Tag 26 : 26 agosto 2015
Intanto oggi ho già tirato giù due post. Uno solo in tedesco e uno addirittura bilingue.
Andateli a leggere, perché meritano. Soprattutto i miei errori ortografico-sintattici in tedesco, meravigliosi!
In ogni caso proverò a raccontare in breve questa strana giornata.
Stamattina ho studiacchiato un po' per i miei maledetti esami, dopodiché - di corsa come sempre ma nonostante questo sempre puntuale - sono andata al corso. Abbiamo fatto lezione fino alle 14 anziché fino alle 15h15 e, dal momento che era l'ultimo giorno di corso, siamo andati in un Café a prendere qualcosa tutti insieme. Vi dico solo che c'era il TeamKaffee e il TeamLemonade.
E insomma, siamo stati da "Sascha", un Café molto carino in Pilgramgasse, a fare un'ultima grande chiacchierata tutti insieme. Andando in ordine di tavolo: Sofija (Ucraina), io (Italia), Alisa (Russia), Afrodita (Macedonia), Mantas (Lituania), Dilek (Turchia) e Kinga (Polonia). E la nostra fantastica insegnante Isabell (Germania). Tutti da paesi diversi, con abitudini ed esperienze diverse, eppure con una lingua comune: il tedesco. Scusate ma è una cosa meravigliosa. E i miei compagni mi mancheranno davvero tanto. Isabell tra l'altro somiglia anche un sacco a Hilary Maiberger, una performer americana che ho visto a Trieste in "Beauty and the Beast" nel ruolo di Belle. Sono troppo uguali! Ogni giorno infatti mi aspettavo che Isabell dal niente cominciasse a cantare...!
Detto questo, ho fatto una puntatina a casa e poi sono andata a riposare un po' il cervello in Volksgarten. L'idea originaria era di andare in giro per negozi, ma dal momento che devo cercare di placare il mio shopping compulsivo, ho deciso di andare in un luogo dove potessi solo stare tranquilla. Ma invece no, però è uguale.
Mentre ero lì seduta in Volksgarten, tiro fuori Pascal per fare una delle solite foto stupide. Solo che vedo un bambino che avrà avuto un anno o poco più che guarda il mio camaleontico amico con aria decisamente incuriosita. Era un bambino dolcissimo: rotondo, occhi azzurro ghiaccio e capelli biondi. Da spupazzare pesantemente. Facendo due chiacchiere con il padre scopro che il bambino in effetti ha un anno e tre mesi e ha un nome che in italiano mi fa schifo e che in tedesco mi piace da morire. Maximilian. Sentite com'è altisonante, sentite quanta fierezza c'è nel nome Maximilian!
Provate ora con...Massimiliano. Non è propriamente la stessa cosa, hein?
A quel punto, dopo aver fatto giocare il bambino dal nome altisonante con il mio camaleontico amico, vado a fare un giro da Sisi - che oggi aveva decisamente più ospiti del solito presso il suo memoriale. Poi esco dal Rosenheim e mi trovo sul Ring.
Cosa faccio a questo punto?
Salgo su un tram cantando questo brano conosciuto da tutti i triestini (!!) e... non so dove diavolo sto andando! Tecnicamente il tram avrebbe dovuto fare il giro del Ring e arrivare a Stubentor, vale a dire dietro il Duomo. E invece no! Dove cavolo sono?! Ah, ho solo sbagliato direzione. Nessun problema: scendo, attraverso la strada - rigorosamente con il rosso, ben lontana dalle strisce e in diagonale! -, aspetto due minuti e arriva il tram che mi riporta esattamente dove io voglio, cioè a Stubentor. Quindi faccio un mezzo giro in centro e dal momento che inizio ad avere anche fame mi mangio un Fish&Chips da Nordsee. Anche questo mi mancherà da morire. Vorrei avere Nordsee anche in Italia! A quel punto, per smaltire la cena, faccio una lunga passeggiata nei dintorni e finisco per andare a svaccarmi sul prato davanti all'Hofburg. E sono le otto e qualcosa, e il sole già va giù. Che tristezza, le giornate si stanno davvero accorciando e io mi rattristo perché penso al freddo che dovrò sopportare quest'inverno a Trieste.
Ma dopo un po' inizio ad annoiarmi, anche se guardare la luna è così meravigliosamente romantico. Ma romantico dove, che io sono da sola e felicemente single?!
Quindi con la grazia di un elefante in una cristalleria mi alzo e mi dirigo nuovamente verso il Volksgarten. Dopo un po' di relax anche lì, sento la musica provenire da Rathausplatz. Stasera c'era "L'elisir d'amore", ma io non avevo voglia di andarlo a sentire. Però mi sono detta che almeno un pezzetto ci stava. Che stiamo aspettando, allora? Attraverso la strada e sono in Rathausplatz. E' tutto così meravigliosamente vicino!
Di solito io arrivo in piazza - guardando lo schermo - da sinistra perché arrivo dalla U-Bahn. Questa volta però arrivo in piazza da destra. M'imbatto in un pratico furgoncino che ha sopra il simbolo della ORF (rete televisiva e radio austriaca) e vedo che ha tantissimi volantini e tante cose che possono servirmi anche per fare un po' di esercizio. Nemmeno conto fino a tre che con il tizio del furgone sto intavolando una conversazione (anche la rima ho fatto, va'!). Questo tizio è davvero molto simpatico e mi ha fatto, tra l'altro, un grandissimo enorme complimento. "Si capisce che non sei madrelingua tedesca, ma parli senza alcuna inflessione e non si riesce assolutamente a capire da dove vieni". E' la frase più bella che un tedesco mi possa dire. (A meno che un tedesco non mi dica "Ich liebe dich": in quel caso la frase più bella sarebbe quella!) Abbiamo parlato di tutto, e soprattutto lui davvero non si capacitava del fatto che io studi tedesco relativamente da poco - voglio dire, quattro anni (di cui tre al liceo) non sono tanti. Nel mentre in cui (si dice in italiano?, ndC) stiamo parlando degli italiani che non sanno le lingue straniere, si avvicinano quattro persone, due donne e due uomini, che in inglese chiedono al tipo del furgone che chiesa è quella alle nostre spalle. Solo che lo chiedono in un inglese talmente pessimo che io capisco che sono italiani. E infatti faccio molto la gnorri e, in italiano, chiedo se sono italiani. Sì, erano italiani. Vediamo se indovino: "...veneti?" Bingo. Sono di vicino Venezia. E gentilmente spiego loro che quella alle nostre spalle non è una chiesa ma è il municipio. I veneziani ringraziano e se ne vanno. E io no. Io rimango a chiacchierare ancora con questo tizio. E' davvero divertente, soprattutto perché capisco tutto quello che dice! E' meraviglioso!
Verso le undici e mezza decido che è ora di tornare a casina perché i miei piedi e il mio cervello non ce la stanno facendo più.
Momento disagissimo: sono sulla U3 e non mi accorgo di essere arrivata a Westbahnhof, dove devo cambiare e prendere la U6. Alzo lo sguardo, realizzo di essere a Westbahnhof e ...mi tuffo giù dalla metro all'urlo di "Ma porca miseria!!". Perché porca miseria? Perché sapevo che avrei sicuramente perso la U6.
E infatti.
Ora è l'una meno dieci e io sto ascoltando radio austriaca e intanto ciccioneggio mangiando biscotti ad alto contenuto di monadi. Ma ... shhh!! Cos'è questa voce? Ah sì... è il letto che mi sta chiamando. Arrivo subito!
A domani con i ViennAggiornamenti!
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