venerdì 7 ottobre 2016
Triest - Umberto Saba
stieg dann einen Steilhang hinauf,
der unten bewohnt ist, oben verödet,
unschlossen von einer niedriger Mauer:
ein Winkel, wo ich alleine
sitze; und mir scheint, mit der Mauer
endet die Stadt.
Triest hat einen spröden
charme. Nach Laune
gleichts einem ungeschliffenen, hungrigen Laubsbuben,
der blaue Augen hat und viel zu plumpe Hände,
um eine Blume zu verschenken;
wie eine Liebe
mit Eifersucht.
Von dieser Höhe erspähe ich jede Kirche, alle Wege,
die zur dichtbesiedelten Küste führen
oder zum Hügel, wo sich auf steiniger
Kuppe ein letztes Haus festkrallt.
Alle
Dinge umflimmert
seltsame Luft, eine quälende Luft,
die Heimatluft.
Meine Stadt, an allen Enden voll Leben,
hat auch den passenden Winkel für mich, für mein scheues,
beschauliches Dasein.
Traduzione di Paul-Wolfgang Wuhrl
sabato 30 luglio 2016
Ein Jahr später
Oggi però ho una grande novità.
I 31 Tage in Wien, che già si erano prolungati lo scorso ottobre con "We are musical", a marzo con il primo viaggio da felicemente fidanzata e a giugno con "Ich war noch niemals in New York" ... proseguono! Infatti in questo momento dovrei preparare la valigia perché domani si parte!
Il miglior moroso del mondo (che è il mio) mi ha regalato una vacanzina a Vienna. Il motivo? Semplice: lunedì qualcuno compie gli anni!!!!
L'anno scorso, come ricorderete, ho festeggiato il mio compleanno numero ventuno a Vienna. E proprio là festeggerò anche il numero ventidue.
Tornare a Vienna un anno dopo, felicemente fidanzata e di un anno più vecchia sarà strano ma anche molto emozionante.
Wenn du es träumen kannst, kannst du es auch tun.
martedì 21 giugno 2016
Notte prima degli esami
"Ma', non ne ho la più pallida idea di chi potrebbe uscire..."
"No dai, io di D'Annunzio non so niente!"
"O D'Annunzio o Pirandello"
"E se quest'anno uscisse Pascoli??"
"Seeee, e gli asini volano!"
mercoledì 15 giugno 2016
Maturità - tre anni dopo
Io tre anni fa ero esattamente così.
Il 19 giugno prima prova. Il 20 seconda. Il 24 terza. E il 3 luglio la definitiva liberazione da quel carcere dove sono stata cinque anni: altrimenti detto, l'orale.
Sono stati giorni di grande ansia, di grande paura e di grande smaltimento di chili (ben 10 in un mese!) in cui veramente ho messo in gioco tutta me stessa e tutto quello che ho imparato in 13 anni di scuola. Ero io contro i commissari, per il resto non me ne fregava niente di niente. Dovevo percorrere la mia strada senza preoccuparmi di quello che mi stava intorno. Si stava per chiudere un capitolo non esattamente tra i più felici della mia vita, e non avete idea di quanto io ne fossi felice.
Tornassi indietro però la rifarei subito.
Perché ogni esame universitario è come la maturità.
E quindi i maturandi che si disperano su Twitter mi fanno tanta tanta tenerezza e non vedo l'ora che sia l'anno prossimo per vederli twittare #sessioneestiva ancora più disperati di adesso.
martedì 24 maggio 2016
Du bleibst bei mir!
Wenn es dich glücklich macht,
Glaub an Ideen, die du dir spinnst.
Der Lauf der Welt steht fest,
Träum dir naiv den Rest,
Du weißt, dass du niemals gewinnst.
Dein Weg ist vorbestimmt.
Es gibt für dich kein zurück,
Wehrst du dich auch noch so sehr.
Ich bin dir angetraut,
Ich bleibe deine Braut,
Du entrinnst deinem Schicksal nicht mehr.
Ich bleib die Frau hier am Thron
Und an Würden dir gleich.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib die Frau mit dem Anspruch
auf Krone und Reich.
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Lad dir nur Dirnen ein,
Das mag so Usus sein.
Doch höre, weiter gehst du nicht!
Spar dir den Selbstbetrug,
Du weißt es gut genug,
Du bist ein Prinz, gehorch der Pflicht!
Bis dass der Tod uns trennt,
Bleibst du mein Gatte,
Weil Gott es für uns so ausersah.
Mag es auch bitter sein,
Rudolf gesteh’s dir ein,
Wo du gehst, wo du stehst, ich bin nah!
Ich bleib die Frau hier bei dir,
Teil ich auch nicht dein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Ich bleib das Graun deiner Flittchen
Ob blond ob brünett –
Denn bei allem was heilig ist,
Schwör ich dir, du bleibst bei mir!
Spür’ wie der Zweifel in dir dich ergreift
und jagt, ewig plagt und sagt…
Ich werd die Frau an der Macht,
Teil’n wir auch nicht ein Bett.
Mich wird der Adel Europas als Kaiserin ehren.
Sie werden mich in dein Grab legen
auf dein Skelett.
Denn bei allem was heilig ist, schwör ich dir,
Du bleibst bei mir!
Vor dem Allmächtigen schwöre ich,
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
Du bleibst bei mir!
domenica 22 maggio 2016
Guardando un po' più in là
Ieri sera, dopo una giornata meravigliosa trascorsa insieme, ho avuto la bella pensata di dirgli: "Per quel che riguarda la laurea magistrale, penso di provare a entrare sia qui che a Forlì". BUM. Non l'avessi mai detto!
Da lì è nata una discussione che ha fatto crollare a terra entrambi e che già da adesso ci sta mettendo a dura prova.
Sì, è un po' prematuro parlare già di laurea magistrale dal momento che sono al secondo anno di triennale (questo vuol dire che davanti a me ho la sessione di esami, tutto il terzo anno, la sessione di esami del terzo anno, la stesura della tesi e la discussione) (chiamalo poco!) quindi è una discussione che riguarda qualcosa che avverrà nella migliore delle ipotesi fra un anno e mezzo, due anni circa. Ma io ho voluto essere chiara nel dirgli questa cosa, dal momento che riguarda sia me come persona che noi come coppia. La cosa peggiore è che avevamo appena finito di dire che, quando avrò la laurea triennale in mano, si potrebbe anche pensare di andare a convivere. (Per mamma: se mi stai leggendo, stai tranquilla! per ora sono solo idee!!) E invece BUM, ho fatto un bel casino.
Logicamente non è detto che succederà. Hai visto mai che nell'arco di un anno e mezzo decido di provare a entrare alla magistrale solo a Trieste magari riuscendoci pure? Hai visto mai che provo da entrambe le parti ma per una questione di culo riesco a passare solo a Trieste? Hai visto mai che riesco a entrare a Forlì ma all'idea di cambiare città e cambiare completamente vita mi cago in mano e decido di cercare lavoro a Trieste in attesa di eventualmente ritentare l'anno dopo? Al momento tutte queste non sono che ipotesi, idee, fantasie. Per ora non succede niente di tutto questo. Per ora ho davanti a me "solo" una sessione di esami molto intensa e un'estate che non si prospetta come uno zuccherino perché dopo c'è anche la sessione autunnale, che è un grandissimo "mai una gioia".
L'unica cosa che mi dispiace è che con una semplicissima frase sono riuscita a mandare in vacca la bellezza di quasi cinque mesi di morosaggine. Però mi consolo pensando che almeno ho affrontato subito la cosa, e non è un discorso che verrà fuori come un fulmine a ciel sereno magari il giorno della mia laurea. Sinceramente non mi pento di quello che ho detto ieri. Solo magari avrei potuto farlo in un altro modo, in un altro momento o che ne so io. Sta di fatto che in questo momento le cose stanno così. Io mi sento appesa a un filo che ho paura che si possa spezzare da un momento all'altro.
Quando sono venuta a vivere a Trieste mi sono detta: "Bene. Adesso ha inizio la mia vita triestina. Spero di riuscire a arrivare alla laurea ancora single così almeno non ho niente e nessuno che mi tiene legata a Trieste e sono libera di muovermi e decidere quello che mi va per il mio futuro". Per mia fortuna le cose non sono andate così e infatti sono felicemente fidanzata da quasi cinque mesi.... E' un bene? E' un male? Chiedetelo a Moroso.
Per adesso è tutto.
Detto questo, vado a studiare. Che la sessione è lì che si avvicina e io non ce la posso fare.
sabato 14 maggio 2016
Cosa si combina?
Solo: ho troppe cose da fare, troppi esami che si avvicinano, troppi testi da scrivere e da tradurre.
Cosa sto combinando in questo periodo, insomma?
Tutto e niente.
Mercoledì ho dato una parte dell'esame di Lingua e traduzione tedesca II e non dico che sia andato da 30 e lode ma credo che sia andato bene. La parte di grammatica dovrei averla fatta abbastanza bene. La traduzione l'ho fatta tutto sommato a orecchio. Mi ha aiutato tantissimo pensare a tutto quello che ho imparato stando un mese in Austria.
La cosa figa: vedo una parola e immediatamente ne so la traduzione, solo che non ho la minima idea di come io faccia a saperla o dove l'abbia imparata. Da quale libro, da quale edizione del telegiornale (daserste.de dio ti salvi ora e sempre amen), da quale musical, da quale esercizio di grammatica...non si sa, sta di fatto però che la so e non ci poniamo il problema.
Martedì e mercoledì ho due parti di esame di francese: martedì un orale e mercoledì uno scritto su traduzione turistica. Quindi devo andare a rileggere appunti a manetta perché la prof che ci corregge lo scritto è una delle persone più intransigenti che io abbia mai incontrato. E dal momento che ci tengo molto a francese ... al lavoro!
Poi che altro? Insieme a Moroso ho cominciato a progettare viaggi viennesi per placare la nostra fame di musical. Non ce la facciamo senza musical, è come toglierci l'ossigeno (o anche il cioccolato!) Martedì abbiamo assistito alla conferenza di presentazione di un musical al Raimund Theater a Vienna e, grazie ai miei strampalati appunti, stiamo piano piano buttandone giù una sorta di articolo/recensione/commento/whatever che finirà su una simpatica webzine dal titolo "Amici del Musical" su cui Moroso scrive da ... uhm ... un po' di anni, direi. E proprio per questa webzine Moroso ha in mente tante collaborazioni, tra cui una... con me, sulla quale stiamo già lavorando. Perché in ogni caso siamo una coppia di pazzi disagiati ma siamo una squadra perfetta. Dove non arriva uno arriva l'altro, su qualsiasi cosa e in qualsiasi momento.
Che altro faccio? Preparo gli esami. E anzi, teoricamente dovrei star scrivendo un testo in olandese su qualcosa di tipico dell'Olanda mentre praticamente sono qui a muovere le dita sulla tastiera e a allenarmi a scrivere senza guardare la tastiera ma guardando solamente il monitor. Ogni tanto le mie dita bisticciano tra loro per l'ordine di successione (prima l'indice o prima il medio?) e ho notato che, ovviamente, la mano destra ha una grandissima prevalenza sulla sinistra, che comunque occupa una buona fetta di tastiera. E soprattutto ho notato che uso tantissimo anche l'anulare sinistro, cosa che facevo veramente di rado prima. In compenso sto notando che non uso affatto i mignoli, e la cosa comporta che in realtà uso solamente indici, medi e anulari. Perché sì, sono l'unica persona nel mondo che non schiaccia la barra spaziatrice con il pollice ma lo fa con l'indice destro. Mai con il sinistro. Solo con il destro. Che roba strana!!
Per concludere questo post pregno di disagio propongo l'evento di ieri: mi sono scottata con la pentola in cui stava cuocendo il mio pranzo. Ho preso la pentola con le presine e non si sa bene come mi è scivolata dalle mani. Ovviamente l'acqua bollente schizza dappertutto: anche sulla mia pancia, su cui ha lasciato un segno molto simile al logo della Nike, e sul polso sinistro, su cui mi ha lasciato un segno simile alle stigmate di Padre Pio.
Perché comunque il disagio regna sovrano.
E a proposito di pranzo: il mio stomaco brontola, urla e chiede cibo.
A sto giro mi sa che mi tocca alzarmi e mettermi ai fornelli.
giovedì 5 maggio 2016
Un mese dopo
Semplicemente cosa ho fatto?
Tutto e niente.
Ho studiato parecchio, mi sono tolta dalle scatole alcuni preappelli e alcuni esami parziali, ho fatto concerti, ho mangiato come un boiler, ho assistito a conferenze, ho visto film, ho preso il sole.
Tra le tante cose mi si era anche tappato un orecchio, ma non mi faceva male. Quindi sentivo solamente i volumi sfasati da un orecchio all'altro e questo fastidio mi è passato senza prendere medicine ma solo con un po' di acqua delle Cinque Terre da nebulizzare nel suddetto orecchio.
Che altro?
Beh, direi proprio niente di che.
Oggi è il cinque maggio, Napoleon Day.
Non c'entra assolutamente niente con la mia vita ma mi sentivo in dovere di dirlo.
Detto ciò qualcosa mi dice che torno a studiare.
Tra meno di una settimana devo dare un esame di tedesco e non sono pronta. Né fisicamente né psicologicamente.
A noi due, tedesco.
giovedì 7 aprile 2016
Cambio di stagione
Oggi fa talmente caldo che sembra estate.
Non so più come vestirmi.
Esco di casa che sto bene, arrivo in Università (cinque minuti a piedi) e muoio di caldo.
Ma so che se mi vestissi di meno avrei freddo.
Che vitaccia.
E in tutto questo, mentre là fuori la gente prende il sole, io perdo gli occhi su un testo in olandese che, come i Rotoloni Regina, non finisce mai.
Sparatemi.
Adesso.
lunedì 28 marzo 2016
Dark Sky Island
Mentre faccio colazione e medito su cosa fare di me in questa giornata dal tempo schifido, riascolto l'ultima creazione della mia fata irlandese preferita.
Mi soffermo sulla traccia che dà il nome all'album.
La traccia numero sette.
"Dark Sky Island".
(cliccate sul titolo, aspettate che YouTube carichi il video, mettetevi comodi e lasciatevi andare)
Listen to the waves become
the blue voice of the sea,
and they whisper as they touch the shore:
"Come back to me, come back to me".
Boat by boat upon the waves
all come to find the light
in the darkness of the sky above.
"Come back to me, come back to me".
Twilight comes to close the day
and let the night break free,
and from deep blue skies the heavens rise.
"Come back to me, come back to me."
"Come back to me, come back to me."
Moonlight brings the ocean stars
like waves upon the sea
and the midnight shre calls out once more:
"Come back to me, come back to me."
"Come back to me, come back to me."
"Come back to me, come back to me."
Perché amo tanto questo brano?
Come tantissimi brani di Enya, anche "Dark Sky Island" è in grado di trasmettere un senso di calma e di tranquillità che riesce a trasportare chi ascolta questo tipo di musica in un mondo parallelo, in un'altra dimensione in cui predomina il colore blu o comunque dove a regnare sono i colori freddi con però quella puntina di calore che porta serenità e pace interiore.
La voce di Enya fa solamente da "tramite" in qualche modo fra l'ascoltatore e questa dimensione parallela.
Provate, mentre ascoltate Enya, a chiudere gli occhi. Dove vi portano la mente e la fantasia?
Enya, attraverso i testi scritti dalla paroliera Roma Ryan, ci guida nella piccola isola chiamata Sark in cui la luce elettrica non esiste e sulla quale si può arrivare solamente tramite battello. Su quest'isola, data la totale assenza di luce artificiale, di notte le stelle sono decisamente più visibili rispetto a qualsiasi altro luogo abitato nel mondo. Sì, perché c'è qualcuno che abita su quest'isoletta che viene designata come "dark sky island", ovvero l'isola dal cielo scuro.
Ecco. Quando ascolto la traccia numero sette, quella che dà il titolo all'album, io vedo un cielo di un blu intensissimo e un immenso tappeto di stelle.
E almeno per un po' mi dimentico del tempo schifido che c'è là fuori.
sabato 26 marzo 2016
Sorellanza, morosaggine e disagio
Quest'anno abbiamo fregato il sistema e per la prima volta ho applicato il "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi" rimanendo felicemente in terra giuliana.
Non solo. Dalla Liguria è infatti giunta una delegazione di parentado composta da mia sorella e dal suo zaino improbabile per trascorrere qui le vacanze di Pasqua e, già che ci siamo, per conoscere Moroso. Mi pareva infatti giusto che almeno qualcuno potesse conoscere Moroso nel suo habitat naturale e vedere come mi comporto al di fuori del territorio ligure.
E quindi, patteggiando con i miei, organizziamo per mia sorella quattro giorni in terra giuliana.
In realtà i giorni effettivi sono due e mezzo perché ha messo la zampa su suolo triestino giovedì verso le sei di sera e ne ripartirà domani nel primo pomeriggio. Tra l'altro, cambiando l'ora la devo anche sopportare un'ora in meno! Viva l'ora legale!
E nzomma, la xe rivada giovedì pomeriggio. Si butta sul letto, ma poi la porto a fare un giro sul Molo e andiamo a ciccioneggiare cenando da Spiller. Di solito ci vado con Moroso e prendiamo cibo tipico del Tirolo, ma questa volta avevamo voglia di pizza. Ottima, tra l'altro. E i camerieri assolutamente cocoli e disponibili. Dopo Spiller le faccio fare un giro in Cavana e andiamo a fare i selfie con le statue di Svevo, Saba e Joyce. Dopodiché, sfatte come non mai, torniamo a casina.
Venerdì tutto il giorno in terra slovena accompagnate da Moroso. Avevo l'ansia che loro non si stessero simpatici, avevo paura che mia sorella si sarebbe annoiata a girare per Lubiana con una coppia strampalata come noi, che passiamo dallo sbaciucchiarci al prenderci in giro nell'arco di cinque secondi. Abbiamo fatto i piccioncini quanto basta, ci siamo presi in giro, abbiamo detto tantissime cazzate e ci siamo divertiti. Mi sembrava che quel matto di mio moroso e quella pazza di sua cognata si conoscessero da un sacco di tempo. Questa cosa mi ha fatto un piacere immenso.
Stamattina siamo andate al castello di Miramare. C'era troppa gente e quindi abbiamo evitato la visita del castello, però abbiamo fatto un bel giretto nel parco. Tanto, tanto disagio. Tipo: "Siediti sulla Paolo Bitta!" oppure "Ti faccio una fotah!". Torniamo verso casa e cerchiamo di fare una spesa non dico decente ma almeno ci proviamo. Fallendo miseramente, ma shhhh! Verso le due ci vediamo con Moroso dal tram di Opicina per andare da Vatta, uno dei café più in di tutta Trieste. Mangiamo Sacher e beviamo the. Poi facciamo a piedi un bel pezzo della Napoleonica. Rotoliamo verso il tram per tornare in città e scopriamo che ci sono i mercatini di Pasqua. A un giro in mezzo alle casette non si può dire di no, e quindi...
In sostanza: sono molto contenta di questi due giorni. Soprattutto per il fatto che vedere Moroso e sorellanza che si prendono in giro fra loro è una delle cose più belle.
Quando le paure che tu hai si sciolgono in un "Te ciogo pel cuuuuul" capisci che quello che hai a fianco è davvero l'uomo giusto.
("Te ciogo pel cul" = "ti prendo in giro", ndC)
sabato 19 marzo 2016
Wir in Wien: wer hätte gesagt...?
Sì, è un orario altamente improbabile per scrivere un post.
Sono le tre meno un quarto di mattina di questo sabato 19 marzo 2016. La mia giornata ancora non è cominciata eppure ho sonno. Sarà che stanotte praticamente non ho dormito?
Rapida spiegazione: non sono mai stata una persona tanto mattiniera, e anzi da quando vivo fuori ho scoperto di avere davvero un rapporto complicato con la sveglia. Con questo intendo dire che sì, sento la sveglia...ma me ne frego, la spengo, mi giro dall'altra parte e dormo altre due o tre ore. Quindi giustamente vi starete chiedendo che diavolo ci faccia io sveglia a quest'ora. Semplice: ho il treno per Udine alle 5 e mezza circa. Sì, ho puntato la sveglia (anzi, le sveglie), ho lasciato le tapparelle semichiuse per far passare un po' di luce ma non troppa...perché ovviamente oggi non posso rischiare di non sentire la sveglia! Il punto è che per paura di non svegliarmi non ho dormito affatto. I miei occhi si stanno chiudendo e non è un segnale positivo.
Ma il domandone da un milione di dollari è: che cacchio vai a fare a Udine alle sette di mattina? Beh, facile: prendo un treno per Villach, da dove prenderò un treno per... ebbene sì, per Vienna. Torno nella mia amata Vienna.
Ma la vera grande novità è che non ci torno da sola. Per la prima volta nella mia vita viaggerò in compagnia. No, non sto parlando dell'ImPaperatrice e di Pascal (detto Pascualo). No, no. Cioè, loro ovviamente sono già nella mia borsa, da fedeli compagni di viaggio. Ma viaggerò in compagnia di una persona fisica, in carne e ossa. E pensa i giri assurdi che fa la vita: questa persona e io ci siamo conosciuti a ottobre ....guess what? A Vienna! Ricordate quando sono andata su a vedere il super gala di musical al Raimund Theater? Ecco. Ci siamo conosciuti nel disagio del dopo-teatro. Ora: solo io posso andare a Vienna e là conoscere un triestino. Ma la cosa assurda non è tanto questa quanto il fatto che noi due siamo praticamente uguali sotto tantissimi aspetti. Lui è germanofilo come me, ama Vienna quanto la amo io, è appassionato di musical, vive di musica (lui sul serio, non come me che non sono altro che una cialtrona!), fa il Masterchef della Sacher insieme a me e tanto altro. E 'nzomma, sì, è da gennaio che sopporta una morosa particolarmente rompiscatole, Grammar Nazi, germanofila, "pigna in culo" come lui affettuosamente la definisce....che poi sono io.
E quindi oggi sperimentiamo la nostra morosaggine in terra straniera ma in un posto che è casa per noi. Entrambi conserviamo ricordi meravigliosi di quella città e adesso vogliamo provare a costruire altri ricordi viennesi. Però insieme. E quindi contano doppio!
La cosa grave è che torniamo sul "luogo del delitto" ovvero al Raimund, dove ci siamo conosciuti.
Non si dovrebbe mai fare.
Ma a noi non interessa. Siamo stati al castello di Miramare, che si dice porti nera alle coppie. Siamo ancora una coppia. Quindi che mai potrà succedere in un teatro in cui l'ultima volta che ci ho messo piede ho conosciuto colui che sarebbe diventato mio moroso?
Detto questo, ho un'ora di tempo prima del suono della mia sveglia. Guarderò il soffitto.
Buon viaggio a noi.
"Wer hätte gesagt...?"
giovedì 17 marzo 2016
La primavera è alle porte!
Tra quattro giorni inizia finalmente la primavera.
L'aspettavo tantissimo, più che altro perché soffro molto il freddo e dell'inverno iniziavo a non poterne più.
Ma la cosa più bella della primavera è che inizio a sentire l'allungarsi delle giornate.
In inverno alle quattro è già buio.
Oggi dovevo uscire per le cinque per andare a fare un giro sulle Rive.
"Ma no dai, non porto gli occhiali da sole".
E indovinate chi è che ha camminato controsole sulle Rive senza vedere una cippa?
Esatto, proprio io!
Sono contenta che stia arrivando il caldo perché in realtà io sono una lucertola. Sono una bestiolina a sangue freddo che vivrebbe perennemente al sole. E invece devo sopportare l'inverno, il freddo, il vento, la pioggia e - trovandomi a Trieste - la bora. D'estate invece sto sempre molto meglio. Caldo, sole, venticello leggero, occhiali da sole sul naso e via a studiare in pineta o sul Molo!
L'unico lato negativo della cosa è che conseguentemente si sta avvicinando anche la sessione estiva. Ma shhhh!, non ci pensiamo.
E aspettiamo che sia domani per prendere ancora un po' di sole.
domenica 13 marzo 2016
Céa-maa-nia
In questo momento mia sorella Cooleeah si trova in Céa-maa-nia.
Tra una settimana le toccherà rimettere piede su suolo italiano.
Non ne ha voglia, vorrebbe rimanere lassù.
Scusate ma io per questa cosa gongolo a schifo.
Tutta la fatica che ho fatto per passarle, a mio modo, un pochino di tedesco sta finalmente dando i suoi frutti.
Perché come si dice... il frutto non cade mai troppo lontano dall'albero.
giovedì 10 marzo 2016
Otto Määääärz
Poi, Gott sei Dank, si torna a casa perché è ora di pranzo.
Pomeriggio che si fa? Piove, il tempo è brutto, fa freddo: il tempo ideale per vedermi con mio moroso!
E 'nzomma, ci accordiamo sull'orario e (non) decidiamo il da farsi. Appena esco di casa, mi si materializza davanti con un meraviglioso mazzo di mimosa con al centro una rosa arcobaleno ("Una rosa gay!", cit. mia sorella). Ora, va bene che sono un cuore di marmo...ma mi stavo sciogliendo!
Dal momento che il trandeòpcina non funge, ci svacchiamo sulla 2 e andiamo a Opicina. Destinazione: Vatta, ovviamente! Ormai là siamo praticamente di casa. Ed è uno dei posti più in di Trieste. *mette gli occhiali da sole* *Stayin' alive, stayin' alive, ah ah ah ah!* Roba che potremmo andare da Vatta anche in zavate comode e pigggggiama!
E che cosa prendiamo? The caldo e Sacher. Perché Masterchef è sempre in agguato. E stavolta era ottima. Viva Vatta ora e sempre, amen!
Inutile dire che sono tornata a casa praticamente volando.
Perché avere un moroso è tanto bello.
Ma avere il miglior moroso del mondo è assolutamente impagabile.
sabato 5 marzo 2016
"Lehren heißt lernen"
Insegnare significa imparare.
Chi ha letto certi post di qualche mese fa sa che io sono figlia e nipote di insegnanti. Per questo credo di sapere abbastanza bene che cosa voglia dire insegnare.
Però non sono un'insegnante. Sono ancora una sssimpatica studentessa universitaria che tutto vorrebbe fare meno il lavoro che fa mia mamma, che fanno i miei zii e che faceva mia nonna. No, io non ho né testa né pazienza per quel tipo di vita. Certo, ho la pazienza per tradurre articoli di giornale o per passare ore a sentire notiziari nelle lingue più assurde... ma non per trasmettere quello che so a qualcun altro.
Eppure.
Eppure da un mesetto ho iniziato a dare ripetizioni di tedesco. La mia allieva ha 13 anni e fa la terza media. Pensavo che sarebbe stato uno scherzetto da niente, una cosa solo per guadagnare un pochino e mettere un po' di soldi da parte. E invece sto iniziando a capire che cosa vuol dire davvero insegnare.
Vuol dire innanzitutto che chi sta davanti a te pensa che tu sappia davvero tutto. E tu non puoi far finta di niente: se insegni, devi anche sapere. E devi avere anche coscienza di quello che dici, perché se vai a dire cavolate sei finito. (Non come fanno certi professori che insegnano senza sapere...)
O meglio: un conto è un insegnante sadico che non sa fare il proprio lavoro e quindi insegna ad minchiam e poi se dà voti oltre il 6 è un autentico miracolo. Sì, esistono professori sadici che pensano che tanto sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico. Io vi do i votacci, voi vi arrangiate. Altra cosa è la condizione in cui mi trovo io, ovvero una studentessa che sta cercando di imparare le stesse cose che insegna a un'allieva di otto anni più piccola di lei. Se io sbaglio qualcosa, i votacci li prende lei. E se lei prende voti bassi va da sé che io non sono in grado di fare quello che mi viene richiesto, e quindi non mi arrivano più soldi in cassa. Quindi è anche per questo che l'altro ieri sono stata fino a mezzanotte a cercare esercizi da fare, a provare a rielaborare regole di grammatica in modo da renderle il più comprensibili possibile, a studiare un modo intelligente di spiegare cose che per me sono più che automatiche, a riempire tabelle con pronomi personali nei vari casi e via dicendo.
Una delle poche cose di cui sono fiera di me è il modo con cui io prendo il mio lavoro. Sul serio ma allo stesso tempo cerco di renderlo leggero sia alla mia allieva che a me stessa. Sul serio perché le cose funzionano solo se fatte in un certo modo. Se si lavora bene, con metodo e serietà, le cose vanno avanti, i voti passano dal quattro al sette e i soldi entrano in cassa. Cerco di renderlo leggero perché io lavoro al venerdì pomeriggio, dopo una settimana universitaria: se mi comporto da persona noiosa è la fine, mi annoio e mi addormento anche io. Quindi cerco di fare un po' la Mary Poppins che dalla sua magica borsa (la famosa MaryTasche!) tira fuori qualsiasi cosa. Lo strumento più indispensabile della mia vita: i pennarelli colorati. L'unico modo per ricordarsi le desinenze e i casi è colorarli in modo diverso. Ho testato questo metodo sulla mia allieva e funziona alla grande. O anche il genialissimo metodo che ho elaborato per farle imparare a leggere i numeri: invertire l'ordine delle cifre con uno schema un po' improbabile ma che ha dato i suoi frutti: ora non mi sbaglia più nemmeno una data!
Ieri è stata una giornata abbastanza orrenda nel complesso, sono tornata a casa con il cervello che fumava. Però ero soddisfatta perché ero riuscita a spiegare e a far capire alla mia allieva un argomento che mi ha fatto sudare ben più delle canoniche sette camicie. Uno degli argomenti più ostici che ho incontrato nella grammatica tedesca che ho studiato al liceo. Era talmente complicato per me che pensavo che non sarei mai riuscita a spiegarlo a nessuno. E invece...
Con un po' di cattiveria mi viene da dire grazie ai professori che non sanno svolgere il loro lavoro.
Grazie a voi noi studenti squattrinati possiamo dare ripetizioni e, oltre che a mettere soldi in cassa, abbiamo continuamente modo di confrontarci con noi stessi.
giovedì 3 marzo 2016
La nobile arte del procrastinare
Sono nata il 1 agosto 1994.
Nemmeno nata e già procrastinavo. Sembra che il rimandare cose importanti sia parte di me da sempre.
E' cosa risaputa che io non sia in grado di organizzare le millemila cose che ho da fare.
Soprattutto qui in Università. Non ce la faccio.
Avrei bisogno di qualcuno che mi stesse sempre addosso a dirmi di fare questo, di fare quello, di studiare quell'altro, di tradurre quell'articolo, di tradurre anche quell'altro, di mettere in ordine gli appunti e via dicendo.
O forse no.
Perché in fin dei conti io mi so organizzare anche molto bene.
Ma solo se ho una deadline molto bassa.
Quando sono in sessione infatti divento isterica. Ma perché? Semplice: perché ho i (fottuti) esami tutti attaccati! E quindi avendo pochissimo tempo a disposizione sono costretta a dover studiare tutto insieme. Ma, prima di tutto, a elaborare un piano di studio molto meticoloso. Capitava infatti che io iniziassi a studiare la mattina e alle tre di notte fossi ancora con il culo sulla sedia e con gli occhi incollati al monitor. Come l'anno scorso quando in sessione estiva ho preparato l'esame di traduzione olandese: ore e ore a leggere (fottuti) articoli che parlavano di politica in olandese. Inutile dire che per capire un articolo devi conoscere testi paralleli in italiano, e quindi via di letture di giornali. Quante sere passate con il ventilatore appiccicato alla schiena (bello dare gli esami a luglio!) a tradurre articoli senza un vero perché! Quante sere passate al telefono con mio padre a farmi spiegare la questione delle elezioni in Grecia senza capire niente! Quante sere gelatino da Zampolli, giro sulle Rive a sbollire l'ansia e poi di nuovo a tradurre! (che vita di merda...) Quando però il 10 di luglio sono finalmente riuscita a passare quell'esame maledetto con un voto anche dignitoso ero la persona più felice della terra. Non tanto per il voto quanto per il fatto che avevo appena vinto la mia ennesima battaglia contro la procrastinazione.
Dìcasi stessa cosa per il famigerato esame di Lingua Tedesca. Un capitolo di un libro in italiano che però dovevamo studiare e tradurre in tedesco. Ma non parlava delle farfalle o degli elefanti rosa: riguardava la diffusione della lingua tedesca nel mondo! E 'nzomma, sono riuscita a fare tutto quel lavoraccio di lettura-traduzione-studio in venti giorni quando avrei potuto benissimo diluirlo in qualche mese. Ma da brava procrastinatrice quale sono, ho vinto di nuovo.
Adesso siamo punto e a capo. L'elenco delle cose che ho da fare è il seguente:
-studiare quintalate di roba sulla cultura olandese per preparare uno stramaledetto esame che avrei il 21 di marzo (sì, il giorno dopo il weekend viennese)
-studiare antropologia, che magari ad aprile riesco a fare il preappello e togliermelo dalle scatole
-studiare LIS, che non sto più capendo una cippa
-fare i compiti della Moira, che sennò martedì vado a lezione da lei e me la faccio addosso dall'ansia
-fare i compiti della Prof JAAAA perché quando non li faccio mi sento in colpa
-iniziare (magari, eh) a tradurre il primo dei tre capitoli che devo studiare per l'esame di Lingua Tedesca che avrò a (forse) maggio
....e chissà quante altre cose che ora mi sto dimenticando.
E invece cosa sto facendo?
Scrivo qui ascoltando mooooooseca.
Perché finché non ho una deadline stretta non riesco a lavorare.
Disagissimo.
lunedì 22 febbraio 2016
"Grüß Gott": nochmal in Wien
Was sagte ich dann? Ich hab den Faden schon verlor´n! Ah ja, die Sisi. Sie weiß genau, was ich fühlte und was ich dachte. Aber jetzt hab ich ´ne große Neuigkeit, und ich MUSS sie ihr unbedingt erzählen. Sie muss wissen, dass ich jetzt glücklich bin. Sie hat mir geholfen, sie hat mir durch mein Leben begleitet...und ich hab ihr etwas versprochen: "Liebe Sisi, ich werde glücklicher als du". Das hatte ich in August gesagt. Und ja, damals war ich glücklich. Ich war komplett allein in meiner Lieblingsstadt. Das Leben konnte nicht besser laufen. Aber mir fehlte etwas, oder - wenn wir es genau sagen wollen - jemand. Ich war allein, weil ich keinen Mann hatte. Jetzt hab ich einen Mann, und das ist mein dritter Punkt. Ich fahre dort, um zu sehen, wie ich eine Reise nicht allein machen kann. Ich bin immer allein gewesen, nicht nur in meinem Leben sondern auch während die Reisen. Das ist die erste Mal, dass ich mit jemand reise. Aber nicht mit irgendjemand, sonst mit meinem Mann! Das ist unglaublich! Ja, es ist unglaublich, dass ich ´nen Mann gefunden hab...! Er ist mein Mann seit Jänner und ich lieb´ ihn sehr...aber ich kann ich mich nicht vorstellen, was in Wien passieren könnte. Und zwar: es könnte sein, dass er mich hassen wird, oder dass ich ihn hassen wird! Oder was noch? Es könnte sein, dass wir verstehen, dass wir genau zusammen passen. Wer kann das wissen? :)
Ich werde gewinnen!
domenica 14 febbraio 2016
Varie, eventuali e disagi del nord est
Passato.
E anche bene.
E quindi ufficialmente ho davvero chiuso il primo anno di università. Finalmente!
Altra notiziona: per Pasqua me ne sto in terra giuliana.
Infatti dovrebbe venir su Cooleeah (comunemente detta "mia sorella").
Devo studiarmi che cosa farle fare, dove portarla, come cazzeggiare ma soprattutto....come farla arrivare quassù am Rand der Welt senza che si perda! Questa sarà la vera sfida.
Domani si ritorna in Università, si riprende la vita normale di quando si ha lezione, si rivedono le brutte facce dei professori, si rivedono i compagni di corso che nemmeno ti considerano.
Là fuori il tempo fa semplicemente schifo.
Piove, fa freddo, c'è la nebbia. Sembra di stare dalle parti di Ronco Scrivia quando fa bel tempo.
E quindi immaginate quando il tempo è brutto la depressione in quei luoghi ameni a che livelli arriva.
Il mio amico cinefilo è al Festival Cinematografico di Berlino, comunemente detto Berlinale. Se non mi porta giù un barattolo di Fluff (la crema spalmabile ai marshmallow) mi arrabbio.
In casa siamo ancora in due. E stiamo bene così. Non voglio che torni la mia compagna di camera, sto tanto bene in stanza con me stessa. Soprattutto della mia compagna di stanza non sopporto la risatina a metà tra lo squittìo e l'isteria. Ma vabbé, si sopporta. Non è una cosa che dipende da me, e quindi...
E insomma, la mia vita va avanti così.
Sognando Vienna e progettando cose.
mercoledì 3 febbraio 2016
Fine primo anno - endlich!
O meglio, io credo di averlo finito perché credo di aver passato lo stramaledetto esame di Lingua Italiana 1.
Se non lo dovessi aver passato, giuro che vado dal prof armata di manganello e lanciafiamme.
E chi s'è visto s'è visto.
venerdì 29 gennaio 2016
Il pacco è arrivato!
Dopo un mese e mezzo è finalmente giunto il pacco che aspettavo direttamente dagli Stati Uniti.
Il pacco contiene il figherrimo regalo per mia sorella.
La questione è: a Pasqua devo tornare in Liguria, quindi.
E vabbé, si sopporta e si fa.
Consegno il pacco e scappo.
Ma almeno il pacco è arrivato. Non ci speravo nemmeno più!
domenica 24 gennaio 2016
La Spiona is back
La Spiona è tornata.
Anche qui a Trieste infatti origlio involontariamente i discorsi altrui, oppure mi limito a osservare le persone che hanno la sfortuna di capitare nel mio campo visivo.
L'altra sera ho deciso di fare un giro in centro dopo cena.
Completamente sola. Così, per schiarirmi un po' le idee e per riflettere in pace. Ma soprattutto per togliermi un po' di malefica ansia da esame.
E insomma, esco e in pochissimo arrivo al Molo Audace. E' là che di solito vado a meditare o anche solo a osservare le onde del mare e le luci della città.
Arrivo in fondo al Molo, dove c'è la rosa dei venti.
Mi siedo e respiro quell'aria freddaaaaaaaaa ma piacevolissima.
Mi guardo intorno. Non c'è nessuno. Beh, sono le nove di sera di un martedì di gennaio. E' pressoché logico che non ci sia nessuno sul Molo, fatta eccezione per la sottoscritta.
Però improvvisamente...vedo qualcuno.
Poco distante da me infatti si materializza....una coppia.
Oh no!, penso. No, le coppiette mielose no, per favore! Tutto ma non le coppiette mielose!
Non sono sufficientemente vicina a loro da sentire che cosa si dicono, ma li osservo da lontano.
E' cosa nota che io non sia in grado di stimare l'età delle persone, ma sarei pronta a dire che la ragazza avesse circa la mia età, o forse uno o due anni più di me. Il suo compagno ... non lo so. Più grande di lei sicuramente. Si tengono per mano e guardano il mare. Sono quanto di più tenero io abbia visto qui a Trieste fino a questo momento.
Torno alle mie meditazioni esistenziali finché a risvegliarmi dal mio stato di trance non è una fragorosa risata. Mi giro: era lei. Quella ragazza lì rideva come una matta. Ma rideva proprio tanto! E la sua risata ha contagiato il suo compagno...e anche me, che non avevo idea del perché di tutto quel ridere. Però li vedevo felici insieme, e sono riusciti a trasmettermi un po' di calma.
Sempre ridendo, lei lo abbraccia. Lui per tutta risposta la prende in braccio e la bacia.
E a quel punto sul Molo c'è un silenzio quasi assordante.
Io mi sono alzata e mi sono avviata verso il mio castello di ghiaccio (detto comunemente "casa mia"). Loro erano abbracciati, e sembrava che non avessero percezione del tempo che passava né del freddo che faceva.
Sono sincera: preferisco spiare così piuttosto che inquietarmi a sentire discorsi di assassini che vengono estradati.
mercoledì 13 gennaio 2016
Vitaccia
Nel frattempo sono tornata nella mia ghiacciaia del quinto piano, ho ripreso le lezioni, mi sono fatta prendere dal panico una decina di volte, ho cantato la mia prima frase da solista a un concerto (un'esperienza mistica, devo dire), ho scoperto di essere indietrissimo con tutto quanto, ho capito che l'esame di febbraio di italiano è una merda, se lo passo è culo, ho capito che non passerò nemmeno il parziale di olandese che ho il 18 ma che razza di lingua è ma chi me l'ha fatto fare. In più quel simpaticone del prof di italiano mi ha anche dato da fare un mega lavoro per mercoledì prossimo. Come se io non avessi un cavolo di niente da fare nella mia vita. E invece devo anche finire un lavoro di tedesco entro mercoledì prossimo perché così almeno mi prendo un punto bonus all'esame finale e trattandosi di tedesco mi fa decisamente comodo perché non è esattamente uno zuccherino.
Detto questo, è meglio se la pianto di scrivere idiozie e mi rimetto al lavoro.
Che i compiti non si fanno da soli.
E l'olandese non si studia da solo.
venerdì 1 gennaio 2016
Buon nano!
In questa città c'è tanto disagio. Ma tanto.
Mamma e io ieri sera abbiamo ben pensato di andare in centro a sentire 101 violoncellisti davanti a Palazzo Ducale. Loro erano bravi... ma c'era un freddo porco, i microfoni funzionavano un po' tanto a caso, la presentatrice aveva una voce che mi urtava i timpani e c'era troppa gente. Quindi giretto in centro storico e si torna a casina al caldo.
A mezzanotte abbiamo brindato: io con la Coca Cola (bella la vita da astemia) e mamma con una tisana per dormire. L'allegria, proprio.
Il primo messaggio che ho inviato: su Uozzap a mezzanotte e tre minuti, un messaggio vocale alla mia compagna di delirio corale in cui ho urlato "MOOOOOOOSECA!" a pieni polmoni. Lei mi ha risposto qualche minuto dopo. Bene, delirio assicurato anche quest'anno.
Poi sto sveglia quasi fino alle tre a rispondere a messaggi e a chiacchierare con persone, dopodiché mi addormento per svegliarmi con tutta calma alle 10.
E salto giù dal letto perché c'è l'appuntamento con il concerto di Venezia.
Sì lo so, l'unico vero concerto è quello di Vienna. Non c'è bisogno che lo si venga a dire a me, viennese inside. Solo che da noi il concerto di Venezia è una vera e propria tradizione. E insomma, "La donna è mobile", "O mio babbino caro", "Va' pensiero" e il brindisi della Traviata ci fanno compagnia in questo primo concerto.
Poi riesco a vedere un pezzo del concerto di Vienna. Ho parlato a lungo di questo concerto durante il mio mese in terra austriaca, quando ho avuto occasione di visitare il Musikverein (Tag 28). Non sono riuscita a seguirlo bene come volevo perché dovevo prepararmi per il concerto qui al Teatro Carlo Felice e perché nessuno in casa mia stava zitto. E vabbé, pace. Tanto lo replicano tra poco in televisione, e io me lo sento.
Prendiamo la macchina e andiamo in teatro. Mamma, Culìa e la sottoscritta hanno i posti in fila 16. Ottimi posti. Il concerto era a base di brani di Rota che hanno fatto da colonna sonora a vari film di Federico Fellini. Concerto molto interessante, sicuramente non convenzionale. Da segnalare qualche momento di disagio applicato: il direttore che a un certo punto prende "la prima violina" e balla il valzer con lei, sempre il direttore che ogni tanto fa una piroetta sul podio, un violoncellista che tira fuori un cerchietto con delle lucine colorate, un contralto del coro al quale cadono tutti gli spartiti addosso a un percussionista e i fiati che a una certa scattano in piedi e iniziano a ondeggiare così a caso.
Orchestra, coro e direttore piroettante ci propongono la bellezza di CINQUE bis. "E adesso eseguiremo La Passerella di Otto e mezzo. E' la nostra risposta alla Marcia di Radetzky". E vabbé.
E quindi, con questi tre concerti, abbiamo ufficialmente inaugurato il 2016. Delirante, teatrante e musicante.
E buon nano a tutti!