sabato 26 dicembre 2015
Regali a prova di freddo
Ma non stiamo qui a sputare veleno e riflettiamo sui regali ricevuti quest'anno.
In realtà c'è poco da riflettere, ma un'osservazione la voglio fare.
Mio padre sa che io non amo i pile oversize e me ne regala uno.
Mia zia e mia sorella sanno che io soffro il freddo e quindi una mi regala un morbidissimo e caldissimo plaid, l'altra una felpa morbida come la lana di una pecora. La felpa è nera, quindi ora tutti mi chiamano "pecora nera della famiglia". Bene, ma non benissimo.
La chiamavano "l'arte del fare regali giusti".
giovedì 24 dicembre 2015
Back to Liguria
E così è arrivato questo 24 dicembre. La vigilia di Natale. Il giorno in cui, dopo cinque mesi, rimetto piede in terra ligure.
Sono sincera: ne ho voglia zero. Ma si fa perché si deve fare.
Per fortuna ieri sera ero a cantare al Rossetti con i miei adorati coristi, sennò sarei dovuta tornare già il 18. E quindi avrei avuto sei giorni in più di scleri e di male di vivere. Perché è questo l'effetto che Genova ha su di me. E più cerco di combatterlo e più lui si fa sentire. Ogni volta è sempre più forte.
Oggi sarò sola con due trolley. La solita carrozza nove comunemente detta "in culo al treno". Il solito cambio al point zéro. La solita mezz'ora di tempo per attraversare Milano Centrale e saltare sul regionale. E poi due ore di tempo per riabituarmi a sentire quell'accento strano che a me dà tanto fastidio e che non sento da fine luglio.
Cosa c'è di positivo nel tornare a Genova? Pensare che tra dieci giorni sono di nuovo a Trieste. O per meglio dire, sono a casa.
Perché se "home is where your heart is", allora casa mia non può che essere qui dove sono adesso.
Buon viaggio a me.
lunedì 21 dicembre 2015
Sere nere con Tiziano
sabato 19 dicembre 2015
Cinquanta-bla-bla anni e non sentirli
Come dice il titolo del post, sono cinquanta-bla-bla.
Eh eh mamma, invecchi anche tu!
Per l'occasione - o come diciamo noi, per festecciare - sono andata a caccia di un regalo.
E l'ho trovato.
E che regalo!
(Grazie alla mia amica prof blogger fiorentina: mi ha salvata dalla disperazione!)
Spero che sarà un regalo gradito ... e spero che venga colto il messaggio subliminale nascosto nel regalo stesso. (risata diabolica, ndC)
Lo so che stai leggendo questo post. E quindi ti dico che (anche se a volte mi fai arrabbiare veramente tanto) (soprattutto quando mi "dai dei giri" al telefono) ti voglio bene.
E tanto ci vediamo tra poco!
Quando tu mi chiederai "Ma quand'è che te ne torni a Trieste?"
martedì 15 dicembre 2015
Il bello della dipendenza da dolci
lunedì 14 dicembre 2015
L'albatros
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
À peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d'eux.
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!
Le Poëte est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.
(Charles Baudelaire)
sabato 12 dicembre 2015
Verifichiamo su Glattauer
Ma veramente bene.
Al punto tale che possono anche accadere fatti che hanno dell'incrediBBBBile ma che ti fanno capire tante cose.
La mia amica prof blogger ha assegnato "Le ho mai raccontato del vento del Nord" ("Gut gegen Nordwind") ai suoi alunni da leggere per casa, as usual. E fino qui ci siamo. Lunedì questi hanno una verifica. E fin qui tutto normale.
La suddetta mia amica prof blogger mi ha chiesto una mano per preparare
AH!, io a scuola avrei voluto non fare verifiche su libri, prima di tutto. Erano un incubo. Io non mi ricordo mai le cose, non mi ricordo i personaggi, non mi ricordo i dettagli, non mi ricordo chi dice cosa quando dove come perché, non mi ricordo con quale parola finisce la quartultima riga della terza pagina del settimo capitolo. Sì, al liceo mi veniva richiesto pressappoco questo. Per evitare tutto ciò ho ben pensato a domande tutto sommato semplici, a cui si può arrivare anche se si è delle ciompe come me e si è letto il libro solo di corsa o comunque non ci si ricorda le cose. Non avevo una traccia da seguire, quindi sono andata molto-tanto-troppo a sentimento.
Quello che ne è derivato è stato...una ventina di domande prettamente sul contenuto del romanzo più due domande che sono più che altro per mia curiosità e su miei dubbi esistenziali inerenti al romanzo. Perché il finale di Glattauer mi ha lasciata con l'amaro in bocca un sacco, finché non ho avuto modo di leggere il sequel. E insomma, io le domande le ho mandate. Sembrano scritte con il traduttore di Google, ma poco importa.
La parte divertente è stata quella in cui ho dovuto ricorrere alla telefonata a mamma per farmi leggere una frase del romanzo in italiano. Eh sì, perché ho tirato giù tutte le domande avendo a disposizione solamente il testo originale in tedesco. Avevo però bisogno di una determinata parte del romanzo, allora chiamo mamma chiedendole di cercare il libro e di leggermi ciò che mi serviva. Non solo: le ho anche spiegato in quale punto della libreria si trovava il libro di Glattauer! Dopodiché mi sono divertita a farla impazzire facendole le domande più cattive ever che mi potessero venire in mente in quel momento.
E in conclusione mi viene da dire solo una cosa.
La mia amica prof blogger è completamente fuori di testa.
Nel senso buono, ovviamente. Ma è fuori di testa.
giovedì 10 dicembre 2015
L'indissolubilità di un gemellaggio corale
venerdì 4 dicembre 2015
Fisionomia corale
Non solo: l'anno dopo noi, le donzelle in arancione che nel frattempo si sono evolute da coro a voci pari a coro a voci miste, siamo tornate a Salerno per il concorso, classificandoci prime assolute. Il coro in cui cantava questo corista si è piazzato secondo, subito dietro di noi. Personalmente io pensavo che avrebbero vinto loro, o al massimo primi ex-aequo con noi.
martedì 1 dicembre 2015
Innere Deutsche Monolog
Es ist nicht einfach, die Tochter einer Lehrerin zu sein.
Du bist immer allein und kann nicht mit deinem Vater oder deiner Mutter über irgendetwas diskutieren. Das ist sehr negativ, glaube ich.
Es ist nicht einfach; ja, ich weiß das gut. Meine Mutter ist immer in der Schule mit seinen Kollegen und seinen Schülern, und...sie hat keine Zeit für mich. Das tut mir so weh.
Ich wohne weit von meinen Eltern. Wenn ich in meiner Stadt bin, fühle ich mich überhaupt nicht gut. Die klassische Frage: "Und sag mir mal: wann fährst du (endlich) nach Triest zurück?"
Das ist die Wahrheit. Mutti sagt, dass es nur quatsch ist. Sie sagt, dass sie das nicht wirklich denkt. Aber warum sagst du das? Du kennst mich sehr gut und weißt genau das: wenn ich mich nicht gut fühle, hab ich das sogenannte 'mal de vivre'. Ich glaube, nicht akzeptiert zu sein. Und kennst du die Folgen? Natürlich nicht, weil du hast keinen Interesse dafür.
Wenn ich aber in Triest bin, fragst du mir immer: "Wann wirst du nach Hause reisen?" Zuerst: in Triest bin ich 'Zuhause'. Dann: nie! (Bwahahahahah!) Nein, das war quatsch :P Ich werde sicher zurückkehren, aber ich will keinen Stress. Und ich weiß schon, dass es absolut unmöglich ist.
Warum habe ich diesen inneren Monolog auf deutsch geschrieben? Damit du mich nicht verstehen kannst.
Oder...wenn deine Übersetzerin dir auf italienisch gelesen hat...damit du ein bisschen über dieses Thema reflektieren kannst.
Und jetzt...es ist fast 1 Uhr morgens. Ich bin sehr müde.
Bis bald, dann!