Tag 31 : 31 agosto 2015
Ormai sono già arrivata a Trieste, ma è giusto raccontarvi la mia ultima giornata viennese.
Ci siamo lasciati quando ho detto che sono andata a dormire a mezzanotte e mezza. In realtà sono andata a dormire alle due perché avevo davvero troppe cose da mettere in valigia.
Insomma, con sei ore di sonno mi sveglio e finisco di mettere a posto casa, che devo (da regolamento) lasciare entro le 9. Benissimo, che problema c'è? C'è che il mio treno per l'Italia parte dodici ore dopo! E io cosa devo fare, girare tutto il giorno con una valigia, uno zaino, una borsa per il computer e altre due borse? Ma siamo matti?!
E infatti no. Mi dicono di andare nell'ufficio centrale, dove posso lasciare le valigie solo fino alle 15. E poi arrangiati.
L'ufficio è vicino al Rathaus. Una passeggiata: U4 fino a Karlsplatz e U2 fino a Rathaus. Facilissimo. Sì, ma con tutte quelle borse si è rivelato un autentico inferno.
Insomma, arrivo in ufficio, spiego perché devo lasciare lì le valigie .... e scappo.
Mi tuffo nella metro. Obiettivo: Hotel Sacher. Sono giù di morale, sono stanca, ho un nodo in gola. L'unica cosa che può sciogliere un nodo in gola è, appunto, la Sacher.
Mangio quindi un'ottima Sacher accompagnata da tantissima panna. Un paradiso, davvero.
Allora faccio ancora un giretto per il centro, andandomi a piazzare sotto gli alberi in Stadtpark. Hitze ha colpito in modo davvero pesante.
Mentre faccio per tornare verso il centro, un marpione francese ci prova con me. Ma che è, tutti io li attiro?! E insomma, questo tizio parlava mezzo tedesco e mezzo francese con spiccato accento parigino. Evviva il codeswitching! Mi dice che abita nel 12. Bezirk (che lui da bravo parigino chiama arrondissement) e mi racconta tante altre cose di cui non me ne frega niente e che conseguentemente non ascolto. Vabbé, tagliamo corto. Cortesemente lo saluto e me ne vado di nuovo dentro il Ring.
Trovo un Zielpunkt - amato supermercato!!! - e compro tre yogurt alla Schwarzwälder-Kirschtorte. Quegli yogurt mi mancano già da morire.
A quel punto è ora di tornare in Rathaus per recuperare le mie mille valigie.
Non potendo andare da nessuna parte, mi pianto in Rathauspark per riposarmi un po'.
E a quel punto.... il dramma.
Io sono una maniaca dei sacchetti di plastica. Tutto ciò che non è vestiario deve essere in un sacchetto di plastica. Scarpe, shampoo, balsamo, bottiglie d'acqua...qualsiasi cosa deve essere sacchettodiplasticata.
Da regolamento dovevo svuotare completamente la casa. Per fortuna mi rimanevano solo i barattoli del sale grosso e del sale fino. Il sale grosso l'ho messo nel suo apposito sacchetto. Il sale fino....no. Nella fretta l'ho semplicemente infilato nella borsa del computer. In Rathauspark apro la borsa del computer e quello che vedo mi lascia a bocca aperta. Montagne di sale. Montagne bianche. Sembravo la miglior spacciatrice di Vienna con tutta quella polverina bianca. Rovescio tutto quel dannato sale fuori dalla borsa e controllo che il computer funziona. Per fortuna, tutto a posto.
Però poi mi stanco abbastanza facilmente, e in Rathausplatz non c'è nemmeno una WLAN che prende.
In Volksgarten sì. E allora vado là e mi appendo alla santa WLAN per passare il tempo.
In tre ore circa ripenso a tutto ciò che ho visto, fatto e vissuto durante questi intensissimi 31 giorni e vado ancora a fare l'ultima chiacchiera viennese con Sisi.
A una certa, dopo che il sole sparisce dietro il Parlamento, vado a prendere la metro e mi dirigo verso Wien Meidling.
Del viaggio dico solo pochissime cose: innanzittutto dormire in treno è davvero impossibile per me. O mi date dei sonniferi strapesanti o non chiudo occhio, dannazione. Poi, dormire in uno scompartimento da 6 persone è davvero una partita a Tetris. Un incastro di braccia, gambe, piedi e schiene in mezzo a borse, valigie e quant'altro. In ogni caso la mia strategia di rannicchiarmi in posizione fetale e usare il mio stesso braccio come cuscino si è rivelata vincente. Non ho dormito, ma almeno ero comoda e mi tenevo caldo da sola, dal momento che c'era un'aria condizionata talmente forte che sembrava di stare in Antartide!
Parto da Vienna alle 21h44. Tutto bene finché non stiamo UN'ORA fermi a Salisburgo. In pratica il nostro treno era diviso in due parti: metà delle carrozze sarebbero andate a Zurigo mentre l'altra metà - nella quale mi trovavo io - avrebbero continuato il viaggio in direzione Venezia Santa Lucia. Per smembrare il treno e fare la sosta obbligata siamo stati un'ora in stazione. Che depressione.
Quando arrivo a Villach, per il mio cervello sono già in Italia. Infatti la stazione dopo è Tarvisio, il confine. A Tarvisio si vede decisamente molto bene la differenza tra le stazioni italiane e le stazioni austriache. Come "in che senso"? Andate in Austria, guardate le stazioni e capirete.
Dopo Tarvisio c'è Udine. E io scendo, e sono le 6h20. Dieci minuti dopo sono già a bordo di un regionale ultramoderno e ultrapulito diretto a Trieste Centrale.
Casa. Finalmente casa.
Così si concludono i #31TageInWien.
Che ne sarà ora del blog?
Continuerà a essere aggiornato, naturalmente. In fondo, anche la mia vita qui a Trieste è un viaggio continuo. Non avrà il ritmo di aggiornamento di Vienna, in cui ogni giorno c'era qualcosa di nuovo da visitare e da scoprire, e non parlerà più solamente di turismo ma forse anche di altro. Chissà.
Nel frattempo, ringrazio ancora una volta chi ha avuto la pazienza di leggermi fino a questo momento.
Grazie a tutti!!!!
LaCecy
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