Dove c'è musica, ci sono io.
Oggi dopo il corso non avevo la più pallida idea di dove andare e cosa fare. Bella novità, direte voi. Tutti i giorni così.
Oggi però seriamente ero in difficoltà.
E allora ho ripensato a cosa ho fatto e visto l'anno scorso quando sono stata a Vienna poco più di 24 ore. Ecco là che mi viene in mente che c'è un museo in una strada vicino al Duomo in cui mi sono divertita un sacco.
Bene, in cammino allora!
La destinazione di oggi: Haus der Musik, Seilerstätte 30. Raggiungibile tramite U3 e U1 scendendo a Stephansplatz (dal Duomo, per intenderci) oppure tramite U1, U2 e U4 scendendo a Karlsplatz, trovandosi quindi all'altezza della Staatsoper.
Il biglietto costa 13 Euro, ma per gli studenti, mostrando carta d'identità, costa 9 Euro. Bene bene benissimo! Prendo la cartina del Museo così mi scrivo anche "due Tipps"...
... questo che vedete a sinistra è il concetto che ho io di "due Tipps". In tedesco i "Tipps" sono i consigli, le indicazioni. Tipps per me per ricordarmi tutto quello che vedo, o se non tutto almeno il più possibile.
Accompagnato da una serie di appunti sul mio blocchetto. Ho fatto morire due penne, non aggiungo altro.
In ogni caso, Tipps o meno... si entra! E la prima cosa che si vede e che ti accoglie in questo posto mistico è... questa. Una scala con i tasti a pianoforte. Che, ovviamente, suonano. E' stradivertente! Inutile dire che ho fatto la scala quelle quattro o cinque volte ridendo come una
pazza. Sul muro c'è il disegno di un pentagramma che ti fa vedere quali note stai suonando.
Ma andiamo avanti e saliamo al primo piano, in cui si trova il Museo dei Wiener Philarmoniker, ovvero l'orchestra filarmonica viennese. Quelli del concerto di Capodanno, per intenderci. Il museo dei Wiener Philarmoniker è diviso in tre parti. Nella prima parte troviamo l'archivio storico dei Filarmonici, in cui si racconta brevemente ma allo stesso tempo dettagliatamente la nascita di questa grande orchestra. Una sala è dedicata a Otto Nicolai, direttore d'orchestra nonché fondatore dell'orchestra filarmonica viennese.
Nell'archivio storico dei Filarmonici troviamo diversi oggetti, tra cui le bacchette da direzione utilizzate da Arturo Toscanini e Daniel Barenboim, un frac utilizzato da Leonard Bernstein, un bellissimo cappello da viaggio appartenuto a Gustav Mahler e gli occhiali che Johannes Brahms utilizzava quando scriveva musica. Ma forse l'oggetto più importate è la partitura originale di "An den schönen blauen Donau", ovvero "Il bel Danubio blu" di Johann Strauss Vater.
A fianco c'è uno dei tanti "giochi" della Haus der Musik: il gioco del valzer a dadi. Ci sono due postazioni, una rossa e una blu, che stanno di fronte a uno schermo con due pentagrammi. Tirando un dado si compone un valzer. Il blu è il violoncello mentre il rosso è il violino. Unendo i due ottieni la tua composizione personale! Pare che anche quel mattacchione di Mozart facesse così...
Il mio angoletto di paradiso è una sala isolata completamente al buio in cui gli spettatori possono godersi il Sommerkonzert e il Neujahrskonzert 2015 diretto da Zubin Mehta. Il direttore, con il suo gesto fermo e sicuro, cosa dirige? Oserei dire un'overdose di valzer viennese. Proprio come piace a me. Il mio brano preferito c'è, e lo dirige alla fine del concerto, come tutti gli anni. Quella che ascoltava il tutto con gli occhi lucidi ero io. Una volta nella vita andrò a quel concerto.
Ma dai, che c'è ancora tanto da vedere e da sentire! E allora andiamo al secondo piano!
Il secondo piano è detto "Suonosfera" perché è interamente dedicato alla percezione dei suoni. All'inizio troviamo una sala in cui sperimentiamo le percezioni sensoriali prenatali. Anche il pavimento vibra per farci capire meglio. I suoni che sentivo mi sembravano...degli ufo. Inquietante.
Poi ci sono alcuni pannelli che ci mostrano come il suono viaggia all'interno delle nostre orecchie.
Quindi si passa a una serie di esperimenti, so zu sagen, che ci spiegano aspetti più tecnici riguardanti la percezione dei suoni. Ho scoperto, ad esempio, che l'uomo può udire suoni fino a 18.000 Herz. Poi ho scoperto che esiste la scala tonale di Sheperd. Una scala in perpetuum mobile, che non ha né inizio né fine. Ho scoperto anche che, se hai quattro suoni diversi intervallati di un'ottava, tendi a sentire solo un suono. Il più alto. Non si sa perché.
C'è una sala in cui "si prova il suono perfetto dello spazio", e c'è un'altra sala in cui si possono ascoltare le rielaborazioni in chiave elettronica di brani classici a opera di Stefan Obermaier, Cercate su YouTube e capirete.
Altro gioco della Haus der Musik: Evolution Machine, per creare il proprio CD. Ci sono poi tanti suoni a disposizione, oltre ai brani classici: persone che ridono, la metropolitana di Tokyo, il rumore nelle strade di Broadway...
Il terzo piano è quello in assoluto più tecnico, se vogliamo. E' il piano in cui viene raccontata la storia di alcuni tra i compositori più celebri. Si parte con Haydn, poi Mozart, Beethoven, Schubert, Strauss per poi finire con Mahler.
Nella sala di Mozart c'è un altro dei giochi della Haus der Musik: il gioco musicale dei nomi. Su una tastiera scrivi il tuo nome e Mozart, con un complicato algoritmo legato alle lettere dell'alfabeto, comporrà un brano ad hoc per te! E' strabello!!!
In questa sala inoltre troviamo un clavicembalo e (sigla di "Porta a porta" in sottofondo) un plastico del palcoscenico durante una recita de "Il flauto magico" qui a Vienna nel 2000. Possiamo inoltre vedere gli spartiti originali della Krönungsmesse, di Die Zauberflöte (Il flauto magico) e di Ave verum corpus.
Salutiamo quel mattacchione di Mozart e andiamo a salutare Beethoven. Anche se è sordo, e quindi non ci sente arrivare. Vengono qui raccontati un brano molto conosciuto, l'Eroica, e l'unica opera che ha scritto, il Fidelio. Io ho visto il Fidelio qualche anno fa a Monaco. Grazie al cielo non ha scritto altre opere.
Proseguiamo con Franz Schubert (mon amour). Nella sua sala troviamo lo spartito originale della Deutsche messe D872, i suoi occhiali da vista e i testi di diversi Lieder che ha musicato nel corso della sua vita. I Lieder di Schubert a mio parere sono qualcosa di davvero meraviglioso e inarrivabile.
Volteggiando sulle note di un valzer arriviamo nella sala di Strauss, in cui troviamo vari oggetti che gli sono appartenuti, tra cui anche un cappello fatto a mano forse dallo stesso Strauss. Un pannello ci spiega come è nata la tradizione del ballo e del valzer viennese. Se volete scoprirlo... andate lì e leggete! Non posso spoilerarvi tutto!
Mahler non mi è granché simpatico, anzi quando lo ascolto....mi sento Mahler. Battuta pessima, ma non è mia. Però sentivo il bisogno di dirla.

Ovviamente l'ho fatto anche io, che domande.
Chi prova a indovinare, tra questi sei brani, quale ho "diretto" io?
E' stato molto divertente, e il direttore Zubin Mehta fa i complimenti a chi dirige bene la Filarmonica.
(Lo sentite Gianni Morandi in sottofondo che canta? "La Filarmooooonicaaaaaa.... la puoi diriiiiiigere teeee....") (sono pessima, ora la smetto).
Si arriva quindi alla fine del museo, e naturalmente prima di uscire c'è .... il negozio con le cazzate più cazzate della terra. Io però mi sono impegnata e, per una volta nella vita, ho comprato cose serie. Presto vi farò vedere che cosa.
A questo punto, erano le sette e mezza. E io ero entrata nel museo alle cinque.
Dopo due ore e mezza ero leggermente fusa.
MA in Rathausplatz ci sono i Tre Tenori. E che, ci perdiamo i Tre Tenori? Ma proprio no!
Si mangia in fretta da Nordsee e poi via verso Rathaus!
Il concerto dei Tre Tenori era quello del 1990 il giorno prima della finale dei mondiali di calcio. E sto calcio sempre in mezzo, mabbàsta!
Dopo aver ascoltato tutto il concerto con aria estasiata, faccio un breve giro nel Volksgarten (e per poco non ci rimango chiusa dentro, ma shhhh!) e poi...a casina, che sto iniziando a non farcela più.
Come avrebbe detto il vecchio Nietzsche, "Senza la musica, la vita sarebbe un errore".
A presto con i ViennAggiornamenti!!
Nessun commento:
Posta un commento