giovedì 13 agosto 2015

Salviamo gli italiani

No, non è una ventata di patriottismo.
E' solo che in effetti, pensandoci bene, in questi giorni ho "salvato" tantissimi italiani dalla metro viennese.
Perché sì, la metro di Vienna è molto comoda una volta che si entra nel meccanismo e si familiarizza con il mezzo.
Ma prima di prenderci la mano un pochino di tempo ci vuole.
Gli italiani non sono abituati a un sistema di metropolitana grande come quelli di Vienna, Monaco, Parigi o Londra. Quindi se nei corridoi o sulle scale mobili vedete qualcuno che si guarda attorno con un'aria a metà tra l'intimorito e il terrorizzato, è quasi sicuramente italiano.
Ed ecco là che entra in scena la Cecy.

L'altra sera ero in Rathausplatz e stavo scendendo la scala per prendere la metro e tornare a casina, quando sento persone che dicono cose che stranamente capisco senza sforzo. Certo, erano bolognesi. Facendo finta di niente, ho simpaticamente origliato i loro discorsi e ho capito dove dovevano andare. Loro però mica lo avevano capito. A quel punto li sento che si consultano: "E adesso a chi chiediamo indicazioni?" Uno di loro mi si avvicina.
{leggere con la voce del topino della pubblicità della Parmareggio} "Enziùldigung..."
La loro faccia quando ho risposto in italiano era da filmare.
Ho spiegato loro il percorso che dovevano fare, in che direzione andare e che linee prendere.
Ma mi sa che ho sbagliato qualcosa, o non mi sono fatta capire bene. Per fortuna il mio viaggio corrispondeva più o meno al loro, e meno male. Perché sennò loro starebbero ancora vagando nei corridoi della U3.

Se ieri non sono scoppiata a ridere davanti a tre romani che alla fermata Westbahnhof della U6 con la cartina in mano se ne sono usciti con un: "Aoh, ma ndo cazzo stiamo?!" è stato un autentico miracolo.

Però la coppia di milanesi incrociata oggi sulla U4... ah no, voi potete perdervi.

E poi succede che tu sei sulla U6 che sta per partire e vedi un tizio che con un salto lungo che neanche Fiona May entra nel vagone. Stremato, senza più un briciolo di forza in corpo, si accascia su un sedile. Poi ti guarda e ansimante domanda: "Fährt das nach Floridsdorf?" ("Questa va a Floridsdorf?") Quando si sente rispondere di sì, fa tre metri di salto urlando "Fuck yeah!"

Signori, anche questa è Vienna.

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