domenica 4 ottobre 2015

Dicono...

Dicono che scrivere sia terapeutico.
E in effetti un pochino lo è.
Generalmente quando ho la testa che mi scoppia la cosa più intelligente da fare è scrivere in modo tale da vomitare tutto quello che il mio cervello sta cercando di contenere con il rischio di scoppiare.
Ci sono volte in cui non riesco a dire tutto quello che vorrei. Infatti mi stanco molto facilmente. Non riesco a scrivere quando, quanto e come mi piacerebbe e come facevo al liceo, quando avevo il mio blog-sfogo personale, protetto da password, di cui solo io conoscevo l'esistenza. Quello sì che era bello. Scrivevo come una pazza e me ne fregavo di tutto, tanto leggevo solo io. Ma comunque nelle mie dita rimaneva un buon 80% di quello che avrei voluto buttare giù. Tutto ciò che di negativo ci potesse essere, mi rimaneva appiccicato alla punta delle dita. Non riuscivo a mettere giù le mie sensazioni nero su bianco.
E non ci riesco nemmeno adesso.
In questo momento sono appollaiata sulla mia sedia al mio tavolo con musica rilassante nelle orecchie. Ho uno strano senso di mal de vivre addosso, non so perché. Oggi non è successo davvero niente, è stata una giornata inutile da morire. Però non so che diavolo mi prende: se ci riuscissi, piangerei. Però non ci riesco nemmeno quando ho una valida motivazione per farlo. Figuriamoci piangere così a caso dal niente.
Quello che servirebbe a me è un dispositivo, collegato con il mio cervello, che possa riportare nero su bianco esattamente tutto ciò che mi passa per la mente.
Mi farebbe molta paura, perché la mente è qualcosa di incontrollabile e ogni tanto elabora pensieri decisamente inquietanti... ma forse mi servirebbe anche per capire meglio la mia situazione.
E una cosa che mi fa più che paura è che sto cominciando a capire la cosa dei "tacchi delle scarpe".
Chi ha letto "La Profe - Diario di un'insegnante con gli anfibi" di Antonella Landi (Mondadori 2007) (anche pubblicità gratis, non mi paga nessuno per farla!) può capire di che cosa sto parlando. Se non lo avete letto.... fatevi una cultura, ignoranti!
Forse però dovrei piantarla di scrivere.
Ho lo stomaco che mi sta dicendo che è decisamente ora di cena.
EEEEEEEEE bon. Si va a mangiare. Che magari mi passa anche il male di vivere.

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