Dovevo nascere il 27 luglio 1994.
Sono nata il 1 agosto 1994.
Nemmeno nata e già procrastinavo. Sembra che il rimandare cose importanti sia parte di me da sempre.
E' cosa risaputa che io non sia in grado di organizzare le millemila cose che ho da fare.
Soprattutto qui in Università. Non ce la faccio.
Avrei bisogno di qualcuno che mi stesse sempre addosso a dirmi di fare questo, di fare quello, di studiare quell'altro, di tradurre quell'articolo, di tradurre anche quell'altro, di mettere in ordine gli appunti e via dicendo.
O forse no.
Perché in fin dei conti io mi so organizzare anche molto bene.
Ma solo se ho una deadline molto bassa.
Quando sono in sessione infatti divento isterica. Ma perché? Semplice: perché ho i (fottuti) esami tutti attaccati! E quindi avendo pochissimo tempo a disposizione sono costretta a dover studiare tutto insieme. Ma, prima di tutto, a elaborare un piano di studio molto meticoloso. Capitava infatti che io iniziassi a studiare la mattina e alle tre di notte fossi ancora con il culo sulla sedia e con gli occhi incollati al monitor. Come l'anno scorso quando in sessione estiva ho preparato l'esame di traduzione olandese: ore e ore a leggere (fottuti) articoli che parlavano di politica in olandese. Inutile dire che per capire un articolo devi conoscere testi paralleli in italiano, e quindi via di letture di giornali. Quante sere passate con il ventilatore appiccicato alla schiena (bello dare gli esami a luglio!) a tradurre articoli senza un vero perché! Quante sere passate al telefono con mio padre a farmi spiegare la questione delle elezioni in Grecia senza capire niente! Quante sere gelatino da Zampolli, giro sulle Rive a sbollire l'ansia e poi di nuovo a tradurre! (che vita di merda...) Quando però il 10 di luglio sono finalmente riuscita a passare quell'esame maledetto con un voto anche dignitoso ero la persona più felice della terra. Non tanto per il voto quanto per il fatto che avevo appena vinto la mia ennesima battaglia contro la procrastinazione.
Dìcasi stessa cosa per il famigerato esame di Lingua Tedesca. Un capitolo di un libro in italiano che però dovevamo studiare e tradurre in tedesco. Ma non parlava delle farfalle o degli elefanti rosa: riguardava la diffusione della lingua tedesca nel mondo! E 'nzomma, sono riuscita a fare tutto quel lavoraccio di lettura-traduzione-studio in venti giorni quando avrei potuto benissimo diluirlo in qualche mese. Ma da brava procrastinatrice quale sono, ho vinto di nuovo.
Adesso siamo punto e a capo. L'elenco delle cose che ho da fare è il seguente:
-studiare quintalate di roba sulla cultura olandese per preparare uno stramaledetto esame che avrei il 21 di marzo (sì, il giorno dopo il weekend viennese)
-studiare antropologia, che magari ad aprile riesco a fare il preappello e togliermelo dalle scatole
-studiare LIS, che non sto più capendo una cippa
-fare i compiti della Moira, che sennò martedì vado a lezione da lei e me la faccio addosso dall'ansia
-fare i compiti della Prof JAAAA perché quando non li faccio mi sento in colpa
-iniziare (magari, eh) a tradurre il primo dei tre capitoli che devo studiare per l'esame di Lingua Tedesca che avrò a (forse) maggio
....e chissà quante altre cose che ora mi sto dimenticando.
E invece cosa sto facendo?
Scrivo qui ascoltando mooooooseca.
Perché finché non ho una deadline stretta non riesco a lavorare.
Disagissimo.
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