Sono in modalità rom in stazione a Meidling.
È l'ultimo aggiornamento dalla terra austriaca.
Infatti tra tre quarti d'ora parte il treno che, dopo un mese, mi riporta su suolo italiano.
È stato un mese davvero intenso, ricco di emozioni e di sensazioni indimenticabili.
Ora sono appesa a una WLAN perché non ho più internet a disposizione nemmeno sul numero austriaco.
Il che vuol dire che sarò reperibile da Tarvisio in avanti. Vale a dire dalle cinque di stanotte. Sento di non farcela.
Ci tengo in questa sede a ringraziare ancora una volta i miei genitori per avermi dato l'opportunità di vivere questa bellissima e indimenticabile esperienza.
Vorrei anche ri-ringraziare l'imperatrice d'Austria, Sisi, senza la quale davvero non sarei qui.
Ultima ma non meno importante: un grazie enorme alla mia amica blogger fiorentina per avermi fatta cappottare dal ridere!!!
E insomma... il mio treno arriva tra poco.
Grazie a tutti voi per avermi seguita fino qui!!!
#31TageInWien è uno stile di vita!
A presto!!!
lunedì 31 agosto 2015
Ultimo aggiornamento da Vienna
Wie ein Panda
Sono arrivata a casa verso l'una. Pensavo di impiegare poco tempo nell'operazione "mettere le ultime cose in valigia". Alle due e mezza ero ancora lì che cercavo di incastrare cose.
Mi sono svegliata venti minuti fa.
Ho pochissime ore di sonno.
Personalmente la vedo molto male.
Lato positivo? Gli occhi. Come il primo giorno, mi fanno sembrare un coccolosissimo panda.
Ma la mia giornata ancora deve iniziare.
E vediamo che cosa succede.
domenica 30 agosto 2015
Tag 30 : non fare niente, fare le valigie
Non mi sembra vero che sia già il 30 agosto. Mi sembra ieri che, seduta alla scrivania triestina, progettavo questo mese meraviglioso...e ora è quasi finito. Non ci voglio credere.
Comunque ... cosa ho combinato oggi, essendo domenica?
Intanto ho dormito malissimo. Mi sono svegliata con la testa che scoppiava, roba che mi sembrava di avere in testa le bombe di Hiroshima e Nagasaki. Non riuscivo ad alzarmi dal letto a causa di meravigliosi dolori addominali, quindi sono rotolata giù. Il tempo è bello. Molto bello. Troppo bello.
Ma è domenica, e non c'è niente da fare.
O forse sì. Si va in Augustinerkirche, ancora una volta, per la terza messa della settimana. Diciamo che sono a posto almeno per il prossimo anno e mezzo.
Questa mattina in programma c'era la Nicolaimesse in re maggiore di Haydn. Bella bella bella.
Momento saliente della messa: il prete si rivolge ai fedeli dicendo: "Spero che voi non siate venuti qui soltanto per ascoltare ottima musica..." Ehm, veramenteeeee sì. Ma shhhh!
Finita la messa, esco dalla chiesa e mi sento svenire. Che bello, ci sono 35 gradi, Hitze è di nuovo con noi! Peccato che io in questo momento percepisca tutte le temperature di almeno 5 gradi in più. Quindi per me era come se i gradi fossero intorno ai quaranta. Volevo morire.
Vado a casina, mangio qualche cosa e inizio a fare le valigie.
Sembra di giocare a Tetris.
Domani vi descriverò la versione definitiva delle mie valigie, perché ancora sto spostando cose da una borsa all'altra. Per adesso abbiamo valigia, borsa IKEA, zaino con libri e borsa computer. Vediamo se domani sarà ancora così.
Però non ce la faccio più. Quindi esco e vado a fare un giro in centro. Automaticamente vado di nuovo in Augustinerkirche per un ultimo giro in una delle chiese in cui sono stata di più in questi giorni. Approfitto del fatto di essere in chiesa per fare due foto con la papera Sisi, sotto gli occhi sbigottiti di un gruppo di turisti.
Allora cosa fare adesso? La risposta è una, ed è ovvia. Volksgarten.
All'ombra degli alberi perché al sole sarei probabilmente svenuta. Sono stata lì a leggere un po' e a riempirmi gli occhi di tutto quel verde e di quella tranquillità che a Trieste non ci sono. Non ho le parole per dire quanto sono stata bene oggi in quel parco. Tanto, tantissimo.
Dopo un giro dalla statua di Sisi torno a casina.
Ebbene, nella giornata di oggi non ho speso nemmeno un euro. Sono estremamente fiera di me.
Adesso però si esce di nuovo. Si va a fare un ultimo giro in Rathausplatz. Anche se stasera c'è Frank Sinatra.
E poi ... si gira ancora sul Ring. Perché è l'ultima sera e me la voglio godere per bene.
E domani... domani chissà.
Ultimi attimi in Volksgarten
Sono di nuovo in Volksgarten.
Uno degli ultimi giri.
Al sole non posso stare.
Ci sono 35 gradi e c'è un vento caldo che sembra l'aria del phon.
Al fresco degli alberi si raggiunge il paradiso. Anche perché il vento caldo non è più così caldo.
Insomma, Vienna è stata hitzig fino alla fine. E mi mancherà tanto.
Anche se a dirla tutta non ho ancora realizzato che domani parto davvero. Mi sembra così irreale...
Tetris e Mary Poppins
Io sto facendo le valigie. E' come giocare a Tetris. E io a Tetris sono una schiappa.
Ho troppe cose e non so più dove infilarle.
Il mio zaino azzurro è pieno di libri. SOLO di libri.
Immaginate quanto cavolo può pesare un Eastpack azzurro che dentro ha solamente libri. Troppo.
Io arriverò a Trieste con la schiena rotta, me lo sento.
Però fuori c'è il sole, e io sono stranamente euforica.
Sto saltellando per tutta la casa cantando le canzoni di "Mary Poppins" in tre lingue diverse. Sembro davvero pazza.
Ma io sono pazza in realtà.
Terzo posto: "Chiudi la bocca, Michael. Non sei un merluzzo"
Secondo posto: "Oh com'è bello passeggiar con te, Bert / raro per davver sei tu / Anche se il tuo aspetto può ingannare, Bert, / scorre in te del sangue blu. // Sei l'uomo più simpatico del mondo, / la buona grazia è tua specialità. / Sei il solo che mi dà serenità / e un dolce senso di tranquillità. / Com'è bello passeggiar con te, Bert, / è tanto bello passeggiar con te!"
Ex aequo: "Conosco un tizio con una gamba di legno di nome Smith" "E come si chiama quell'altra gamba?"
PRIMO POSTO: "E ti consiglio di far riparare questo pianoforte. Quando mi seggo ad uno strumento, mi piace che sia accordato." "Ma George...tu non sai suonare!" "Mia cara...QUESTO NON HA NESSUNISSIMA IMPORTANZA!!!"
Un po' di follia ci sta sempre.
Anche perché, per assurdo, "Mary Poppins" è il musical che mi ha accompagnata durante il mio mese viennese!
Tag 29 : Cecy mani bucate
Primo pensiero della mattina: cosa diavolo faccio oggi? Non ho la testa per fare niente di troppo impegnato ma non voglio nemmeno stare svaccata in Volksgarten tutto il giorno. Quindi vediamo di trovare una soluzione.
Dopo colazione, la mia MaryTasche (leggi: la mia borsa talmente grande da sembrare la borsa di Mary Poppins da cui si tira fuori quasi qualsiasi cosa) e io decidiamo che si può fare un giro per negozi. Tanto oggi sono aperti e domani no. Quindi domani posso fare le valigie con calma.
Valigie. Perché devo fare le valigie? Perché non arriva Mago Merlino a risolvere il problema?
Comunque non ho voglia di prendere la U-Bahn. Infatti prendo il 57A, che passa esattamente sotto casa mia - ha la fermata a due passi dal portone centrale - e mi porta sul Ring. Una comodità assurda!
Scendo al capolinea che è alla fine di Mariahilfer Straße e la ripercorro tutta.
O meglio, quasi tutta.
Perché all'altezza di Neubaugasse decido di andare in un negozio in cui già ero stata e in cui avevo adocchiato alcuni vestiti bellissimi.
Io non me li metterei mai, ma alcuni sono davvero belli.
Poi ne ho adocchiato uno.
Non era un vestito qualsiasi. Era IL vestito.
Guardate questo video. La performer indossa QUEL vestito. E quella performer è la persona grazie alla quale ho ripreso a studiare il tedesco e, indirettamente, grazie alla quale sono qui.
Rapida spiegazione: in un momento in cui odiavo il tedesco, ho trovato per caso su YouTube... quel video di cui ho messo il link. Il brano è del musical "Elisabeth", dedicato interamente a Lei. All'imperatrice. Mi ha folgorata. E' diventata una vera e propria droga. Ho ritrovato la forza di riprendermi in un periodo che faceva semplicemente schifo ma soprattutto ho capito che io e la Sisi sotto certi aspetti siamo davvero uguali. Ho trovato qualcuno che mi somiglia, con un carattere ruvido e spigoloso.
Ma stiamo divagando. La performer del video si chiama Stefania Seculin. Ed è fantastica. E indossa QUEL vestito. Quando l'ho visto nel negozio è stata dura rimanere impassibile mentre dentro di me stavo cantando quel brano come una pazza.
C'era anche in nero.

Questa.
La Cecy con un vestito.
E a questo punto la domanda è d'obbligo.
Rosso o nero?
Tenete conto che quello nero è di una taglia più grande rispetto a quello rosso.
Tenete conto che ho un'aria abbastanza scoppiata perché in quel negozio non c'era l'aria condizionata.
E tenete conto che ero stracontenta per aver provato quel vestito.
Dopodiché, felice e soddisfatta decido di andare a Wien Mitte. Da Thalia.
Devo comprare un calendario e un'agenda.
Detto fatto. Calendario diviso in due colonne, che io dividerò in impegni accademici e tutto quello che accademico non è, quindi prove, teatro e cose simili.
Agenda della Grafik Werkstatt Bielefeld, quella delle cartoline. Bellissima.
Sulla copertina c'è una frase: Folge deinem Herzen auf die schönen Seiten des Lebens, ovvero Segui il tuo cuore nelle pagine più belle della vita. Direi che è azzeccatissima per il 2016.
Esco da Thalia e faccio per andare a prendere la metro quando mi ferma una signora. Avrà una quarantina d'anni, rotondetta, capelli neri e occhi scuri. Mi chiede se credo in Dio. Cerca di convincermi che Dio esiste ed è l'unica via per andare in paradiso. Io la guardo con un'espressione decisamente scettica. Chi mi conosce personalmente sa perché. Io ho un mio modo di credere: non credo in quello in cui credono i cattolici, ho un'altra idea di chi o cosa ci sia "lassù" e di chi o cosa ci prende per mano e ci guida nel percorso della nostra vita. Per me c'è qualcuno lassù che mi guida in tutto quello che faccio, nel bene e nel male. Ma non è Dio. Vabbé, assecondiamo questa tizia e diciamole di sì.
A quel punto ho bisogno di un attimo di riposo.
Meta: Volksgarten. Un po' sotto gli alberi a prendere un po' di fresco. Mi mancherà terribilmente tutto questo. La tranquillità che c'è in Volksgarten non si trova nemmeno lontanamente a Trieste.
Quindi cosa faccio? Dopo un po' però mi stanco a stare sotto gli alberi.
E' l'ultimo sabato viennese e io lo passo sotto gli alberi a non far niente? Non sia mai.
E allora si punta verso Herrengasse. In questa bellissima strada vicino agli appartamenti imperiali compro un'altra MaryTasche. Ovunque vado devo comprare la MaryTasche. Una borsa abbastanza capiente da contenere le millanta robe che mi porto sempre dietro. O ancora peggio, i libri e i quaderni dell'università o gli spartiti.
Felice, contenta e con una bellissima nuova MaryTasche mi dirigo verso Stephansplatz a fare un ultimo giro nei negozi di souvenirs. E allora SBAM. Vedo questa cosa.
Una paperella di gomma a forma di Sisi.
E' troppo carina!
Decido seduta stante di comprarla, e pago tutto in monete non più grandi di cinquanta centesimi. Mi sono finalmente liberata dalle fastidiose e moleste monetine da un centesimo che mi popolavano il portamonete dandomi un fastidio osceno.
Una delle mie performer preferite, Maya Hakvoort, ha anche lei questa paperella. E con questa paperella, che si chiama Maya Quakvoort, fa esattamente la stessa cosa che io faccio con il mio amico Pascal.
Le due Maye infatti girano il mondo insieme.
Solo che la paperella è più piccola del camaleonte di peluche ed è più pratica da portare in borsa. Quindi adesso Cecy&Pascal da coppia sono passati a trio.
Bene. E' ora di tornare a casa. Più o meno.
Vicino a Stephansplatz infatti trovo un tizio travestito da Tigro (il personaggio mattacchione amico di Winnie the Pooh) e ho fatto una foto con lui. Tenerissima!
Secondo voi prendo la coincidenza a Westbahnhof? La risposta è ovviamente no. Come sempre la perdo. Ormai non mi scompongo nemmeno più.
Dopo un'ottima cena (strano ma vero!), la mia serata si svolge prima a fare le valigie (o almeno, le cose grandi che vanno nella valigia grossa) (a quelle piccole che vanno nelle altre borse penso domani) e a ridere leggendo i messaggi su Uozzap di una persona a cui voglio un sacco bene. Una delle poche persone che arriva al mio grado di follia. Una persona che se vivessimo nella stessa città ci sarebbe troppa pazzia concentrata e si arriverebbe all'autodistruzione dei neuroni malati di entrambe. Una persona - e qui tiro fuori l'ésprit de finesse - che ha due palle quadrate. Una persona che ammiro e stimo tantissimo. In due parole, una grande.
Se avete voglia di leggere post un po' più intelligenti dei miei, questo è l'indirizzo.
Intanto è l'una meno dieci, ho gli occhi che si chiudono e il letto pieno di borse e di cose che quindi devo spostare perché non hanno i piedi e non si muovono da sole.
Domani ultima giornata. Chissà cosa combino, dal momento che tutto è chiuso...
Buonanotte e a domani con il penultimo ViennAggiornamento!
sabato 29 agosto 2015
Tag 28 : solo musica per me
Oggi è stata davvero una super giornata. Ma davvero bella bella bella. Di quelle che piacciono a me, di quelle che vorrei ricordarmi sempre quando sono giù di morale o quando penso che non ci sia niente che va per il verso giusto.
Ma partiamo dal principio, che è una giornata ricca di musica e non voglio tralasciare nemmeno una nota di tutte quelle che ho ascoltato oggi.
L'idea, come ricorderete, era quella di seguire le impronte di Walter Ulissevich. Non avete ancora googlato questo nome e quindi non sapete di chi o cosa parlo? Schiappe. Provvedete immediatamente!
Stavo dicendo...Walter Ulissevich. Mi sono svegliata e ho subito pensato che mi sarei dovuta preparare per raggiungere questo luogo mistico dove non tutte le aquile osano, ma poi ho tirato su la tapparella e ho visto che c'era il sole sì, ma con quella nebbiolina inquietante e fastidiosa allo stesso tempo. Dato che il tempo quindi non era propriamente il massimo della vita, ho letto un po' di spartiti perché fa sempre bene - ho ascoltato un sacco i midi e cantato molto poco. Provate voi a cantare a freddo alle otto di mattina con la voce in pasta!. Poi però ho riguardato bene fuori. E c'era il sole.
Ma allora si deve uscire e fare un gran bel giro in centro, decisamente sì.
Obiettivo del giorno: il Musikverein. Il mio sogno da appassionata di musica classica.
Avete presente il Concerto di Capodanno di Vienna? Quello che solitamente viene trasmesso da Rai1 alle quattro del primo di gennaio? Quello che si tiene in quella sala meravigliosa tutta dorata e piena di fiori e con quei lampadari giganteschi? Ecco. Quello è il Musikverein.
Ci si arriva comodamente con la U1, U2, U4 e con tutto quello che passa per Karlsplatz. Dopodiché si fanno due minuti di orologio a piedi ed eccoci arrivati davanti a questo bellissimo teatro.
Sul lato sinistro del teatro troviamo l'ingresso artisti e la cassa del teatro. Vado lì e chiedo se ci sono le visite guidate. La risposta è sì, ce n'è una tra mezz'ora in tedesco o in inglese. Chi indovina in che lingua ho fatto tutta la visita? La mia guida era molto simpatica e disponibile, e ha risposto a una gran quantità di domande. Come sempre ho preso i soliti "due Tipps" sul mio pratico blocchetto...
Giusto per darvi qualche idea di che cosa ho visto oggi...
Al Musikverein, costruito nel 1870, si tengono circa 800 concerti all'anno. Ci sono due sale grandi: la Großer Saal e la Brahms Saal. Queste due vengono usate per i concerti più grandi - in particolare, la prima è quella in cui si svolge il Neujahrskonzert.
Se si scende di due piani però si può raggiungere la Gläsener Saal: questa sala, dalla capienza massima di 200 persone, viene utilizzata come sala prove per l'orchestra sinfonica e per il coro. Su questa sala vediamo riprodotto il palco della Sala Grande, cosicché gli orchestrali possono provare come se fossero già sul palcoscenico del concerto. Questa piccola sala può anche essere utilizzata per concerti molto piccoli. La particolarità sta nella struttura della sala: tutto intorno infatti vediamo delle placche dorate che fungono da "insonorizzanti" per far rimbalzare meglio il suono sulle pareti.
Si prosegue poi nella Metallener Saal, una sala completamente diversa rispetto alla precedente. Innanzitutto il suono in questa sala, al contrario di quanto accade nella Gläsener, non rimbalza affatto. Questo perché le pareti della sala non sono coperte da placche ma hanno dei piccoli buchi.
Ma per cosa viene utilizzata la Metallener? Per i concerti per bambini.
Ogni giorno al Musikverein infatti c'è un concerto studiato apposta per bambini dai 7 ai 12 anni. Nella sala vediamo infatti un pianoforte. I bambini siedono davanti al pianoforte e, qualche fila più indietro, gli eventuali genitori. Ormai sono undici anni che vanno avanti con i concerti per bambini, e da qualche anno questi concerti stanno cominciando a essere molto richiesti dai viennesi.
La nostra guida ci ha anche spiegato che ogni anno si tiene il Ballo dei Wiener Philarmoniker, ovvero dell'Orchestra Filarmonica di Vienna. Per questa grandissima occasione al Musikverein lavorano più di cinquecento persone tra orchestrali e addetti ai lavori che si occupano di specchi, fiori, lampadari e chi più ne ha più ne metta. Le signore devono indossare l'abito lungo e gli uomini il frac. Obbligatoriamente. Non ho capito quanto costa un singolo biglietto, ma comunque una cifra esorbitante. La Metallener Saal viene utilizzata come...discoteca. E c'è sempre un filarmonico che funge da dj. Poverino.
Si sale di tre piani - arrivando al piano 1 - per visitare la Brahms Saal, la più piccola delle due sale grandi. Ha una capienza di 600 spettatori, di cui 400 in platea. Qui si può assistere principalmente a concerti per musica da camera, Lieder o comunque qualsiasi cosa che richieda un organico ridotto, dieci musicisti al massimo. Il palco infatti è molto piccolo. In questi giorni stanno facendo manutenzione: avendo loro concerti ogni giorno, si tengono quattro settimane in estate da dedicare completamente ai lavori come aggiustare le sedie o controllare che i lampadari siano a posto. Ogni lampadario richiede infatti OTTANTA lampadine.
A questo punto si arriva a Lei, Sua Maestà la Großer Saal. La sala del Concerto di Capodanno. Che poi, ci spiega la guida, in realtà i concerti sono tre e tutti uguali. Uno la sera del 30 dicembre, uno la sera del 31 (che fa un po' da "generale") e il più importante e conosciuto, quello del primo gennaio. Il Neujahrskonzert è l'evento musicale più seguito del mondo e ha lo stesso numero di spettatori della finale di Champions League. Per dire.
Capienza della Sala Grande: 1500 persone. Al massimo 1700, dal momento che ci sono anche i posti in piedi che costano SOLO CINQUE EURO!
Tutti i posti della sala sono acquistabili fatta eccezione per due balconi: uno è riservato al Bundespräsident, l'altro...non mi ricordo. Questo per dire che se sei un VIP devi comprare un biglietto esattamente come noi comuni mortali. La nostra guida ci ha fatto l'esempio di Brad Pitt e consorte - quindi non due sconosciuti qualsiasi! - che hanno comprato l'anno scorso un biglietto per assistere a un concerto nella Sala Grande.
Tutte le orchestre del mondo hanno un direttore fisso. I Wiener Philarmoniker...no. I Filarmonici preparano infatti ogni concerto insieme al direttore che li dirigerà al concerto. Ogni orchestrale comunque è professore di orchestra, e quindi nell'eventualità può anche suonare a vista.
Si conclude così la mia visita al meraviglioso Musikverein. In tutto un'ora. Un'ora di meraviglia, un'ora nel mio mondo.
Ma a questo punto è l'una e mezza, e fa caldo. Quindi mi vado a piazzare in Volksgarten sotto gli alberi a prendere un po' di fresco e a raccogliere le idee su cosa fare.
Però non mi viene in mente niente, quindi penso - sempre con la stessa logica geniale - di dirigermi in zona Hofburg. Sicuramente c'è qualcosa.
E infatti.
Nel cortile degli appartamenti imperiali c'è una mostra divisa in quattro parti incentrata completamente sul Congresso di Vienna. Perché questo importantissimo congresso ha avuto luogo 200 anni fa.
Questa mostra, intitolata Idee Europa, si sviluppa in quattro parti: Der Kongress Wirkt in cui viene raccontato che cosa successe esattamente durante quel congresso, le cause, le conseguenze, chi vi prese parte, approfondisce le figure di Napoleone e di Metternich, Der Kongress Tagt in cui viene ribadita l'importanza di questo congresso tenutosi nel castello di Schönbrunn. Der Kongress Tanzt, in cui vengono proiettate alcune scene tratte da un film uscito nel 1931 a Parigi intitolato "Le Congrès s'amuse" in cui per la prima volta il Congresso di Vienna ha un ruolo centrale. Der Kongress Klingt, in cui in due sale troviamo riferimenti a musicisti celebri come Beethoven; nella sala troviamo infatti alcune partiture originali dell'unica opera che ha composto, il "Fidelio". Come dico spesso, grazie al cielo non ha composto altre opere sennò io mi suicido.
Bene. Sono le cinque, e io che cosa faccio? Kaisergruft. L'altra volta ho scoperto di essermi persa delle tombe. Stavolta si paga. 4.50 Euro. Pensavo peggio. Faccio caso al fatto che la tomba di Maria Theresia è stragrande però è originale. Davanti alla tomba di Massimiliano è ancora pieno di alabarde triestine e di messaggi di turisti italiani. Ma anche da Sisi ci sono tantissimi omaggi e messaggi lasciati da gente per cui lei ha avuto un ruolo importante. Sì, anche io ho lasciato un biglietto vicino alla lapide. Ma non vi dico che cosa ci ho scritto. Ma tanto non vi interessa, e quindi andiamo avanti.
Esco dalla Kaisergruft e mi dirigo verso l'Augustinerkirche. Alle 18.30 c'è la Krönungsmesse di Mozart! Yeah!
Peccato che andare in Sant'Agostino il giorno di Sant'Agostino comporta due particolari non trascurabili:
1. due ore di messa in una lingua che non è la tua
2. troppo, troppo incenso
Per Mozart non ho parole. Chi mi conosce sa che non è tra i miei preferiti... ma chi mi conosce sa come reagisco quando sento il suono di un organo. La terra mi vibra sotto i piedi e sento le farfalle nello stomaco. Uno di questi giorni vi spiegherò che valore ha per me la musica sacra.
Momento disagissimo della messa: al momento di recitare il "Padre Nostro" mi viene in mente una canzone di un gruppo tedesco (gli "Oomph!") intitolata "Gott ist ein Popstar" ( = Dio è una popstar) in cui la prima strofa è costituita dal Padre Nostro. In quel momento avrei preferito sentire gli Oomph! piuttosto che essere a messa, ma è uguale. Due ore di messa in tedesco vuol dire praticamente due ore di esercizio di ascolto e di pseudo-interpretazione-simultanea.
Sono le otto e mezza, esco dall'Augustinerkirche. Rapido giro in Volksgarten per poi dirigermi verso Rathausplatz e, conseguentemente, verso una cena. Infatti anche stasera ho preso Bratwurst. So so so lecker! Yum!
Cosa c'era stasera al Wiener Film Festival?
Elton John in concerto.
E andiamo!
Ma dove andiamo?
A prendere il bus, che sono parecchio stanca.
E anche quest'ultimo venerdì viennese è andato.
Chissà cosa combino domani....
A presto con i ViennAggiornamenti!
giovedì 27 agosto 2015
Tag 27 : ho speso un casino ma sono felice
Ci stiamo rapidamente avvicinando alla fine del mese viennese. E anche le mie finanze si stanno avvicinando alla fine. Sì, ho davvero le mani bucate. E sì, il mio non è shopping terapeutico ma shopping compulsivo.
Data la premessa, posso partire con il resoconto di questa giornata in cui ho speso un buon numero di euro in libri.
Ieri sera mi ha scritto la mia amica polacca, Kinga, chiedendomi se oggi avevo voglia di andare a fare un giro in centro insieme a lei. Molto volentieri, rispondo. E allora appuntamento ore 12 alla fermata Stadpark sulla linea U4. Perfetto, che problema c'è?
C'è il problema che io mi preparo sempre all'ultimo secondo. Quindi alle undici e mezza penso vagamente di cominciare a prepararmi per uscire, ma sì che ho tempo dai, posso fare con calma. Questo perché il mio cervello non aveva realizzato che Stadpark è più lontano di Pilgramgasse - la fermata a cui scendevo per andare al corso. Se per Pilgramgasse impiego quattro minuti, per Stadtpark ne impiego una decina circa. E in effetti quando arrivi nella stazione della metro a mezzogiorno meno dieci - e tu detesti profondamente i ritardatari - e scopri che hai appena perso la metro ti sale un goccio di crimine. Ma vabbé dai, in realtà non ho fretta, tanto in poco tempo la metro arriva e in pochissimo arrivo a Stadtpark. E infatti. Miracolosamente, arrivo a mezzogiorno esatto. Miracoli viennesi!
Insomma, Kinga e io decidiamo che possiamo fare prima un giretto in Stadtpark e poi ci dirigiamo verso il centro, ovvero verso Kärtner Straße. Dove ci sono tutti quei negozi in cui si spendono tanti soldi. Non andiamo verso l'Opera ma verso il Duomo, quindi alla nostra sinistra. Intanto chiacchieriamo con estrema nonchalance e tocchiamo gli argomenti più disparati. I nostri piedi ci portano in Graben, di fronte al Duomo. E in Graben cosa c'è? Frick. E che cos'è Frick? Una libreria in cui sono stata un buon miliardo di volte e in cui ho comprato un libro - ovviamente - sull'imperatrice Sisi. Questa volta anche compro qualcosa, ma non su Sisi. Il mio acquisto di oggi è il seguente:
Daniel Glattauer, Theo - Antworten aus dem Kindzimmer, Goldmann 2012
(9.30 Euro da Frick)
Sono una drogata di Glattauer e non ci posso fare niente. Qualcuno per favore mi dia una mano perché sennò io spendo tutti i miei soldi in suoi libri e finisco sul lastrico.
Questo libro non è stato tradotto in italiano, e quindi ... potrei tradurlo io, perché no?
Anche Kinga decide di fare acquisti, ma in questo momento non mi ricordo che cosa ha comprato. So solo che era di un genere completamente diverso rispetto al mio.
A quel punto, felici contente e con il portafoglio più leggero, facciamo ancora una vasca per negozi. Passiamo davanti a Starbucks.
In Italia Starbucks non esiste. E allora decidiamo di prendere qualcosa da bere. Io vado con il mio solito "Strawberry and cream", ovvero frappuccino fragola e panna. Stiamo puntando dritti verso il paradiso. Kinga opta invece per un thé verde. Non ho mai provato il thé da Starbucks. Magari in questi giorni che mi restano potrei farlo.
A quel punto, a stomaco pieno, non abbiamo la minima idea di cosa fare. Ma cavolo, siamo a Vienna e non sappiamo cosa fare? Incredibile. Siamo davvero pessime.
Il nostro Starbucks è praticamente in Karlsplatz, davanti alla Staatsoper. Intuizione geniale: da Karlsplatz passa la U2 che in una fermata ti porta a Museumsquartier. Da Museumsquartier inizia Mariahilfer Straße. E allora andiamo a fare un secondo giro di negozi in Mariahilfer!!!
Nella fermata della U2 a Museumsquartier prima di uscire ci siamo imbattute in una libreria. Sì, perché nelle fermate della metro ci sono anche i negozi. E questa libreria aveva un sacco di offerte.
E posso dire di no a un'offerta secondo voi? Altra libreria, altro acquisto:
Helena von Zweigbergk, Im Schatten der Sünde, Fischer 2007
(8.95 Euro in Germania, 4.50 Euro in offerta nella stazione di Museumsquartier)
E' un romanzo crimiale. (Si dice in italiano "romanzo criminale"? Sono talmente abituata a chiamarli Krimi che non so più come si dice nella mia lingua madre!!) e onestamente non li amo molto. Però sicuramente con un romanzo criminale posso imparare un sacco di terminologia che non imparo a furia di leggere romanzi rosa. Giusto? Giusto. Certo, io ho sempre ragione.
Quindi facciamo la vasca in Mariahilfer.

Tipo questa qui a sinistra.
Trovatemi qualcosa di più cocolo e tenero di questo grandissimo orso di peluche.
Lo voglio.
Lo esigo.
Lo pretendo.
Se volete farmi davvero felice, regalatemelo.
E' alto quasi quanto me e sembra fatto apposta per essere abbracciato e spupazzato fino allo sfinimento.
Sia mio che suo.
Va bene la pianto con le cazzate.
Dopo esserci divertite un sacco a girare in mezzo ai peluche e a tornare bambine almeno per un pochino, siamo andate da Thalia.
In Thalia ho adocchiato ancora dei libri che vorrei comprare ma che a causa delle mie non troppe finanze potrò solo guardare da lontano.
Però un libro l'ho comprato, sì. Un libro preso dagli scaffali "Deutsch als Fremdsprache". Ma non per me. Questo libro infatti è di livello A1 (e io sto tentando di raggiungere un B2).
Questo libro a settembre verrà inserito in una busta e spedito verso casa.
A quel punto, momento tristezza, Kinga e io ci salutiamo.
U3, U6 - persa come sempre - e bus fino a casina.
E un'ottima pasta al sugo per cena.
E brava me.
Grandi ViennAggiornamenti bollono in pentola a domani.
Seguirò le avventure di Walter Ulissevich (googlate questo nome: troverete una canzone del cantante triestino Massimiliano "Maxino" Cernecca. Apritela. Ascoltatela. Anche se non siete triestini, riderete tanto!) e poi alle 18h30 in Augustinerkirche.
Inutile dire che Vienna mi manca già da morire, ma mi godo questi ultimi giorni.
Detto questo, vado a studiar che xe meio.
Tag 26 : "non sembri italiana"
Intanto oggi ho già tirato giù due post. Uno solo in tedesco e uno addirittura bilingue.
Andateli a leggere, perché meritano. Soprattutto i miei errori ortografico-sintattici in tedesco, meravigliosi!
In ogni caso proverò a raccontare in breve questa strana giornata.
Stamattina ho studiacchiato un po' per i miei maledetti esami, dopodiché - di corsa come sempre ma nonostante questo sempre puntuale - sono andata al corso. Abbiamo fatto lezione fino alle 14 anziché fino alle 15h15 e, dal momento che era l'ultimo giorno di corso, siamo andati in un Café a prendere qualcosa tutti insieme. Vi dico solo che c'era il TeamKaffee e il TeamLemonade.
E insomma, siamo stati da "Sascha", un Café molto carino in Pilgramgasse, a fare un'ultima grande chiacchierata tutti insieme. Andando in ordine di tavolo: Sofija (Ucraina), io (Italia), Alisa (Russia), Afrodita (Macedonia), Mantas (Lituania), Dilek (Turchia) e Kinga (Polonia). E la nostra fantastica insegnante Isabell (Germania). Tutti da paesi diversi, con abitudini ed esperienze diverse, eppure con una lingua comune: il tedesco. Scusate ma è una cosa meravigliosa. E i miei compagni mi mancheranno davvero tanto. Isabell tra l'altro somiglia anche un sacco a Hilary Maiberger, una performer americana che ho visto a Trieste in "Beauty and the Beast" nel ruolo di Belle. Sono troppo uguali! Ogni giorno infatti mi aspettavo che Isabell dal niente cominciasse a cantare...!
Detto questo, ho fatto una puntatina a casa e poi sono andata a riposare un po' il cervello in Volksgarten. L'idea originaria era di andare in giro per negozi, ma dal momento che devo cercare di placare il mio shopping compulsivo, ho deciso di andare in un luogo dove potessi solo stare tranquilla. Ma invece no, però è uguale.
Mentre ero lì seduta in Volksgarten, tiro fuori Pascal per fare una delle solite foto stupide. Solo che vedo un bambino che avrà avuto un anno o poco più che guarda il mio camaleontico amico con aria decisamente incuriosita. Era un bambino dolcissimo: rotondo, occhi azzurro ghiaccio e capelli biondi. Da spupazzare pesantemente. Facendo due chiacchiere con il padre scopro che il bambino in effetti ha un anno e tre mesi e ha un nome che in italiano mi fa schifo e che in tedesco mi piace da morire. Maximilian. Sentite com'è altisonante, sentite quanta fierezza c'è nel nome Maximilian!
Provate ora con...Massimiliano. Non è propriamente la stessa cosa, hein?
A quel punto, dopo aver fatto giocare il bambino dal nome altisonante con il mio camaleontico amico, vado a fare un giro da Sisi - che oggi aveva decisamente più ospiti del solito presso il suo memoriale. Poi esco dal Rosenheim e mi trovo sul Ring.
Cosa faccio a questo punto?
Salgo su un tram cantando questo brano conosciuto da tutti i triestini (!!) e... non so dove diavolo sto andando! Tecnicamente il tram avrebbe dovuto fare il giro del Ring e arrivare a Stubentor, vale a dire dietro il Duomo. E invece no! Dove cavolo sono?! Ah, ho solo sbagliato direzione. Nessun problema: scendo, attraverso la strada - rigorosamente con il rosso, ben lontana dalle strisce e in diagonale! -, aspetto due minuti e arriva il tram che mi riporta esattamente dove io voglio, cioè a Stubentor. Quindi faccio un mezzo giro in centro e dal momento che inizio ad avere anche fame mi mangio un Fish&Chips da Nordsee. Anche questo mi mancherà da morire. Vorrei avere Nordsee anche in Italia! A quel punto, per smaltire la cena, faccio una lunga passeggiata nei dintorni e finisco per andare a svaccarmi sul prato davanti all'Hofburg. E sono le otto e qualcosa, e il sole già va giù. Che tristezza, le giornate si stanno davvero accorciando e io mi rattristo perché penso al freddo che dovrò sopportare quest'inverno a Trieste.
Ma dopo un po' inizio ad annoiarmi, anche se guardare la luna è così meravigliosamente romantico. Ma romantico dove, che io sono da sola e felicemente single?!
Quindi con la grazia di un elefante in una cristalleria mi alzo e mi dirigo nuovamente verso il Volksgarten. Dopo un po' di relax anche lì, sento la musica provenire da Rathausplatz. Stasera c'era "L'elisir d'amore", ma io non avevo voglia di andarlo a sentire. Però mi sono detta che almeno un pezzetto ci stava. Che stiamo aspettando, allora? Attraverso la strada e sono in Rathausplatz. E' tutto così meravigliosamente vicino!
Di solito io arrivo in piazza - guardando lo schermo - da sinistra perché arrivo dalla U-Bahn. Questa volta però arrivo in piazza da destra. M'imbatto in un pratico furgoncino che ha sopra il simbolo della ORF (rete televisiva e radio austriaca) e vedo che ha tantissimi volantini e tante cose che possono servirmi anche per fare un po' di esercizio. Nemmeno conto fino a tre che con il tizio del furgone sto intavolando una conversazione (anche la rima ho fatto, va'!). Questo tizio è davvero molto simpatico e mi ha fatto, tra l'altro, un grandissimo enorme complimento. "Si capisce che non sei madrelingua tedesca, ma parli senza alcuna inflessione e non si riesce assolutamente a capire da dove vieni". E' la frase più bella che un tedesco mi possa dire. (A meno che un tedesco non mi dica "Ich liebe dich": in quel caso la frase più bella sarebbe quella!) Abbiamo parlato di tutto, e soprattutto lui davvero non si capacitava del fatto che io studi tedesco relativamente da poco - voglio dire, quattro anni (di cui tre al liceo) non sono tanti. Nel mentre in cui (si dice in italiano?, ndC) stiamo parlando degli italiani che non sanno le lingue straniere, si avvicinano quattro persone, due donne e due uomini, che in inglese chiedono al tipo del furgone che chiesa è quella alle nostre spalle. Solo che lo chiedono in un inglese talmente pessimo che io capisco che sono italiani. E infatti faccio molto la gnorri e, in italiano, chiedo se sono italiani. Sì, erano italiani. Vediamo se indovino: "...veneti?" Bingo. Sono di vicino Venezia. E gentilmente spiego loro che quella alle nostre spalle non è una chiesa ma è il municipio. I veneziani ringraziano e se ne vanno. E io no. Io rimango a chiacchierare ancora con questo tizio. E' davvero divertente, soprattutto perché capisco tutto quello che dice! E' meraviglioso!
Verso le undici e mezza decido che è ora di tornare a casina perché i miei piedi e il mio cervello non ce la stanno facendo più.
Momento disagissimo: sono sulla U3 e non mi accorgo di essere arrivata a Westbahnhof, dove devo cambiare e prendere la U6. Alzo lo sguardo, realizzo di essere a Westbahnhof e ...mi tuffo giù dalla metro all'urlo di "Ma porca miseria!!". Perché porca miseria? Perché sapevo che avrei sicuramente perso la U6.
E infatti.
Ora è l'una meno dieci e io sto ascoltando radio austriaca e intanto ciccioneggio mangiando biscotti ad alto contenuto di monadi. Ma ... shhh!! Cos'è questa voce? Ah sì... è il letto che mi sta chiamando. Arrivo subito!
A domani con i ViennAggiornamenti!
mercoledì 26 agosto 2015
Quindi è vero / So ist das wahr (IT-DE)
E' vero che io oggi ho finito il corso di lingua. E' vero che ho salutato i miei compagni di corso e la mia fantastica insegnante. E' vero che da domani non devo più andare in Mollardgasse a fare il corso intensivo di tedesco. E' vero che da domani ho tutti i giorni liberi. E' vero che devo iniziare a mettere roba in valigia. E' vero che devo ancora comprare regali. E' vero che lunedì devo lasciare la casa. E' vero che lunedì sera alle dieci meno un quarto riparto. E quindi è anche vero che martedì alle otto di mattina arrivo a Trieste.
Svegliatemi da questo incubo, vi prego.
So ist das wahr.
Es ist wahr, dass ich mit dem Deutschkurs fertig bin. Es ist wahr, dass ich meine Klassenkameraden und meine fantastische und perfekte Lehrerin gegrüßt hab. Es ist wahr, dass ich nicht mehr nach Mollardgasse fahren soll. Es ist auch wahr, dass ich den ganzen Tag frei hab. Es ist auch wahr, dass ich meine Sachen packen muss. Es ist wahr, dass ich viele Geschenke noch kaufen soll. Es ist auch wahr, dass ich die Wohnung am Montag schließen werde. Und ja, es ist auch wahr, dass ich am Montag um Viertel vor zehn abends meine Fahrt nach Italien beginne. Und endlich ja, es ist auch wahr, dass ich am Dienstag um acht Uhr morgens in Triest kommen werde.
Das ist ein Albtraum. Wacht ihr mich auf, bitte.
Was ich vermissen werde
Was ich vermissen werde:
- meine Wohnung. Hier wohne ich komplett alleine in einer kleinen Wohnung, die alles hat: ein Zimmer, eine Küche, ein Badezimmer, viele Töpfe und Pfannen, ein Kühlschrank, ein großer Schreibtisch. Aber was ich unbedingt vermissen werde ist... mein Kissen. Es ist grööööößer als meine, die ich in Triest hab. Es ist wie ein großer Plüsch und ich umarme immer es. In Triest hab ich zwei Kissen, aber sie sind kleiner. Mein liebes Kissen, ich vermisse dich schon.
- die U-Bahn. Sie ist immer pünktlich, und ich kann absolut nicht verstehen, wie ist das möglich. Die Antwort ist ganz einfach: wir sind in Österreich und nicht in Italien! In Österreich ist alles immer in Ordnung, alles ist pünktlich, alles ist schnell, alles ist einfach. Wenn ich ZU VIELE ZEIT warten muss, bedeutet das, dass die U-Bahn in zehn Minuten ungefähr kommt. In Italien ist zehn Minuten...nichts. Die Büsse haben immer zu viele Verspätung und drin gibt es immer zu viele Leute. Was ich aber nicht vermissen werde: die weinenden Kinder. Es ist unglaublich, aber die Wiener Kinder weinen lauter als die Italienische Kinder!! Es ist wie... wie ein Alarm! Ich hatte eine Hypotese: eine Frau hat ein Kind und sie gehen spazieren. Die Frau will etwas in einem Geschäft sehen, aber irgendjemand versucht, das Kind zu entführen/kidnappen. Das Kind weint sofort. Es ist wie ein Diebstahlsicher!
- Thalia. Meine Lieblingsbuchhandlung. In diesem Geschäft kannst du alles finden. Suchst du etwas? Geh zu Thalia: dort findest du´s sicher! In meinem Himmel gibt es tausend Bücher. Heute werde ich noch etwas sicher für meine Zufriedenheit kaufen!!
- Meine Klassenkamaraden. Ich hab einen Deutschkurs ins Deutschinstitut Wien besucht, und dank diesem Kurs hab ich wirklich viel gelernt...und ich hab verstanden, dass ich nicht schlecht bin, wie ich denke. Mein Deutschkurs war ein B2.2 Kurs. Hier wird das auf Italienisch erklärt, aber meine Quelle ist Wikipedia, so könntet ihr das auch auf Deutsch suchen und lesen. Sicher werde ich meine Klassenkamaraden vermissen, weil sie wirklich sehr nett sind. Die Lehrerin war am besten: ich möchte sie auch in Italien als Lehrerin haben...!
- Die ganze Stadt. Wien ist wirklich wunderbar, und für mich gibt es nichts Negatives in dieser Stadt. Die Wiener finde ich sehr freundlich und nett, nicht wie die Italienern! Es ist wirklich gut, ein bisschen im Ausland zu wohnen. Du kannst die Sprache natürlich verbessern, aber du kannst auch verschiedene Personen und Kulturen kennenlernen. Schritt für Schritt vergisst du deine Muttersprache - das ist mir passiert: oft fehlen mir die italienische Wörter! das ist komisch! - weil du 100% in der Deutsche bist. Ich hab noch ein bisschen auf Deutsch geträumt und damit bin ich sehr zufrieden. Es ist nicht einfach, mit einem Codeswitching zu leben. Aber es ist so. Was werde ich von Wien vermissen? Alles. Die Leute, die Pärke, den Wiener Film Festival, den Ring, die Hofburg, die Sisi-Museum... alles. Ich hoffe, dass ich bald hier kommen werde. Hier hab ich einen Stück meines Herzens gelassen.
martedì 25 agosto 2015
Tag 25 : shopping linguistico terapeutico
Oggi sono davvero felice.
Ho capito che lo shopping linguistico terapeutico è la mia salvezza. E la rovina delle mie finanze, ma non m'interessa in questo momento.
Dopo la giornata inutile di ieri, oggi avevo bisogno di tirarmi un po' su.
Stamattina però non ce l'ho fatta, e mi sono piegata alle dure leggi universitarie che vogliono che se vuoi passare un esame - magari anche decentemente - devi studiare. E quindi apriamo i malefici libri e...almeno proviamoci.
Mangiucchio qualcosa e scappo al corso di tedesco.
Devo dire che sono molto triste che domani sia l'ultimo giorno di corso. I miei compagni mi mancheranno tutti, e mi mancherà tantissimo anche la mia insegnante. Me la vorrei portare in Italia e vorrei avere lei come insegnante al posto di ... non posso dire di chi!
Comunque, finita la lezione vado a fare un giro a Wien Mitte, nella speranza di trovare qualcosa di interessante.
Dentro il "Mall" non trovo proprio nulla di che. Sto per riprendere la U-Bahn per tornare verso casa quando mi viene l'intuizione del secolo.
....ma se dall'altra parte della strada ci fosse qualcosa di intelligente?
Attraverso la strada.
E BOOM! cosa vedo? Thalia.
E che faccio, non entro? Ovvio che entro! E' il mio paradiso qui!!
Perfetto, iniziamo a girovagare.
E qui entra in gioco la Cecy studentessa di lingue straniere. In particolare, germanofila convinta.

Questo che vedete in foto è uno dei tantissimi scaffali di libri di lingua tedesca. Deutsch als Fremdsprache = tedesco come lingua straniera.
Libri fatti apposta per noi stranieri che ci avviciniamo a una lingua difficile come il tedesco.
Sì, ci sono lingue ben più difficili. Ma il tedesco non scherza e non perdona.
E abbiamo bisogno di tantissimi libri per impararla al meglio possibile. Peccato che in Italia questi libri non si trovano o, se si trovano, si possono pagare o con il sangue o con un occhio della testa.
Dopo quasi un'ora a consultare tutti i libri o quasi, ho deciso quali saranno i miei acquisti. E ora ve li vado a presentare.
Das Wörterbuch der Synonyme, DUDEN 12,40 Euro
Dizionario dei sinonimi.
I sinonimi sono la mia salvezza in tedesco - ma un po' in tutte le lingue - quando non capisco qualcosa. E anche nelle traduzioni conoscere tanti sinonimi è una buona cosa.
Quando l'anno scorso mi sono trovata davanti al verbo veröffentlichen mi è venuto un attacco d'ansia perché non sapevo cosa volesse dire e nel testo in questione era presente qualche miliardo di volte.
Però poi arriva il sospiro di sollievo quando scopri che un sinonimo di suddetto verbo è publizieren. E chissà che cosa vuol dire....!
Sag´s besser!, Hueber 20,60 Euro
In questo pratico libro il cui titolo significa "Dillo meglio!" impareremo a formulare concetti in modo più elegante e corretto attraverso un approfondito studio della sintassi, in particolare delle frasi subordinate (Nebensätze) che sono di tantissimi tipi, come in tutte le lingue, e che si distinguono dalla principale o dalle coordinate perché hanno il verbo in fondo.
Insomma, con questo libro e con tanta pazienza si arriverà a padroneggiare la sintassi tedesca. Come vedete, il livello è da B1 a C2 quindi molto alto. C2 è praticamente madrelingua. Per dire.
Fit fürs Goethe-Zertifikat B2, Hueber 20,60 Euro
Ed ecco l'ultimo piccino che ho comprato oggi.
Io in mano in questo momento ho un Zertifikat Deutsch B1 risalente a due anni fa. Ho preso infatti la certificazione più che controvoglia un mese prima di fare la maturità. Controvoglia perché in quel momento non mi interessava ma la mia prof del liceo mi ha praticamente costretta. E vabbé.
In ogni caso... stavo valutando l'idea, quando torno a casa, di prendere il Goethe Zertifikat B2. Con questo bellissimo libro pieno di simulazioni ma anche di consigli e di indicazioni posso sicuramente prepararmi bene.
Tutte cose che in Austria e in Germania si trovano, ma di cui in Italia non c'è traccia.
Sicuramente prima di tornare in Italia comprerò anche questo.
Infatti in questo magnifico libro ho trovato tantissime regole di grammatica di cui fino all'anno scorso ero completamente all'oscuro.
Per esempio, il fatto che in tedesco esistano due forme passive, dette Vorgangspassiv e Zustandspassiv. Non vi sto a spiegare la differenza. L'unica cosa che so è che nel Vorgangspassiv si usa werden mentre nel Zustandspassiv si usa sein. Non so spiegarvi altro.
Ma ci sono tantissimi altri concetti che io non conosco. E quindi direi che per me, che mi appresto a un livello B2 e studio nella facoltà per interpreti più prestigiosa d'Italia e sono una persona molto ambiziosa, questo libro andrà benissimo!
Ultimo nella carrellata dei libri.
Olandese for dummies.
Ditemi se non è il libro perfetto per me.
Anche se forse sono troppo stupida anche per l'olandese for dummies.
Domani ci do un'occhiatina per bene. Chissà, magari...
Per oggi il ViennAggiornamento è questo. La mia giornata è stata interamente all'insegna delle lingue straniere e dello shopping che non è compulsivo ma è terapeutico.
A domani!!
lunedì 24 agosto 2015
Tag 24 : come non fare una mazza
Intanto approfitto del post per fare gli auguri di buon compleanno alla mia fantastica cugina. Prima o poi dovremmo rifare un viaggio come quello di due anni fa. Sarebbe una cosa meravigliòssa!
Ma veniamo a noi.
La mia giornata è stata quanto di più inutile e inconcludente può esistere sulla faccia della terra.
Stamattina mi sono svegliata piena di lividi. Non si sa perché. Ma sulle braccia e sulle gambe ho tanti bellissimi meravigliosi lividi che sono spuntati da soli. Vabbé, lasciamo perdere.
La mattina cosa ho fatto? Nulla. Ho studiacchiato un po' o almeno ci ho provato e poi ho fatto un giretto per negozi.
Cosa ho comprato? Cartoline. Ma non di quelle da spedire. Di quelle della Grafik Werkstatt Bielefeld. Le adoro. Ne avrei comprate a miliardi, ma le mie finanze non sono infinite - e non sono neanche più così tante, in questo momento - e quindi ne ho comprate solo quattro.
Mi sono accorta che c'è ancora qualcosa da visitare, ma oggi non avevo la testa per farlo. Quindi ho girato un po' alla ricerca di libri da comprare...e che non ho comprato.
Quindi sono andata al corso, e dopo ho fatto un giretto al Prater nella speranza di trovare da qualche parte là i miei amatissimi occhiali da sole.
Vi risparmio la parte in cui un marpione quarantenne ci prova con me chiedendomi il numero di telefono. Sì, è quello dell'altra volta. E anche questa volta con un sonoro "Ma che problemi hai?!" rigorosamente urlato in italiano l'ho chiusa lì. In più questo tizio ha, come ho detto, quarant'anni. E personalmente per me è troppo. E poi comunque uno che mi dà VENTISEI/VENTISETTE ANNI ma neanche per idea.
Dopo non aver trovato i miei occhiali da sole - che a questo punto do ufficialmente per dispersi dal momento che in casa non ci sono - decido di andare in centro.
Ma niente di che, eh.
Solo una Spaziergang. Non ho voglia di fare niente.
Ci sono giorni, come oggi, in cui la stanchezza ti cade addosso tutta insieme.
La stanchezza di ventiquattro giorni in una città che non è la mia con dei ritmi che non sono miei. Non sono abituata a correre da una parte all'altra e a vedere e fare così tante cose tutte attaccate. O meglio: quando sono in un'altra città divento iperattiva e la troppa frenesia mi fa visitare tantissimi posti e non mi fa sentire la stanchezza. Ma dopo ventiquattro giorni inizio a essere un goccio stanca e a sentire l'esigenza di riempire le mie giornate con qualcosa che non sia solo turismo. Vorrei poter stare ancora qui a Vienna per capire davvero quali sono i ritmi della città, al di là della stramaledetta domenica in cui nessuno muove le dolci natiche da casa.
E sempre in queste giornate in cui la stanchezza mi precipita addosso tutta insieme, mi sento stranamente triste tendente al depresso. Non lo so, mi sembra che mi manchi qualcosa o qualcuno, ma non so chi e non so che cosa. Non nel senso che, ad esempio, mi manca Vienna: io adesso ci sono, ancora non mi manca. Mi mancherà presto. Però è qualcosa che in questo momento è nelle mie mani. Quando dico che "mi manca qualcosa" intendo dire qualcosa che non ho. O qualcuno. O che ne so io.
Sto divagando un sacco, ma dal momento che questo spazio è una sorta di diario di bordo, ogni tanto posso anche esprimere le mie sensazioni oltre a raccontare quello che visito, hein? Se però in passato questa stramaledettissima sensazione mi ha rovinato tantissimi momenti, questa volta non mi faccio fregare. Ho solamente una settimana a mia disposizione - anzi, meno: a quest'ora tra una settimana già sono in treno verso Udine - e non me la faccio rovinare da niente e da nessuno. Anche perché non so quando e se tornerò qui. Spero di sì, e anche al più presto. Magari a febbraio per una puntatina "musical", o addirittura l'anno prossimo a Erasmusare per cinque mesi. Chi lo sa. Forse torno, forse no. Ma ora sono ancora qui, e me la godo tutta.
E mi carico di energia per affrontare il mio secondo anno di università.
Vediamo se domani avremo ViennAggiornamenti sensati...
Lascio a Vienna qualcosa di mio
Ansie, preoccupazioni per gli esami, la paura di non sapere che cosa succederà domani.
La pigrizia che a Trieste non mi fa fare cose.
L'iperattività della sessione di esami, che di cose me ne fa fare anche troppe.
Il mal di stomaco che mi viene prima di qualsiasi cosa importante.
La paura di quello che troverò a Trieste. Non tanto di materiale quanto in fatto di persone, di amicizie, di gente con cui condividere follie. L'estate in fondo cancella tutto, e sarà come ricominciare daccapo. O forse no? O forse sì? Chi lo può sapere.
Avrei potuto lasciare qui un sacco di cose mie.
Ma non gli occhiali da sole.
Tag 23 : cinefollia e "Fantasia"
Mattina intensa, in Augustinerkirche.
Messa in si bemolle maggiore di Haydn - per i miei fantastici nonni, "Heidi".
La parte complicata della messa è stata capire le parole del celebrante. Parlava decisamente troppo veloce ed evidentemente ha fatto un'omelia dal contenuto altamente filosofico perché a essere sincera non ci ho capito una cippa. Ma va bene uguale. Io ero lì per la musica, non per la messa.
Chi mi conosce sa che no, non amo particolarmente nemmeno Bach, ma nel vedere che in programma c'era anche questo brano mi sono illuminata.
Soprattutto perché tanti sanno che una delle frasi che dico più spesso è "Mai una gioia", in tedesco "Nie eine Freude". Ma "Jesus bleibt meine Freude", dice Bach. Quindi un po' di Freude in effetti c'è. Poca poca, ma ce n'è. Poca Freude perché è domenica, s'intende.
Quindi torno a casina e cerco di prepararmi un pranzo quantomeno decente e rapido.
Il menu dello chef prevede: Fischstäbchen.
Googlate e saprete cosa ho mangiato oggi a pranzo.
Sappiate che è una roba che si frigge. Evidentemente la mia padella non ne aveva voglia e l'olio si è divertito a schizzare qua e là. Nie eine Freude. Appunto.
Dopo pranzo studiacchio un po' di cosucce per l'Uni - sottofondo musicale : questo brano -, nello specifico la dannata grammatica italiana. Giuro che la lingua italiana non ha un minimo di senso. Però sono felice di essere di madrelingua italiana. Deve essere un casino doverla imparare.
Lo so, ci sono lingue ben più complesse. Ogni riferimento al russo, al tedesco e all'ungherese è puramente casuale. O forse no. Ma l'italiano non scherza. O meglio, fatto secondo il mio professore non scherza.
In ogni caso, dopo un po' mi stanco e decido che ho voglia di fare cose.
MA COSA, che è domenica ed è tutto maledettamente chiuso?
Mi rimane una sola speranza. La mia ultima spiaggia domenicale.
Il cinema.
Non amo particolarmente andare al cinema, ma questa volta pare proprio necessario. Oltretutto ero ancora gasata dopo aver capito tutto il film dei Minions (e capirai!, ndC) e quindi volevo mettere alla prova le mie capacità di comprensione, che tra l'altro sono abbastanza sul pessimo andante.
Insomma, prendo la U6 in direzione Floridsdorf fino a Handelskai - per gli amici "dove non tutte le aquile osano" - e scopro che BOOM! c'è un centro commerciale. Ovviamente tutto chiuso.
E in questo centro commerciale c'è il cinema che fa parte del gruppo UCI. Che io ho sempre chiamato UCI e loro chiamano "IU-SI-AI". E' inglese, avete ragione voi per una volta. Ma non abituatevi.
Il film che ho visto è "Unfriended" che però in tedesco si chiama "Unknown User". Inquietante al punto giusto, direi. Googlate per sapere la trama, e guardate il trailer. In Italia è già uscito in primavera, credo. Io non lo avevo visto, quindi ho sentito l'esigenza di recuperarlo.
Visto in tedesco è un po' complicato perché i personaggi si parlano l'uno sopra l'altro e usano tantissimo slang, quindi per una non tedesca è un po' più difficile. Però ci si riesce benissimo.
Caratteristica del cinema in Austria: se sul biglietto c'è scritto "fila 5 posto 9" tu ti siedi in fila 5 posto 9, non ti siedi in un posto a caso come siamo abituati a fare noi italiani. Ancora un punto per l'Austria!
Finito il film, riprendo la U6 e arrivo a casina.
Dopo una simpatica skypata con la famiglia riunita a cena - nel senso che li ho chiamati su Skype mentre mangiavano e quindi avevano il computer sul tavolo! - ho deciso che la giornata si sarebbe conclusa ovviamente in Rathausplatz. Stasera c'era "Fantasia"!!!!
Però appena arrivo in Rathausplatz mi viene una fame bestiale. Ancora un po' e mi mangio il mio vicino. Che tra l'altro...ce n'era da mangiare! Quindi opto per un Bratwurst con patate. Tipico cibo crucco. Ci voleva proprio!
Appena mi risiedo viene su un vento che a confronto la bora è una dolce brezza. Benissimo, mi sa che ora davvero torno a casa.
Adesso è ora di andare a dormire. Ho il cervello in pasta e non riesco più a pensare né in italiano né in nessun'altra lingua.
A domani con i ViennAggiornamenti!!
domenica 23 agosto 2015
La noia della domenica
Una mazza.
Messe B-Dur "Kleine Orgelsolomesse" Missa brevis Sancti Joannis de Deo B-Dur, Hob. XXII:7
Forse non vi avrò aiutato per niente citando testualmente dal volantino. Qui a Vienna la tradizione musicale è più che vastissima, e - al contrario degli italiani - i viennesi ci tengono molto. Quindi se si vuole ascoltare ottima musica, per di più gratis, l'idea migliore è di andare in una chiesa in orario di messa. E così magari seguendo il celebrante faccio un po' di esercizio per l'ascolto, dato che in quello sono davvero una frana. Così si unisce l'utile al dilettevole. Oggi per l'appunto in Augustinerkirche suonano una messa di Joseph Haydn. Non è propriamente uno dei miei compositori preferiti, ma ne ho bisogno. E quindi tra poco mi preparo ed esco.
Questo era il programma eseguito oggi alla messa in Augustinerkirche.
Notevole, direi.
Perché come ho già detto, gli austriaci ci tengono alle loro tradizioni.
E loro di tradizione musicale ne hanno davvero tanta.
Noi italiani come tradizione musicale non siamo da meno. Basti pensare all'opera. E' quasi tutta italiana!
Solo che noi non riusciamo a rimanere attaccati alle nostre tradizioni. Questo perché? Perché evidentemente in Italia la cultura è vista come una perdita di tempo e uno spreco di soldi. Soldi che vengono spesi per cosa e come? In modo assolutamente inutile. Vediamo di investire di più sulla cultura anche in Italia. Perché sennò non dobbiamo lamentarci della cosiddetta "fuga di cervelli".
Per chiudere: più sto qui, più vorrei rimanere qui. E dopo un mese in Austria....in Italia chi ci torna?
sabato 22 agosto 2015
Tag 22 : la vertigine non è paura di cadere
Tag 22 : 22 agosto 2015
La giornata di oggi inizia in un modo ambiguo. Mi rendo conto di aver sognato -o almeno io credo di aver sognato- Renato Zero che mi invitava a un suo concerto perché un suo amico gli aveva regalato dei biglietti. Cioè Renato ha ricevuto da un amico dei biglietti per un suo stesso concerto. Giuro che ieri non ho mangiato pesante.
In ogni caso, soprassediamo e andiamo avanti. Ho appuntamento con la mia amica davanti all'entrata di Belvedere di sotto, ma noi dobbiamo visitare Belvedere di sopra.
La realtà è che è un museo. Dei Savoia in pratica in Belvedere non c'è niente. E tra l'altro di arte contemporanea, che a me fa schifo. Parere soggettivo. Non fateci caso. Se amate Klimt potete trasferirvi là dentro. Klimt a secchiate.
Dopo due ore decidiamo che ci facciamo un rapido giro nel giardino botanico. Molto bello. C'è anche una sorta di foresta di canne di bambù. Ma non ci sono vecchie bretoni e nemmeno Franchi Battiati. Era una cazzata ma dovevo dirla.
Bene. Ma ora siamo state fin troppo serie. È giunta l'ora del Prater!!! *zan zan zaaaaaan!!!*
Quindi andiamo in Stephansplatz dove abbiamo appuntamento con un altro nostro compagno di corso, il quale però ci dà buca. Che bravo ragazzo. A quel punto saltiamo sulla U1 Richtung Leopoldau e scendiamo a Praterstern.
Di quello che è successo in quel parco posso dire ben poco perché non ho le parole adatte per farlo. Premetto che ho 21 anni e non avevo mai messo piede in un luna park e quindi era il caso di depennare questa voce dalla mia To-Do-List (o Liszt, come ho scritto più di una volta!!). Dico solo che avevo le farfalle nello stomaco, ma si sono tutte suicidate. Metterò presto alcuni video dei giochi che abbiamo fatto e in cui non ho fatto altro che urlare in italiano. Perché la Cecy si distingue sempre. Tutti sono felici e "put your hands up!", lei tira scleri nella sua lingua madre. Tipico.
Uno dei giochi che abbiamo fatto era una sorta di casa degli orrori con zombie, sangue e... una sorta di Babadook. Se non avete visto il film non sapete che cosa vi siete persi. E lo dice una che ha paura degli horror. Ma quello era strabello.
Momento disagissimo della giornata: come in tutti i luna park, anche al Prater ci sono quei giochi in cui tu con tre palline devi tirare giù una torre di lattine.
Tipo dello stand: Sei tedesca?
Io: No...
Tipo: Di dove sei?
Io: Italiana...
Tipo: Mi dai il tuo numero?
Io: (in italiano, andandomene) Ma che problemi hai?!?!?!
Ora in questo momento mentre scrivo sono in Rathausplatz. Stasera "Show Boat". Non so cosa sia ma ok...
A presto con i ViennAggiornamenti!!!
venerdì 21 agosto 2015
Tag 21 : palazzi troppo bianchi e tempo troppo strano
La mia giornata inizia con una mail da parte dei tecnici della "casa" in cui vivo. Mi danno le istruzioni per il check out. Il che vuol dire che davvero tra dieci giorni è tutto finito.
Scusate ma all'idea non so se piangere, sentirmi male o entrambe le cose.
Sarà dura riabituarmi a casa dopo un mese qui...
In ogni caso, decido di tenere uno dei miei concerti mattutini sotto la doccia cantando esclusivamente repertorio musical. Non so perché, ma sotto la doccia canto strabene mentre nella realtà è meglio se tengo la bocca chiusa. Sono imbarazzante, anche perché uso la bottiglia dello shampoo come microfono. Di questi dettagli non vi interessa, ma io volevo ugualmente condividerli.
Potete ridere di me, vi autorizzo.
Dopodiché vado al corso di tedesco. Argomento grammaticale di oggi: una cosa che in Uni mi ha fatta dannare l'anno scorso e che ho sempre usato senza capire, ma che adesso anche per me ha un senso. I participi usati come aggettivi. Non sto a spiegare come funziona questa roba in tedesco perché è una cosa davvero astrusa. Vi basti sapere che la lezione di oggi mi ha aperto un mondo.
Dopo il corso, con la mia amica - ormai stiamo diventando peggio di Cip&Ciop! - mi dirigo verso il Winterpalais, un palazzo bianco (ma va!) in pieno centro, nelle vicinanze del Duomo.
Non è assolutamente niente di che, ma provo comunque a dire qualcosa in merito.
Questo palazzo era la residenza invernale (infatti si chiama "Palazzo invernale") del principe Eugenio di Savoia, mentre la residenza estiva era il Belvedere Schloss. Secondo Wikipedia - la solita fonte molto attendibile - si tratta di "un capolavoro dell'architettura barocca austriaca".
Vediamola in questo modo: faccio prima a mettere il link alla pagina di Wikipedia cosicché possiate leggere quel poco di storia che c'è intorno a questo edificio. Dentro ci sono tantissimi quadri che secondo me non hanno nemmeno un minimo di senso. Non c'è nulla di besonderes in quel palazzo, quindi dopo una mezz'oretta abbiamo già concluso la nostra visita.
Perché "palazzo troppo bianco"? Semplice: la facciata e l'ingresso sono di un bianco a dir poco accecante. Vi basti pensare che io, che ho gli occhi sensibili a qualsiasi cosa, stavo valutando l'idea di mettere gli occhiali da sole.
A questo punto, dopo la disfatta del palazzo invernale del principe Eugenio, ci dobbiamo riprendere. E trovatemi una soluzione migliore di una Mozart Torte. Ve ne parlerò meglio in un post a tema gastronomico, perché merita. Bastano in realtà due parole: cioccolato e marzapane. Due cose che amo particolarmente....messe insieme in un'unica torta. Non è forse il paradiso, questo?
Per smaltire le millanta calorie accumulate con la torta decidiamo quindi di dirigerci verso Herrengasse. Per la gente normale, gli appartamenti imperiali. Si stava particolarmente bene nei giardini! Lo svacco nel Volksgarten era quasi d'obbligo, e lì sotto gli alberi al freschino abbiamo anche già fatto i nostri compiti per lunedì. Particolarità: lì c'è la Wi-Fi (che loro chiamano WLAN) aperta, e quindi belle tranquille alternavamo i compiti a nullafacentismo applicato su internet. A un tratto ho ricevuto un messaggio particolarmente divertente da una mia amica, e sono scoppiata a ridere fortissimo. Nello stesso momento a lei è successa la stessa cosa. Insomma, se qualcuno fosse passato in quel momento dall'entrata del Volksgarten lato Hofburg avrebbe visto su una panchina due ragazze che ancora un po' si rotolavano per terra dal ridere. Succede anche questo.
A quel punto erano quasi le otto, e ho deciso che era ora di tornare a casa. Voglia di cucinare: zero. Fortunatamente vicino a casa c'è una pizzeria: presto fatto. Oh, era anche buona!
Serata trascorsa su Skype a ciattellare allegramente prima con un'amica e poi con un'altra, dopodiché nullafacentismo applicato facendo zapping in televisione abbracciata al mio gigantesco e morbidissimo cuscino. Studiare? Sì, dovrei. Ma non ce la posso fare. Prima o dopo inizierò.
E adesso probabilmente finirò la maratona di zapping e accendo la radio. Che forse mi serve di più.
A domani con i ViennAggiornamenti (spoiler: Oberes Belvedere e Prater) !!!!
Tag 20 : l'inutilità della giornata e Belvedere Schloss
Prima di tutto ci tengo a tranquillizzare mamma. Tranquilla che non muoio di freddo.
Come infatti ti ho detto su Skype - ti ho detto ma tu non hai sentito perché non mi ascolti mai - ho comprato una cosa che potrei definire giacca, felpa e mantello di Batman. No, non è una cosa austriaca. L'ho comprata da Pimkie, 20 Euro per onore di cronaca.
In ogni caso... stamattina ho fatto un giretto nella strada dei negozi perché a) mi stavo annoiando troppo in casa, stavo continuando a mangiare biscotti senza fine e non ce la potevo fare; b) avevo bisogno di comprare quell'aggeggio. Quindi si esce, si va a Westbahnhof, si esce dalla stazione, ci si perde, si rientra nella stazione, ci si perde dentro la stazione, ci si ritrova, si prende la metro, si esce dalla metro sbagliando uscita e quindi trovandosi dall'altra parte della strada rispetto a dove si vorrebbe essere, si girano negozi, si impallidisce davanti a una maglietta microscopica che costa 60 Euro, ci si imbelìna un buon numero di volte sulle scale e infine si prende il mantello di Batman.
Quindi con tutta la calma di questo mondo me ne vado al mio bellissimo corso. Tema di oggi: Facebook. Lallallero lallallà.
Dopodiché con una mia compagna mi dirigo verso Belvedere Schloss.
Ne parlerò bene domani, perché è talmente grande che abbiamo deciso di dividerlo in due giornate.
Oggi abbiamo visitato Unteres Belvedere e domani visiteremo Oberes Belvedere. Ovvero: oggi abbiamo visto la parte di castello....in basso, domani vedremo quella in alto.
Per ora posso dire solo una cosa.
Schönbrunn mi è piaciuto qualche miliardo di volte di più.
Poi ci dirigiamo ognuna verso casa propria.
Ho fame, e non mi interessa che siano le 18. Io un piatto di spaghetti me lo faccio.
Ho rimangiato anche dopo perché avevo davvero una fame oscena, non so perché. Non è da me!
Dopo la bellezza di due collegamenti su Skype, penso di fare un giro in centro. Ma sì, dai.. in Rathausplatz c'è "Il flauto magico", ma sono troppo deconcentrata e non riesco a seguirlo.
Capisco di aver bisogno di camminare.
Di conseguenza, partendo da Rathausplatz, mi faccio tutto il Ring a piedi fino a tornare al punto da cui ero partita.
Ed è solo lì che, con i piedi distrutti, decido che la mia giornata può benissimo terminare così.
E INVECE NO!
Perché entra in scena La Spiona!
Ormai non ascolto solo gli italiani, ma anche i tedeschi. E spesso mi diverto ancora di più che con gli italiani.
Sulla U3 sento un tizio che parla con una signora. Il tizio evidentemente non ci sta con la testa, ma è un dettaglio. I due iniziano a chiacchierare: lui ridendo da solo, lei guardandolo male. Lui le fa una valanga di complimenti: ma che belle gambe, ma che belle mani, ma che bella borsa, ma che bel vestito e via dicendo. Lei, imbarazzatissima, lo ringrazia. A questo punto il tipo si gira verso di me e mi chiede: "Willst du tanzen mit mir?" ( = "Vuoi ballare con me?"). Il mio primo pensiero è "Ma che diavolo di problemi hai????" ma gli rispondo solo "Nein, danke". Torna quindi a rivolgersi alla signora: "La signora (io, ndC) (feel like eine alte Frau, ndC) non vuole ballare con me. Ma Lei sì che vuole ballare con me. Vero?"
A quel punto arriviamo a Westbahnhof. La signora e io ci tuffiamo letteralmente giù dalla UBahn lasciando il tizio a bocca aperta.
E naturalmente ho perso la U6, ma quella ormai è la normalità.
A domani con i ViennAggiornamenti!
mercoledì 19 agosto 2015
Tag 19 : cinese, Sachertorte e altoatesinismo
Anche oggi non ho fatto proprio nulla di che.
In origine dovevo andare a Belvedere Schloss con una mia compagna di corso, solo che ... avevamo una fame bestiale che ancora un po' ci saremmo mangiate a vicenda. Quindi abbiamo ben pensato di mangiare qualcosa lungo la strada per Belvedere. Ma mangiare...cosa?
Improvvisa voglia di mangiare dal cinese.
Ok, si mangia.
Dopodiché eravamo in centro, quindi una bellissima Spaziergang per negozi di souvenir e negozi di altre cose.
E poi arriva Lei.
Sua Maestà la Sachertorte.
Finalmente ho rimangiato la Sacher.
Mio dio. Quello si chiama Paradiso.
Dopodiché un giretto in Stephansplatz e torno a casa.
Anzi no. Rimango ancora un pochino in Kärtner Straße a girellare per negozi. Però non ho comprato niente.
In compenso ho adocchiato tante cose - tra libri, CD e altro - che potrebbero essere i miei acquisti nei prossimi giorni.
No. Io non la smetto di spendere!
Sono entrata in EMI Austria, un grande negozio di musica in cui non mi sono schiodata dallo scaffale "Musical" per una buona mezz'oretta. Ho una domanda da fare alla cassiera, quindi mi avvicino e in perfetto tedesco faccio la mia domanda. La cassiera bella tranquilla mi risponde. Poi sgrana gli occhi, mi osserva e mi chiede se sono tedesca.
No, non sono tedesca.
"E quindi da dove viene?", mi chiede.
"Dall'Italia".
"Ah, ma dal Südtirol e Lei è di madrelingua tedesca! Vero?"
"Veramente no, vengo da Trieste (non stiamo a spiegare tutta la storia!, ndC) e sono di madrelingua italiana".
"DAVVERO? E COME FA A PARLARE COSI' BENE TEDESCO????"
Vabbé ma scusate allora mettiamo "Stayin' alive" e giriamo con gli occhiali da sole!
Posso essere fottutamente fiera di me?
Domani chissà quale ViennAggiornamento avremo...!
Il buongiorno di casa mia
Sveglia ore 9.30 - per la prima volta un orario decente, ma è anche giusto dato che ieri tra una cosa e l'altra sono andata a dormire non prima di mezzanotte e mezza.
Yogurt al cocco perché le dipendenze vengono prima di tutto.
Biscotti al burro. Quanto diavolo sono buoni. Butter Spritzgebäck. Tranquilli, non mordono. Hanno solo il 32% di burro dentro.
Compiti di tedesco che logicamente non ho fatto ieri perché ero a girellare da Thalia.
Dopodiché....un po' di tv. Il tedesco deve migliorare soprattutto sul piano dell'ascolto, e allora facciamo qualche cosa.
Prima una maratona di Tom&Jerry. Che è facile da capire.
E adesso sto seguendo la diretta di una seduta del Bundestag tedesco in cui stanno parlando di qualcosa che ha a che fare con la Grecia. Solo che avendo messo adesso la seduta, non sto capendo una cippa.
Ma è tutto Hörverstehen, quindi va benissimo.
E magari imparo anche qualcosa di politica.
martedì 18 agosto 2015
Dalla Donauturm
Qui a Vienna c'è una torre molto alta.
Questa torre ha una terrazza panoramica da cui si vede tutta la città.
Di sera è ancora più bella perché è tutta illuminata.
E io ora sono in cima a quella torre.
Meraviglioso. Non ho parole.
Tutta Vienna sotto i miei piedi...
Tag 18: alla scoperta di Thalia (e della mia droga)
Intanto oggi è il 18 agosto ed è il compleanno della mia Lieblingsdarstellerin Annemieke van Dam!!! ...googlate per saperne di più su di lei. E' una grande.
E sempre oggi è il compleanno dell'imperatore Francesco Giuseppe!
Sempre detto che i leoni di agosto sono i migliori.
(E non perché io sono leone di agosto...!)
Comunque, veniamo a noi.
Stamattina sembrava di stare a Trieste in una delle migliori giornate autunnali. Freddo, vento e pioggia. Bellissimo, hein? Per niente. Infatti anche al corso mi è venuto uno di quegli abbiocchi da cui è difficile scappare.
Eccezionalmente, oggi vi dirò che al corso abbiamo parlato di "conoscere gente online". Chi mi conosce di persona sa che è un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché ... sì, è brutto da dire, ma... le persone a cui voglio più bene, o per lo meno le tre persone a cui voglio più bene, le ho conosciute online. No, niente fidanzati o cose del genere. Solo grandi amicizie. E se penso ad alcuni episodi un pochino mi rattristo, quindi penso solamente a quanto altri episodi mi hanno fatto sentire bene.
Bando alle ciance. Dopo il corso, con alcuni miei compagni vado a prendere qualcosa da bere in un Café lì vicino a scuola. Un Café francese. Non l'ho scelto io, giuro. Comunque, dopo un bel po' di chiacchiera con una mia compagna facciamo un giretto sempre nella mitica strada dei negozi, che è un po' come casa mia.
Siamo entrate in un mega negozio di libri che si chiama Thalia. Il mio paradiso, sul serio. In Italia faccio sempre fatica a trovare libri in tedesco. E cosa c'è di meglio di un grande negozio di libri solo in tedesco? Potete dire qualsiasi cosa. La mia risposta è sempre "nah".
E qui arriva il punto dolente.
La mia vera e propria droga.
Uno scrittore austriaco a cui dedicherò in seguito un intero post. Daniel Glattauer. Nato a Vienna nel 1960. I suoi due libri più famosi sono "Le ho mai raccontato del vento del Nord" e "La settima onda".
Dopo aver letto "Le ho mai raccontato del vento del Nord" ho capito che Glattauer per me è una droga. Ho bisogno di leggere i suoi libri. Ma proprio bisogno, non voglia o curiosità. In Italia sono stati tradotti altri tre libri ma che in italiano non rendono un granché. Anzi, due non mi sono piaciuti affatto. Ora dovrei leggerli in tedesco per vedere se è la traduzione che fa schifo o è Glattauer che si è fumato qualcosa o se la settima onda gli ha risucchiato il cervello. Dal momento che i libri di Glattauer in tedesco in Italia non si trovano, oggi mi è venuta la forte tentazione di comprarne uno. Poi mi sono ricordata di avere pochissimi soldi dietro. Per fortuna, sennò avrei fatto un macello.
Vorrei dire una cosa alla persona che mi ha fatto conoscere Glattauer (perché tanto lo so che prima o poi passi di qui!!!): ti ringrazio tantissimo per avermelo fatto conoscere - anche perché almeno dà un senso al mio studiare tedesco - ... però adesso devi assolutamente aiutarmi a disintossicarmi dai suoi libri perché sennò non se ne esce e spenderò tutti i miei soldi così e tu mi dirai di piantarla di spendere ma io non ce la farò e quindi comprerò tutti i suoi libri e poi mi sentirò in colpa e poi avrò almeno due borse in più per portare tutto in Italia e quindi si va a creare quello che in tedesco si chiama Teufelskreis ovvero "circolo vizioso" ma ora sto scrivendo cazzate seguendo il flusso della mia mente un po' come faceva il buon vecchio James Joyce. Solo che lui ogni tanto qualcosa di intelligente lo scriveva, io no.
In ogni caso, ho girato due orette buone dentro Thalia dopodiché sono tornata a casina. Cioè... adesso sono arrivata a casina. Giusto il tempo di scrivere due cazzate... mangio qualcosa e poi esco di nuovo.
Destinazione.... super geheim! *zan zan zaaaaaaaaan!!*
A dopo con i ViennAggiornamenti e forse con qualcosa di sensato!
Sachertorte ovvero Come ingrassare di brutto in cinque minuti
Come nasce la Sachertorte?
Nasce a opera di un pasticcere, Franz Sacher, nel 1832.
Un giorno Sacher stava sostituendo uno chef che non stava bene. Il suo compito era di preparare un dolce per il golosissimo principe von Mitternich Winnesburg... e ha ben pensato di combinare tra loro ingredienti semplici e tradizionali per arrivare a creare un dolce semplice ma molto gustoso.
Il dolce ha avuto un grandissimo successo, e il giovane pasticcere si è dovuto dare molto da fare per preparare ancora questa torta che adesso è uno dei dolci più conosciuti al mondo.
Anche se tantissime persone la preparano, la ricetta originale della Sachertorte è gelosamente custodita qui a Vienna e non viene rivelata a nessuno. Soltanto due Hotel qui a Vienna preparano la Sachertorte con la ricetta originale: l'Hotel Regina e l'Hotel Imperial.
Ma ora bando alle ciance, procediamo con la parte interessante del post. La vera e propria ricetta.
Sigla.
Per uno stampo di 24 cm:
- 2 g di sale
- 260 g di zucchero semolato
- 250 g di cioccolato fondente
- 20 g di miele
- 175 g di burro morbido
- 180 g di farina 00
- uova a temperatura ambiente: 6 tuorli (120 g) e 6 albumi (240 g)
- 350 g di confettura di albicocche
- 300 g di cioccolato fondente
- 250 g di panna fresca liquida
- 50 g di glucosio (o, in alternativa, di miele)
Ora invece ci occupiamo della "copertura" della torta.
In un pentolino scaldate la panna fresca liquida, poi unite il glucosio (o il miele) e mischiate fino a che il tutto non si scioglie per bene. Quando il composto sta quasi per bollire, spegnete il fuoco e versate il composto sul cioccolato fondente tritato. Quindi mischiate il tutto fino a ottenere una crema senza grumi e lasciate raffreddare. Dovrà raggiungere la temperatura di 32 gradi perché così raggiunge la densità necessaria a coprire la torta. Quando la salsa sarà fredda, potrete ricoprire la torta: fate colare la glassa al cioccolato cominciando dai lati fino ad arrivare al centro coprendo integralmente la torta.
Bene. La vostra bomba calorica Sachertorte è pronta!
Buon appetito!!!
lunedì 17 agosto 2015
Tag 17: in visita a Maria Theresia
Come ho già scritto stamattina, fa freddo.
Nel senso....per me è freddo. Io vorrei che fosse sempre caldo, addirittura Hitze. Mi manca, la mia amata Hitze!
Vienna oggi si è impegnata parecchio per non farmi sentire nostalgia di Trieste: tempo brutto, freddo e vento. Sembrava davvero di stare nella mia città. Comunque in effetti sì, Trieste mi manca. Ma tra due settimane torno. Anzi, tra due settimane a quest'ora sono a Wien Meidling che aspetto di accamparmi su uno stramaledetto Euronight per trascorrere una notte insonne. Ma che bello!
Ma smettiamola con le scemate, e veniamo a noi.
Dopo scuola, con due miei compagni di corso decido di dirigermi verso una meta dal contenuto altamente imperiale. Il castello di Schönbrunn.
Dentro il castello non si possono fare foto, quindi ho usato il telefono per scrivere i soliti "due Tipps". Abbiamo preso le audioguide - io al solito ero molto stanca quindi tutto in italiano - e siamo stati là dentro un'ora e mezza.
All'interno del castello, l'audioguida non perde l'occasione di ricordare tutte le sfighe del povero Francesco Giuseppe: sua figlia primogenita Sophia è morta quando aveva 2 anni. Il suo terzo figlio nonché erede al trono Rudolph si suicida (googlare "Fatti di Mayerling"). Suo fratello Massimiliano, divenuto imperatore del Messico, laggiù viene giustiziato. La sua adorata consorte, il suo "angelo" Sisi, viene assassinata dall'anarchico Luigi Lucheni. Uhm uhm Franz...non è che porti sfortuna?
Franz Joseph intanto è morto lì nel castello nel 1916 all'età di 86 anni dopo 68 anni di regno.
Quando Sisi è stata assassinata, Franz Joseph ha detto che nessuno sapeva quanto lui abbia amato la sua consorte. Ma il suo grande amore per Sisi era ricambiato?
E insomma. L'audioguida ci dice Sisi, dopo aver sposato Franz nel 1854, dirà più volte qualcosa come "il matrimonio non ha senso perché poi te ne penti e non lo puoi sciogliere". Sisi era una persona estremamente indipendente e stava ben poco a Vienna. Ma quando ci stava, la sua giornata era scandita da cure estetiche e dallo sport. Quindi non stava tanto con il marito. Il quale comunque non stava tanto con la moglie perché era sempre impegnato con le udienze e con la burocrazia e con questo e con quello.
Un altro particolare sull'imperatore che mi ha stupito era il pranzo. Durante i pranzi ufficiali venivano servite esclusivamente pietanze francesi. Franz però preferiva i cibi viennesi, e quindi durante i pranzi non ufficiali mangiava piatti come le Wiener Schnitzel e il gulasch. Mi piace immaginare l'imperatore con i baffi pieni di sugo e con l'aria soddisfatta dopo un'abbondante porzione di gulasch.
Qui finalmente viene ribadito un aspetto di Sisi che negli appartamenti imperiali veniva abbastanza equivocato. Sto parlando del rapporto che Sisi aveva con l'arciduchessa Sophia. E' cosa nota che le due non dico che si odiavano ma sicuramente non si sopportavano. Le parole di Sisi riguardanti quella simpaticona di Sophia: "Per tutto il giorno ero sola e temevo l'attimo in cui giungeva l'arciduchessa Sophia perché veniva tutti i giorni a spiare a ogni ora ciò che facevo. Tutto quello che facevo era sempre sbagliato. Le più infime banalità divenivano un affare di stato".
E insomma, in buoni rapporti non proprio.
Per il resto, merita assolutamente. E' un castello meraviglioso e i giardini sono quanto di più fantastico io abbia mai visto.
Per quel che mi riguarda sono anche più belli dei giardini della reggia di Versailles. Re Sole, fai una capatina a Vienna e impallidisci!
Nel parco c'è anche la Gloriette, un edificio fatto costruire da Maria Theresia per...prendere il the.
Maria Theresia bella, hai un intero castello a disposizione. Che bisogno c'è di costruire anche la Gloriette?
Uscendo, si passa dallo shop.
E anche questa volta ho fatto l'acquisto del secolo.
Come ho detto più di una volta, Geld sparen non fa per me. Ma questa è stata veramente grossa. Però una volta nella vita ti capita di comprare una Kette Stern con Swarovski.
E dai, una volta ci sta. Poi basta. Ma ora con una bellissima stella alpina me la posso tirare per bene.
E anche questa giornata imperiale si è conclusa.
Piove, quindi niente Wiener Film Festival. Si sta a casina e si guarda un filmetto.
A presto con i ViennAggiornamenti!!
Ridatemi la mia Hitze
Adesso, mentre scrivo, di gradi ce ne sono 18.
Piove.
C'è vento.
Fa freddo.
Ed è subito autunno.
Ridatemi la mia Hitze, almeno fino a quando non torno a Trieste e non finisco gli stramaledetti cavolo di esami.
Ridatemi la mia Hitze perché io non sopporto dover girare con la pioggia.
Ridatemi la mia Hitze perché Vienna sotto l'acqua diventa improvvisamente tristissima.
Ridatemi la mia Hitze, per l'amor del cielo.
Ridatemi la mia Hitze e nessuno si farà male.
Detto questo, vado a tirar fuori la copertina.
domenica 16 agosto 2015
Tag 16: "Ma scusi" e il piano B
Intanto è domenica. E io detesto la domenica. In Austria poi non ne parliamo.
Un incubo. Non si sa mai che cosa fare.
Ma stavolta l'idea c'è! Si visitano i teatri.
E allora cerco gli orari sui vari siti. Pare che sì, la domenica ci siano le visite guidate. E quindi cosa stiamo aspettando? Via verso il Ronacher!
Stavolta sapevo già dove andare: U3 fino a Stephansplatz e poi, dalla strada principale, "seconda Gasse a sinistra, questo è il cammino...e poi dritta fino al teatrino", rielaborando Edoardo Bennato. Che poi il Ronacher non è propriamente un teatrino ma va bene.
E lì scopro che tecnicamente le visite guidate si devono prenotare sul sito.
Ma sul sito non c'è niente!
Pfffff.
Mi hanno spiegato però che domani posso tornare lì e prenotarne una. E sarà proprio quello che farò. Muahahahah!
Nella vita ho imparato che devo sempre avere un piano B. In questo caso, il mio piano B era il Burgtheater. Questo bellissimo teatro si trova davanti al Rathaus, quindi ci si arriva con la U2... o con qualsiasi cosa che passi sul Ring. Infatti l'entrata principale del teatro dà sul Ring.
Nei pressi del teatro ci sono la Votivkirche e il Sigmund Freud Park, di cui ho parlato qualche giorno fa.
Insomma, sono andata subito là per verificare che là ci fosse davvero la visita guidata.
E in effetti c'era. Solo che vendevano i biglietti alle 14.45 e la visita cominciava alle 15.
Ed erano le 13.
Abbiocco fra 3...2...1...
Seriamente, io non ce la posso fare. Cosa faccio un'ora e mezza?
Prima di tutto, devo mangiare. Sennò mi mangio qualche giappo che fotografa il teatro con il suo iPad.
Giri l'angolo e trovi il Mc Donald's. Meglio che niente. #disagissimo
In ogni caso, alle 14.45 entro nel Burgtheater per la visita guidata. Biglietto per gli studenti: 3 Euro. Diciamola tutta, essere studentessa è bellissimo.
Le visite guidate sono in inglese e in tedesco, però si può prendere un foglio con la spiegazione anche in altre lingue.
Io chiedo gentilmente se posso prendere le spiegazioni in italiano e in francese. La cassiera, simpatica come un brufolo sul naso, mi chiede: "Ma quindi paga due biglietti?" Ma no, ma che problemi hai? Voglio due fogli, non due biglietti! "Ma scusi, ma quindi il foglio lo vuole in italiano o in francese?" Tutte e due le lingue. "Ma scusi, ma perché?". Perché voglio le cose in due lingue, ok? E che cavolo! In tutti gli altri posti nessuno ha fatto una piega e questa che tra un po' vuole sapere anche il PIN del mio telefono. Ma io boh.
Comunque... mi faccio tutta la visita con la guida tedesca e scrivendo i soliti "due Tipps" sul foglio francese. Divertentissimo scrivere una parola in italiano e due in tedesco. Frasi che iniziano in una lingua e finiscono nell'altra. Frecce con indicazioni in franco-italiano o in italo-tedesco o in qualsiasi altra lingua, tentativi di interpretazione simultanea della guida falliti miseramente...
In ogni caso, il teatro è davvero bello. Ma bello bello bello.
Prossimamente le foto.
Solo alla fine della visita mi sono resa conto che la simpatica guida parlava viennese. Ho capito che ha detto diverse volte "bissle" anziché "bisschen". Ma io ti spezzo le ossa.
E anche questo Tag 16 si è felicemente e teatralmente concluso.
Chissà domani cosa si fa...!
A presto con i ViennAggiornamenti!