Ho un'amica, che poi è anche una compagna di corso, sarda.
La chiameremo con il nome di fantasia di Pizzu.
Pizzu abita nel palazzo di fronte a me. Dalla mia cucina, se mi affaccio, vedo lei nella sua cucina. Spesso e volentieri ci urliamo cose da un palazzo all'altro. Anche in lingue assurde: in comune abbiamo, oltre all'italiano, il tedesco e l'olandese.
Ieri Pizzu mi ha scritto chiedendomi se avevo voglia di fare un giretto in centro.
C'è la bora e io sono ancora un po' acciaccata, ma accetto volentieri. Anche perché ero da tre ore attaccata al computer a guardare il telegiornale tedesco alternato a quello olandese e mi stavano per saltare i nervi.
E insomma, usciamo. Andiamo in piazza Unità e ci sediamo dalle alabarde lato Lloyd. Il punto più ventoso di tutta la piazza. Si dice che lato Lloyd ci devono andare solo i masochisti e i surfisti. Ma là c'era il sole, e quindi...
Ci mettiamo là a ripetere le regole di grammatica olandese e, già che ci siamo, ripassiamo le prime nozioni di LIS.
Mentre torniamo verso casa, Pizzu mi chiede di insegnarle qualcosa in triestino.
Le prime due parole che mi vengono in mente sono "cocal" (gabbiano) e "zigar" (gridare).
La prima frase che Pizzu ha imparato in triestino, dopo un anno qui, è "el cocal ziga".
E dato che nella nostra zona di cocai troppi ce ne sono, va più che bene.
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