni - e mi tolgo da questo covo di pazzi - mentre Conqui rimane a casa. Quando, due ore dopo, torno ... Conqui mi riferisce che avevo ragione io. Infatti è venuto il tecnico, il quale ha fatto notare al Boss che il problema era che la valvola di carico non teneva più.
E io mi sono beccata insulti sia dalla Sciura che dal Boss. Entrambi si sono scusati con me (il Boss subito, la Sciura nel pomeriggio quando è venuta su a chiedermi come si fosse risolta la situazione) e adesso noi abbiamo una caldaia con entrambe le valvole perfettamente funzionanti.
E soprattutto anche il tecnico ha confermato che il procedimento che io ho seguito per caricare la caldaia era giusto: il casino è nato per colpa della valvola e non per colpa mia.
In tutto questo, a me viene da ridere.
Quando ai tempi mamma è andata a vivere da sola a Reggio Emilia è rimasta giorni interi senza acqua calda e riscaldamento perché non riusciva ad accendere la caldaia. A salvarla è arrivato un suo amico emiliano all'urlo di: "Ma è una cassàààààta!"
Quando ai tempi mamma è andata a vivere da sola a Reggio Emilia è rimasta giorni interi senza acqua calda e riscaldamento perché non riusciva ad accendere la caldaia. A salvarla è arrivato un suo amico emiliano all'urlo di: "Ma è una cassàààààta!"
Morale della storia:
Mai rivolgermi la parola urlandomi e insultandomi in triestino alle sei di mattina. O meglio: potete farlo, ma non se ci tenete alla vostra vita.
Lettori avvisati.
Nessun commento:
Posta un commento