venerdì 7 agosto 2015

Tag 6 : esperantismo

Tag 6 : 6 agosto 2015

Sono di nuovo in ritardo con l'aggiornamento! Beh, ci proviamo e vediamo cosa ne esce.
Ieri faceva un caldo assurdo. Ma veramente caldo. Ma caldissimo. Roba che sembrava di stare dentro un phon acceso al massimo. In questo periodo sento il caldo più del solito, e la cosa un po' mi infastidisce, ma ieri ho creduto davvero di sciogliermi.
Dopo scuola, senza nemmeno passare da casa, sono andata direttamente in centro. Al solito: metro fino a Vienna West e poi altra metro fino a Herrengasse, da cui si arriva all'Hofburg. In pratica sono più lì che a casa mia!
Non avevo una meta precisa, davvero non avevo programmato niente. Non avevo nemmeno aperto le guide, ero andata a Herrengasse certa di trovare qualcosa da vedere o da fare.
E infatti.

In zona Hofburg si trova la Biblioteca Nazionale Austriaca. Enorme. Al piano terra del palazzo della biblioteca si trova il Museo Internazionale dell'Esperanto. A costo di essere presa per matta, io per un periodo avevo pensato di cominciare a studiare anche l'esperanto. Poi mi sono resa conto che era un po' una follia, e quindi ho lasciato perdere. Anche se l'idea di una lingua internazionale al posto dell'inglese mi piace parecchio. Comunque, tornando a noi... 4 Euro di biglietto per il Museo dell'Esperanto e per il Globen Museum, il museo dei mappamondi che si trova nello stesso palazzo ma al piano di sopra.

Il Museo dell'Esperanto è molto piccolo ma denso di storia e curiosità.
Cito da quella fonte affidabilissima comunemente detta Wikipedia:

L'esperanto è una lingua pianificata, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall'oftalmologo polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. È la più conosciuta e utilizzata tra le lingue ausiliarie internazionali. Presentata nel Primo Libro come Lingvo Internacia ("lingua internazionale"), prese in seguito il nome esperanto ("colui che spera", "sperante") dallo pseudonimo di Doktoro Esperanto, utilizzato dal suo creatore. Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice ma espressiva, appartenente all'umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi "minori", altrimenti condannati all'estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti. Per questo motivo l'esperanto è stato ed è spesso protagonista di dibattiti riguardanti la cosiddetta democrazia linguistica.

Troviamo nel Museo tantissimi libri in cui si parla della creazione di questa lingua artificiale, da chi è stata progettata e a cosa sarebbe dovuta servire. A tale proposito, schiacciando un pulsante si può vedere un filmato che spiega chiaramente - in esperanto - la storia dell'esperanto stesso. 
Troviamo anche degli esempi di poesie in esperanto. Ora, sarà anche una bella lingua... ma poetica non lo è nemmeno un goccio. Comunque anche le poesie sono molto interessanti. Si capisce molto bene che l'esperanto è una lingua artificiale perché all'interno di un testo possiamo arrivare a capire tutto tramite la conoscenza di una o più lingue straniere, siano esse romanze, slave o germaniche. Unendo un po' di radici comuni - e aggiungendo qualche suono strano - si ottiene l'esperanto. Io ovviamente sto semplificando molto, non è così semplice!
In un pannello poi viene raccontata la storia di tante altre lingue artificiali basate sullo stesso principio dell'esperanto quali possono essere il solresol basata sulla combinazione di note musicali, il latino sine flexione che, come dice il nome , è la lingua latina senza l'utilizzo delle desinenze per i casi, l'Europanto, l'Interlingua, la lingua Ido e tante altre per arrivare poi alle lingue di Tolkien. Per un periodo mi ero interessata anche alle lingue artificiali ma alcune sono davvero troppo complesse. E poi per imparare una lingua bisogna parlarla, e a quanto pare non sono tanti a parlare queste bizzarre lingue.
Una cosa molto divertente: c'è nel museo ... un Pac-Man. Sì, esatto: Pac-Man. Attraverso il gioco di Pac-Man si possono imparare alcune parole in esperanto. Ad esempio, ho imparato che ich = mi e du = vi. Perché ovviamente sì, il pannello era in tedesco. E quindi lo scopo del gioco era completare alcune frasi facendo muovere la "pallina gialla" (cit. me stessa) all'interno del labirinto. Naturalmente sono stata un po' lì a giocare e mi sono divertita tantissimo. Sembravo una bambina di cinque anni...! 

Al piano di sopra si trova invece il museo dei mappamondi. Premessa: ero da sola, e questo ha reso la mia visita leggermente inquietante. Appena si entra, sulla destra, si trovano due pannelli interattivi in cui viene raccontata l'origine del mappamondo: quando è nato, da chi è stato inventato, i vari passaggi dal mappamondo - se così lo si può definire - che si usava nell'antica Roma fino ad arrivare ai mappamondi più moderni e addirittura a quelli virtuali. Vi sono altre tre sale stracolme di mappamondi e di altri oggetti in cui è raffigurata la superficie lunare o la disposizione dei pianeti con le rispettive lune intorno al Sole.
Dentro il museo c'era l'aria condizionata altissima. Faceva anche troppo freddo. Infatti non vi dico la botta di caldo appena sono uscita di là. 
Faceva talmente caldo che l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata... andare all'Hofburg ad allungarmi sotto un albero a prendere un po' di fresco. Sono stata un bel po' lì a leggere e a fare i miei compiti per il corso di tedesco (che ancora non ho finito!) 

Momento notevole della giornata di ieri :
mentre ero lì sdraiata davanti all'Hofburg alternando compiti di tedesco a domande esistenziali sulla vita, vedo arrivare un branco di cinesi. Sì, lo so che si usa "folla" quando si parla di persone, ma quelli erano davvero un branco! Sarà stata mezza Pechino per lo meno! Insomma, questi cinesi tutti in gruppo si dirigono verso ... non si sa bene dove. Infatti si guardano intorno con aria piuttosto smarrita. Uno di loro mi si avvicina e mi chiede qualcosa. In cinese.
Ora, ok che studio lingue straniere...ma il cinese mi manca. Non ho capito una cippa di quello che mi ha detto.
Gli chiedo - in inglese - di ripetere quello che ha detto perché non ho capito.
Questo sgrana gli occhi come può e mi chiede: "Ma perché non sai il cinese?" 
Sintetizzato in tre parole: MA IO BOH.

Questo è quanto.
Vediamo cosa riesco a combinare oggi. Spero di avere tante cose interessanti da raccontare! 
A presto con i ViennAggiornamenti!

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